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Risposte da Laurindo

Tecnica, tattica, sistemi e materiali di gioco

Messaggioda sinonparet » mercoledì 27 aprile 2005, 12:45

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sinonparet
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Messaggioda laurindo » mercoledì 27 aprile 2005, 23:16

Ciao Roby, e grazie per il benvenuto e l’invito.
Mio sarebbe l’onore ed il piacere di partecipare al prossimo torneo di BiliardoWeb, spero di riuscire a venire su in quel del Nord, basta organizzarsi in tempo (2 mesi prima).
A proposito, complimenti  per le…. previsioni, …le forze sono forze!  Fra l’altro, a dire il vero, io non ho una Opel, ma una Ford. Andrà bene lo stesso? …
Un abbraccio, Girolamo
:)
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Messaggioda laurindo » mercoledì 27 aprile 2005, 23:26

x Martille e tutti gli interessati
Sistema x lo “sfaccio”, di Girolamo Sansosti
Ritengo che un tiro “di prima”, per esempio sfaccio forte a 3 passate, raddrizzo o raddoppio, sia più problematico da realizzare rispetto a tiri di calcio più difficili a prima vista ma che, tutto sommato, richiedono meno braccio e meno precisione.
Per prima cosa si deve stabilire la quantità di palla avversaria da colpire, in funzione della direzione che le si vuole impartire. Nel lontano 1995 avevo pubblicato due o tre articoli su quest’argomento, con la dimostrazione, fatta da me, della formula che serve per eseguire i tiri “di prima” per mandare l’avversaria nella direzione voluta, e c’erano tutte le direzioni in funzione della quantità di avversaria colpita (ovverossia del parametro d’urto PDU, che divide il raggio della biglia A in 10 parti). Riassumo. Se la battente B colpisce l’avversaria A mentre sta scivolando senza alcuna rotazione (è l’unico modo per avere una base geometrica oggettiva di partenza), allora l’angolo di deviazione dell’avversaria A, rispetto alla direzione di provenienza della battente B, sarà circa:
a)        nessuna deviazione se la battente B ha colpito piena l’avversaria A (PDU = 0, le 2 biglie proseguono nella stessa direzione di B);
b)        15 gradi di deviazione se la battente B ha colpito 3/4 della A (PDU = 5);
c)        30 gradi se la B ha colpito mezza biglia avversaria (PDU = 10)(vedi esempio in figura);
d)        45 gradi se la B ha colpito 1/4 della A (PDU = circa 15);
e)        circa 90 gradi se la battente ha colpito l’avversaria in estrema finezza (PDU = 20).
La cosa più importante è che alla B va dato colpo ed effetto a seconda della posizione della avversaria (per es. più o meno vicina al castello) in modo che la propria vada ad urtare poi la sponda lunga (o corta) con opportuna rotazione “contro” in modo da non ritornare sul castello a bere.
Il colpo (a scorrere o a retrò) e l’effetto, però, modificano leggermente la direzione della A, e il punto d’attacco sulla A va quindi leggermente rivalutato prima di tirare. Questo rimodifica leggermente la direzione della A, e va quindi leggermente di nuovo modificato il punto d’attacco sulla A. E’ come un cane che si morde la coda.
Altrimenti come farebbe il biliardo ad essere così difficile?
Ciao, Girolamo
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Messaggioda laurindo » mercoledì 27 aprile 2005, 23:37

