per i piu bravi...
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Okay infinito, con una piccola postilla, non è che si "possono" schematizzare tutti i tiri, essi sono "già" schematizzati (diciamo "di natura"), per questo dico che sono "già scritti sul tavolo". Premesso ciò, riprendo il Tuo esempio su Cifalà. Come dici, Carlo si trova di fronte ad un "tiro normale", se volesse eseguire quello, non dovrebbe fare altro che ripescare dalla sua memoria (esperienza) la "scheda" relativa, sulla quale troverebbe indicate sia la dinamica che la tecnica del tiro in questione, dopo di che dovrebbe solo affidarsi alla sua "abilità" per eseguirlo. Però, Carlo "non vuole" eseguire quel "tiro normale", da quella stessa posizione iniziale delle bilie, la sua fantasia gli suggerisce di tentare altre soluzioni. Ebbene, anche queste soluzioni alternative "hanno già tutte una loro scheda esecutiva", ma magari Carlo non se la ricorda, oppure, esulano "anche" dalla sua esperienza, per quanto grande essa sia. Malgrado ciò, Carlo non demorde, la soluzione normale non gli basta, vuole quella di fantasia, e allora come fare? "Semplice" (Sic!), fissando i due parametri di base: 1) posizione iniziale delle bilie; 2) posizione finale voluta; se i due parametri Gli risultano compatibili con le leggi della Fisica, della Dinamica e della Meccanica, allora deve ricostruire "a ritroso" tutto quello che... ci sta nel mezzo fra le due, per poi tradurlo in realtà affidandosi alla sua abilità. In pratica Egli quindi "compila", sul momento, la famosa scheda anche di quel tiro suggerito dalla fantasia. Scheda che era "mancante" nella sua memoria e, una volta "stilata", la memorizza, per tirarla fuori la prossima volta che gli capita una situazione di gioco anloga, in modo da non dover ancora... rifare il lavoro. E' ovvio che per ricostruire tutto quello che sta in mezzo ai due parametri di base, è necessario avere un notevole bagaglio di "conoscenza". D'altra parte, Carlo Cifalà non ha trovato il suo posto fra i Grandi solo perchè ha "fantasia", quanto piuttosto perchè ha saputo dotarsi di tanta "conoscenza" e "abilità" sufficenti a tramutare, il più delle volte, le sue varie fantasie in... splendide realtà.
PS Sinon, se hai paura, allontanandoti, di perdere il posto all'incrocio, non ti preoccupare, te lo teniamo io e martille il posto, porta pure a termine la Tua "missione" in tranquillità. Tutt'al più, quando torni, ricordati di portare un mazzo di carte, che qui di Tir non se ne vedono in arrivo. Mi sa che và per le lunghe... D'altra parte, chi è che ci ha mandati qui tutti e tre?... Billy! Con Lui di mezzo, era "ovvio" che le cose si sarebbero complicate, neanche da dire... E magari "Lui", nel frattempo, se n'è andato a pescare, beato e felice, con la sua... Vittorina.
Rob de matt.
PS Sinon, se hai paura, allontanandoti, di perdere il posto all'incrocio, non ti preoccupare, te lo teniamo io e martille il posto, porta pure a termine la Tua "missione" in tranquillità. Tutt'al più, quando torni, ricordati di portare un mazzo di carte, che qui di Tir non se ne vedono in arrivo. Mi sa che và per le lunghe... D'altra parte, chi è che ci ha mandati qui tutti e tre?... Billy! Con Lui di mezzo, era "ovvio" che le cose si sarebbero complicate, neanche da dire... E magari "Lui", nel frattempo, se n'è andato a pescare, beato e felice, con la sua... Vittorina.
Rob de matt.
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o..che cosa si puo'fare con la tua pelle?
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molto meno che con quella di un orso, ma se "pensi" di venderla prima, pensi a salve!
o..che cosa si puo'fare con la tua pelle?
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molto meno che con quella di un orso, ma se "pensi" di venderla prima, pensi a salve!