“E ora non ti spaventare, e continua a rimanere fra noi, nonostante queste minacciose prospettive !”
^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^
Ciao Franco e grazie del benvenuto. Rispondendo a te, sull’angolo 20 e la garuffa, vorrei rispondere anche a tutti gli altri che me lo hanno chiesto a voce, magari telefonandomi dai posti più lontani. I miei lavori, come dici tu “estremamente tecnici”, sono stati solo due, pubblicati rispettivamente nel 1990 e nel 1995. Premetto che non scrivo tutto ciò per vanagloria o per farmi pubblicità ma, visto che il Forum di BiliardoWeb mi ha …ehm “spintaneamente” accolto (e ringrazio il Webmaster e tutto il popolo del forum di cui mi sento ormai parte) e visto che le domande fioccano, scrivo solo per chiarire una volta per tutte quello che sono state le mie pubblicazioni e quindi che cosa c’è dietro il fantomatico titolo del mio libro “La teoria dei gruppi nel gioco del biliardo”, un lavoro di 69 pagine che ha un posticino ormai sia alla Biblioteca Nazionale di Roma che in quella di Firenze.
Questo lavoro,  pubblicato poi in parte sul “Giornale di Fisica” della Società Italiana di Fisica nel 1995, è il risultato di quasi 10 anni della mia ricerca sulla teoria dei ribaltamenti del tavolo (isometrie del rettangolo) che in algebra costituiscono un insieme particolare chiamato “gruppo” e dei ribaltamenti delle traiettorie che da reali (cioè vere) diventano esterne al tavolo (e quindi virtuali). Grazie a questi oggetti algebrici sono riuscito, poi, dico poi perché a priori non sapevo certo dove sarei arrivato, a dimostrare delle regole geometriche che, da giocatore in erba, mi accorsi subito che sarebbero potute servire a tutti, soprattutto a chi come me che era agli inizi.
Trovai e dimostrai le regole dell’1/2 (successivo angolo 80 o angolo 0), dell’ 1/3 (che va bene per il traversino e la candela),  dei ¾  e dei 3/5 (che uso con opportune modifiche per il 3 sponde (successivo angolo 20) anziché l’angolo 50 che allora era sconosciuto ai più), la “regola iperbolica” che risolve il problema di impostazione geometrica della garuffa (quando l’ho scoperta non ho dormito per 2 notti), i punti di mira “interni” al tavolo, etc.
Il libro di cui sopra, da me pubblicato a norma delle leggi sul diritto d’autore, era solo per rendere note le mie ricerche così come, ovviamente, qualunque altro fisico-matematico avrebbe fatto (altrimenti, uno, che campa e ricerca a fare?). L’ho diffuso in tutti i modi, senza però mai ritenerlo un metodo per giocare, poiché la realtà è un po’ diversa dalle geometrie teoriche.
Successivamente, nel 1994, nacque una bella rivista che mi invitò a scrivere di biliardo.
La maggior parte degli articoli che ho pubblicato, circa 25, sono quindi usciti in edicola su questa rivista,  fra il 1994 e il 1997, più o meno. In questi articoli, che coloro che allora giocavano a biliardo sicuramente avranno avuto modo di acquistare o vedere, ho scritto in modo “adatto a chiunque” buona parte di tutte le mie ricerche, ritenendo che fossero non tanto necessarie ma, più che altro, utili sia ai principianti che ai giocatori già affermati. Commenti di allora: molti positivi, pochi negativi, alcuni indifferenti,…ma neanche una medaglietta. Siamo nel 2005 e, a distanza di 10 anni, il vostro desiderio di leggere i miei articoli vale molto di più di qualsiasi riconoscimento. Grazie di cuore. Adesso sono un po’ commosso e smetto di scrivere, perché sono arrivato lungo. Mi sto organizzando per farvi rileggere i miei studi e, per coloro che proprio non vogliono saper che vuol dire PDU (parametro d’urto)… beh un minimo d’impegno ci vuole, altrimenti, dico io, che “bricolliamo” a fare? A proposito, chi mi sa dire che vuol dire bricolla?...
Ciao Franco, ciao a tutti, Girolamo.
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Messaggioda martille » giovedì 28 aprile 2005, 8:36

Grazie Girolamo per le preziose risposte.

Poter disporre di una persona della tua gentilezza e disponibilità credo sia per il forum tutto una enorme ricchezza.

Complimenti, persone come te sono rare e preziose.

P.S. Mi sai dire dove posso acquistare i tuoi scritti?
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Messaggioda sinonparet » giovedì 28 aprile 2005, 9:12

Girolamo, wow che belle notizie che ci dai. Stai pur tranquillo che qui nel forum di gente che vuole leggere, rileggere e confrontarsi direttamente con te sugli argomenti trattati, ne trovi un bel pò e se fa piacere a te, noi (io sicuramente) ne sono lusingato! Ti aspettiamo!

P.S. Carina la faccenda delle due notti in bianco per la formula della garuffa  ;)
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Messaggioda luigi » giovedì 28 aprile 2005, 9:38

Bando alle amenità Biondo... cacchio hai fatto ieri con Giorgio?
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Messaggioda billy » giovedì 28 aprile 2005, 9:42

la “regola iperbolica” che risolve il problema di impostazione geometrica della garuffa (quando l’ho scoperta non ho dormito per 2 notti), … beh un minimo d’impegno ci vuole, altrimenti, dico io, che “bricolliamo” a fare?  Girolamo.




[/quote]
Dell’”iperbole equilatera a caduta d’effetto controllata”non conosco tutti i parametri ma qualche garuffa “entra”e cio’ mi basta essendo un tiro dove il bigliardo la fa da padrone,piuttosto…la mia curiosita’e’accentrata sulla percentuale di perdita della trasmissione dell’effetto da biglia a biglia,c’e’una regoletta che tiene conto anche delle rotazioni indotte dal PDU?
Cerco di spiegarmi…..se applico alla battente un effetto pari a ½ raggio colpendo direttamente la sponda avro’ un’angolazione di uscita di circa 15 gradi ,ma se colpisco l’avversaria a PDU zero (a parita’di tutti gli altri fattori in gioco)che percentuale perdo di angolazione di uscita finale di quest’ultima da sponda?il 50%?
Al variare poi del pdu subentra l’”effetto di porzione”che in funzione del raggio colpito accentua o decresce la qta’ di effetto impartito a battente,esiste una parametrizzazione?
Ririringrazio anticipatamente
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Messaggioda sinonparet » giovedì 28 aprile 2005, 11:52

[quote]
Bando alle amenità Biondo... cacchio hai fatto ieri con Giorgio?


[/quote]

Fai un giro nella sezione tornei... sigh sigh!
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Messaggioda Roby » giovedì 28 aprile 2005, 13:11

[quote]
Ciao Roby, e grazie per il benvenuto e l’invito.
Mio sarebbe l’onore ed il piacere di partecipare al prossimo torneo di BiliardoWeb, spero di riuscire a venire su in quel del Nord, basta organizzarsi in tempo (2 mesi prima).
A proposito, complimenti  per le…. previsioni, …le forze sono forze!  Fra l’altro, a dire il vero, io non ho una Opel, ma una Ford. Andrà bene lo stesso? …
Un abbraccio, Girolamo
:)


[/quote]
La ford in un altro post ha perso ...
Pero' penso di condividere l'opinione di tutto il forum se dico che ... puoi circolare anche con la Ford ...

BRUCEEEEEEEEEE !!!!!!!!!!!!!

RICORDATI ALMENO 2 MESI PRIMA il prossimo torneo ... altrimenti rischiamo di perderci il buon Girolamo ...

P.S.:
La Bricolla ?
Il termine bricolla nel biliardo deriva dal fatto che eseguendo il tiro, si disegna sul biliardo un rettangolo alto e stretto come era appunto la bricolla usata dai contrabbandieri per valicare le alpi portando in Italia sigarette tabacco e altri generi proibiti ...
Qui trovi un disegno esplicativo mentre a questo link: http://www.rtsi.ch/storie/vostrestorie_ ... scheda=193
trovi un filmato carino in dialetto comasco (dura 5 minuti) in cui si vede chiaramente tra le altre cose come veniva preparata una bricolla ...
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Messaggioda luigi » giovedì 28 aprile 2005, 13:11

Okay, mi sposto nell'altra sezione, però intanto che sono via, Tu e martille tenetemi il posto lì nell'incrocio, quando torno mica voglio stare in piedi...
Ciao
luigi
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Messaggioda Bruce » giovedì 28 aprile 2005, 13:18

So che deriva dal francese BRICOLE, non so però se abbia lo stesso significato della bricolla italiana.

* LE FORZE SONO FORZE *
Bruce
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Messaggioda dado04 » giovedì 28 aprile 2005, 13:24

non c'entra niente, ma mi sembra inutile aprire un altro post per una domanda!
Laurindo, ma per il torneo del giovedì in sala al Laser non ti riesci proprio a organizzare?C'è da aspettarsi cha magari stasera sbuchi dalla porta...??
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Messaggioda Roby » giovedì 28 aprile 2005, 14:15

Bruce non trovo corrispondenze ... le uniche che gtrovo sono queste:
Francese   Italiano

bricolage  riparazione
bricolé    riparato
bricoleur  stagnaio


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Messaggioda Mike » giovedì 28 aprile 2005, 14:23

Bricolla.

Sorta di cesta sostenuta da cinghie, che i contrabbandieri usavano per trasportare a spalla le merci.

E bravo Roby.

Girolamo, con la Ford puoi circolare, purchè sia a norme CEE. E poi, (detto fra noi) mica vuol dire che non monti su altro.  :D

Ciao






Scritto Da - Mike on 28 Aprile 2005  14:26:06
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