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sinonparet
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(Cerca: tutti) - Iscritto il: domenica 18 gennaio 2004, 14:27
- Località: Milano
Gianni, Ti assicuro che avevo esattamente compreso il senso del Tuo scritto. Ti ringrazio dei complimenti, purtroppo il "guaio" è che a giocare a Biliardo, non s'impara leggendone (tutt'al più "male non fa") e inoltre, quel che è ancora peggio (almeno per quanto mi riguarda personalmente), è che "non s'impara" neanche... "scrivendone"... mannaggia la miseria.
Ciao
Luigi
Ciao
Luigi
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...il "guaio" è che a giocare a Biliardo, non s'impara leggendone (tutt'al più "male non fa") e inoltre, quel che è ancora peggio (almeno per quanto mi riguarda personalmente), è che "non s'impara" neanche... "scrivendone"...
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S'impara, s'impara, magari non si esegue, ma si impara, come ho scritto tempo fa secondo me ci sono 3 aspetti nell'apprendimento del biliardo: conoscere, eseguire e giocare...alcuni sono molto forti in uno o due vertenti e deboli in altro, quello che è sicuro è che il campione deve eccellere in tutte e 3, deve conoscere le meccaniche dei tiri, deve saperle eseguire e deve essere in grado di decidere quando è il momento giusto per eseguire un qualcosa che si conosce...mi smebra di aver fatto un casino boia, ma non ho tempo di rivedere lo scritto. A dopo.
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No es la adversidad la que separa los seres, sino el crecimiento... Pablo Neruda
...il "guaio" è che a giocare a Biliardo, non s'impara leggendone (tutt'al più "male non fa") e inoltre, quel che è ancora peggio (almeno per quanto mi riguarda personalmente), è che "non s'impara" neanche... "scrivendone"...
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S'impara, s'impara, magari non si esegue, ma si impara, come ho scritto tempo fa secondo me ci sono 3 aspetti nell'apprendimento del biliardo: conoscere, eseguire e giocare...alcuni sono molto forti in uno o due vertenti e deboli in altro, quello che è sicuro è che il campione deve eccellere in tutte e 3, deve conoscere le meccaniche dei tiri, deve saperle eseguire e deve essere in grado di decidere quando è il momento giusto per eseguire un qualcosa che si conosce...mi smebra di aver fatto un casino boia, ma non ho tempo di rivedere lo scritto. A dopo.
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Claus72
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(Cerca: tutti) - Iscritto il: domenica 21 dicembre 2003, 22:29
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riporto di nuovo su questo post...e con qualche anno in piu sulle spalle mi chiedo ancora, perche si insegna a schematizzare una serie di tiri e non a capir come va letto il biliardo, con che strumenti agire, insomma in poche parole con quale meccanica un tiro puo esser eseguito...ma badate bene con la parola meccanica intendo una visuale piu ampia del solo tipo di steccata...
Messaggio inserito da infinito
come fate a tentar di ricavare o eventualmente, inventare la "meccanica di un tiro" ..???
ma quanto e dura sto biliardo...
Ti rispondo con un'altra domanda: "Perché il biliardo è stato sempre spiegato, insegnato e costruito per schematizzazioni?
Cosa vuol dire "Schematizzare"?
Se per schematizzare s'intende ricostruire un tiro da un'esperienza passata a mio avviso questo è un approccio (seppur idoneo) limitante, perché non collima e non congiunge! Io non sono affatto convinto che per conoscere il biliardo ci sia bisogno (in primis) di esperienza.
FABIO
PS: ...e dall'esperienza, ahime, si passa spesso attraverso la fuorviante mitologia!
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Do not worry about your difficulties in Billiard. I can assure you mine are still greater.
Sono molti i motivi per cui molte cose non vengono spiegate... Possiamo andare per supposizioni: Non vengono spiegate perché...
1) non si conoscono, o meglio, si conosce il risultato attraverso un'altra strada.
2) non servono (o vogliono essere mantenute segrete :shockato: ). [Un modo come un altro per dire che non si sanno! ]
3) sono talmente complicate che è difficile spiegarle :shockato: . [Un altro modo, come sopra, per dire che non si sanno! ]
Chiaramente io credo più nella prima di queste ipotesi. Il fatto è semplice: finora sono pochissime le persone con cui ho interagito di biliardo che hanno saputo dare una valida soluzione al tuo stesso quesito, o che abbiano trovato una strada valida.
In questo c'è la testimonianza che finora non mi è stato presentato un sistema universale che collimi più situazioni o posizioni. Come si può ragionare il biliardo senza un minimo comune denominatore (come per me lo sono i CM-Fisici, per ElCid sono i Gradi). Come si può confrontare un giro ad aprire ed uno a chiudere se non si hanno parametri di confronto? Come si può scegliere ed orientare il cammino delle biglie senza una comune idea?
Dalla conoscenza delle traiettorie proprie del biliardo a priori si può applicare lo studio delle rotazioni, e fondere il sapere.
La fase applicativa-esecutiva fa parte di un altro contesto, e necessita di allenamento psicofisico e di ore di gioco. Da questa poi si somma una conoscenza a posteriori, il classico processo di feed-back, memoria visiva, molto utile... Ma in sostanza il fatto di ricondurre un tiro ad un'esperienza passata può essere un passaggio qualora si volesse svuotare la cache del nostro Sistema Nervoso, quindi per ottimizzare le esecuzioni, ma non è di certo, a mio avviso, la giusta via per giocare a biliardo.
Qualunque sia la via corretta, sicuramente questa non può prescindere dalla conoscenza di base: delle traiettorie, delle rotazioni, delle meccaniche esecutive, di rapporti di corsa... cose che si posso benissimo apprendere su buoni scritti.
Quando entrai nel forum (2 anni fa) esordi con la frase: "Non dargli il pesce, ma insegnagli a pescare", ed in parte mi riferivo proprio a questo. Adoperiamoci verso un sistema di apprendimento più comunicabile, ripetibile ed adattabile. Ci vuole una base!
Lungi da me generalizzare troppo la questione, ma si sta sollevando un problema piuttosto definibile anche a grandi linee... Spero quindi di non essere frainteso. Per me è auspicabile che si faccia più chiarezza.
FABIO
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Do not worry about your difficulties in Billiard. I can assure you mine are still greater.
1) non si conoscono, o meglio, si conosce il risultato attraverso un'altra strada.
2) non servono (o vogliono essere mantenute segrete :shockato: ). [Un modo come un altro per dire che non si sanno! ]
3) sono talmente complicate che è difficile spiegarle :shockato: . [Un altro modo, come sopra, per dire che non si sanno! ]
Chiaramente io credo più nella prima di queste ipotesi. Il fatto è semplice: finora sono pochissime le persone con cui ho interagito di biliardo che hanno saputo dare una valida soluzione al tuo stesso quesito, o che abbiano trovato una strada valida.
In questo c'è la testimonianza che finora non mi è stato presentato un sistema universale che collimi più situazioni o posizioni. Come si può ragionare il biliardo senza un minimo comune denominatore (come per me lo sono i CM-Fisici, per ElCid sono i Gradi). Come si può confrontare un giro ad aprire ed uno a chiudere se non si hanno parametri di confronto? Come si può scegliere ed orientare il cammino delle biglie senza una comune idea?
Dalla conoscenza delle traiettorie proprie del biliardo a priori si può applicare lo studio delle rotazioni, e fondere il sapere.
La fase applicativa-esecutiva fa parte di un altro contesto, e necessita di allenamento psicofisico e di ore di gioco. Da questa poi si somma una conoscenza a posteriori, il classico processo di feed-back, memoria visiva, molto utile... Ma in sostanza il fatto di ricondurre un tiro ad un'esperienza passata può essere un passaggio qualora si volesse svuotare la cache del nostro Sistema Nervoso, quindi per ottimizzare le esecuzioni, ma non è di certo, a mio avviso, la giusta via per giocare a biliardo.
Qualunque sia la via corretta, sicuramente questa non può prescindere dalla conoscenza di base: delle traiettorie, delle rotazioni, delle meccaniche esecutive, di rapporti di corsa... cose che si posso benissimo apprendere su buoni scritti.
Quando entrai nel forum (2 anni fa) esordi con la frase: "Non dargli il pesce, ma insegnagli a pescare", ed in parte mi riferivo proprio a questo. Adoperiamoci verso un sistema di apprendimento più comunicabile, ripetibile ed adattabile. Ci vuole una base!
Lungi da me generalizzare troppo la questione, ma si sta sollevando un problema piuttosto definibile anche a grandi linee... Spero quindi di non essere frainteso. Per me è auspicabile che si faccia più chiarezza.
FABIO
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Do not worry about your difficulties in Billiard. I can assure you mine are still greater.
Un post vecchio, ma un argomento sempre attuale.
X Luigi
Un carissimo saluto, sperando di leggerti ancora. (Luigi, ho quasi concluso la "mia tela di Penelope" )
Fabio scrive:
Tutte e tre le possibilità di Fabio arrivano molto vicine alla verita.
Aggiungo con parole mie "ognuno da quello che sa e come lo sa".
Infatti non sempre le cose non vengono spiegate come dovrebbero, ma questo non per cattiveria, ma bensi per scarsa conoscenza. le affermazioni: "Io ho sempre fatto così, il perchè non lo so, ma mi trovo bene" sono limitanti, se tutte le componenti del tiro sono uguali a al 100%, allora non c'è problema, ma basta che una bilia abbia un angolo differente, anche solo di un paio di gradi, e il tiro non riesce.
Per imparare bisogna conoscere, è inutile tentare di eseguire dei tiri, anche abbastanza complicati per ore e ore, se prima non si ha capito teoricamente cosa succede. Con questa base sia teorica che pratica, sceglere il tiro più adatto diventa una cosa facilissima, se poi devo dare l'effetto da una parte o dall'altra, dipende appunto dalla situazione e da dove voglio la battente dopo il tiro.
In questo mi aiuta sapere e averlo usato per indefinite volte,
come impugnare la stecca e come eseguire il ponte per questo tiro, come mirare ancora prima di posizionarsi sul biliardo,
come prendere posizione per il tiro, sempre mantenendo lo sguardo sul punto da colpire, la conoscenza dei colpi basi e i diversi attacchi sulla battente. Il modo di penetrare la battente a seconda del tiro, come rimanere immobile al momento del tiro, come respirare durante tutte queste fasi, come rialzarsi dopo il tiro.
Adesso arriva il fattore mentale, il giocatore per sceglere quale tiro fare ha bisogno come abbiamo visto di conoscenza (Teoria) e di esperienza (Pratica), per usare queste due capacità deve avere informazioni sul tiro da eseguire.
Dopo aver ponderato i prò e i contra dei tiri che ha nel proprio bagaglio, sia come esperienza che come capacità esecutiva, ne scelgle uno e non vi deve essere nessuna indecisione, ma solo determinazione assoluta sulla scelta del tiro, solo allora inizia la fase che ho descritto sopra del tiro vero e proprio. Dopo la scelta del tiro, la mente viene per modo di dire (un termine che uso spesso) "parcheggiata" e osserva soltanto.
Non va a bersi un caffè, ma rimane attenta ma non intralcia l'esecuzione del tiro.
Durante la fase di brandeggio, senza pensare o commentare, controlla soltanto se le informazioni e le decisioni prese prima del tiro, corrispondono a quello che vede in posizione di tiro, se tutto è corretto e ha la sensazione di aver trovato il punto da colpire, fa una piccola pausa, il cuoietto vicino alla battente e da l'ordine per l'ultimo brandeggio di caricamento, lentamente l'avanbraccio va verso dietro fino alla fine del brandeggio, adesso parte il tiro con una accelerazione verso avanti attraversa la battente per circa una decina di centimetri.
Ci si rialza e si contano i morti, il risultato del nostro tiro, non gli si da un giudizio, bensi si constata soltanto quello che è successo. Si, perchè se faccio i salti di gioa per un tiro riuscito alla perfezione, cosa devo fare le altre volte che questo non riesce, piangere o....?
X Luigi
Un carissimo saluto, sperando di leggerti ancora. (Luigi, ho quasi concluso la "mia tela di Penelope" )
Fabio scrive:
1) non si conoscono, o meglio, si conosce il risultato attraverso un'altra strada.
2) non servono (o vogliono essere mantenute segrete ). [Un modo come un altro per dire che non si sanno! ]
3) sono talmente complicate che è difficile spiegarle . [Un altro modo, come sopra, per dire che non si sanno! ]
Tutte e tre le possibilità di Fabio arrivano molto vicine alla verita.
Aggiungo con parole mie "ognuno da quello che sa e come lo sa".
Infatti non sempre le cose non vengono spiegate come dovrebbero, ma questo non per cattiveria, ma bensi per scarsa conoscenza. le affermazioni: "Io ho sempre fatto così, il perchè non lo so, ma mi trovo bene" sono limitanti, se tutte le componenti del tiro sono uguali a al 100%, allora non c'è problema, ma basta che una bilia abbia un angolo differente, anche solo di un paio di gradi, e il tiro non riesce.
Per imparare bisogna conoscere, è inutile tentare di eseguire dei tiri, anche abbastanza complicati per ore e ore, se prima non si ha capito teoricamente cosa succede. Con questa base sia teorica che pratica, sceglere il tiro più adatto diventa una cosa facilissima, se poi devo dare l'effetto da una parte o dall'altra, dipende appunto dalla situazione e da dove voglio la battente dopo il tiro.
In questo mi aiuta sapere e averlo usato per indefinite volte,
come impugnare la stecca e come eseguire il ponte per questo tiro, come mirare ancora prima di posizionarsi sul biliardo,
come prendere posizione per il tiro, sempre mantenendo lo sguardo sul punto da colpire, la conoscenza dei colpi basi e i diversi attacchi sulla battente. Il modo di penetrare la battente a seconda del tiro, come rimanere immobile al momento del tiro, come respirare durante tutte queste fasi, come rialzarsi dopo il tiro.
Adesso arriva il fattore mentale, il giocatore per sceglere quale tiro fare ha bisogno come abbiamo visto di conoscenza (Teoria) e di esperienza (Pratica), per usare queste due capacità deve avere informazioni sul tiro da eseguire.
Dopo aver ponderato i prò e i contra dei tiri che ha nel proprio bagaglio, sia come esperienza che come capacità esecutiva, ne scelgle uno e non vi deve essere nessuna indecisione, ma solo determinazione assoluta sulla scelta del tiro, solo allora inizia la fase che ho descritto sopra del tiro vero e proprio. Dopo la scelta del tiro, la mente viene per modo di dire (un termine che uso spesso) "parcheggiata" e osserva soltanto.
Non va a bersi un caffè, ma rimane attenta ma non intralcia l'esecuzione del tiro.
Durante la fase di brandeggio, senza pensare o commentare, controlla soltanto se le informazioni e le decisioni prese prima del tiro, corrispondono a quello che vede in posizione di tiro, se tutto è corretto e ha la sensazione di aver trovato il punto da colpire, fa una piccola pausa, il cuoietto vicino alla battente e da l'ordine per l'ultimo brandeggio di caricamento, lentamente l'avanbraccio va verso dietro fino alla fine del brandeggio, adesso parte il tiro con una accelerazione verso avanti attraversa la battente per circa una decina di centimetri.
Ci si rialza e si contano i morti, il risultato del nostro tiro, non gli si da un giudizio, bensi si constata soltanto quello che è successo. Si, perchè se faccio i salti di gioa per un tiro riuscito alla perfezione, cosa devo fare le altre volte che questo non riesce, piangere o....?
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