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Riflessione

Area aperta a discussioni su qualsiasi argomento, anche extra-biliardo

Messaggioda Roby » giovedì 16 settembre 2004, 11:28

Piu' che certo, lo conosco bene ... ;)

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Messaggioda Mike » giovedì 16 settembre 2004, 11:32

Sinon, non dire così, altrimenti un domani prima o dopo ogni gara saremo possibili al test dell'antidoping.
Se pensi che basta un caffè non si salva nessuno  :D
Ciao
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Messaggioda sinonparet » giovedì 16 settembre 2004, 12:49

Suvvia ragazzi, prendetela per ciò che era, cioè una semplice battuta. Chiedo venia... :(
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Messaggioda luigi » giovedì 16 settembre 2004, 16:01

Stralci (o quote) dagli ultimi post:   amelie: 1) (struca.... struca) - proprio ieri sera (più notte che sera) avevo scritto qualcosa sull’argomento in discussione (poi dopo un’ora di smanettamento, pigio il tasto sbagliato e... sparisce tutto) comunque, ad un certo punto ricordo che sottolineavo il fatto che il modo migliore per fare la scelta di tiro è proprio quello di: “semplificare” “semplificare al massimo” ... pertanto cara amelie, la tua mentalità pragmatica e “struca, struca” dovrebbe tornarti di grande aiuto in quelle circostanze e te lo dico molto seriamente.  2) è difficile fare un esame obiettivo dei nostri errori  -  se intendi esame dal punto di vista della scelta di tiro, può essere difficile, però io con esame degli errori intendo dal punto di vista “e-s-e-c-u-t-i-v-o” e farne l’esame in questo senso, è semplicissimo. Se di un tiro hai “sbagliato l’esecuzione” lo vedi subito, se è sbagliato “è” sbagliato non ci possono essere dubbi, inoltre un tiro sbagliato te lo ricordi perfettamente anche dopo la partita. Tutt’al più la parte difficile è “capire" dove tecnicamente hai sbagliato e come fare a correggerti, ma non farne l’esame in sè. Rimetti le bilie nella stessa posizione cha avevano in partita e... impari a farlo "bene". Semplice
3) cercare di non ripeterli è Esperienza?  -  NO è Pratica, Allenamento, Affinamento tecnico (vedi sopra). 4) Non so qual’è il tuo livello di gioco (sinon)  -  E’ un buon livello, io lo so perché l’ho visto.
Ryno: va fatto sopratutto CON  -  va fatto soprattutto... SEMPRE, senza “se” e senza “ma”. Se cominci a fare distinzioni fra avversari valutandone la pericolosità, intanto pecchi di presunzione e molto spesso equivale a incamminarsi mentalmente sulla strada della... sconfitta. Per quanto possa sembrare scarso un avversario, tieni sempre presente che non è lì per farti divertire, ma per... fotterti (in caso di censura il termine è “fott.. ti”).  
sinon (o Rino senza y) 1) un plauso e un abbraccio per la Tua frase iniziale, non potrei essere più in sintonia con Te, neanche se ti conoscessi da mille anni;  2) battezza tre o 4 tiri come assolutamente essenziali per vincere o perdere e da essi determina  se “prendere le... ecc...  -  Domanda: com’è possibile farlo “in partita”? Mentre un tiro “lo si gioca” o “lo si valuta”, come si può sapere se sarà uno di quelli essenziali (a meno che non ci si dia l’abitudine di considerare “a priori”, “tutti” i tiri come essenziali – guarda che non sto tentando di “darmi ragione a tutti i costi”), ma, sinceramente e obiettivamente, come si può (Mannone, Belluta, Albrito che sia o altri) sapere a priori se quel tiro è (o sarà) essenziale, quando, prima di tirarlo, non sai se lo farai giusto o lo sbaglierai e soprattutto non sai come replicherà l’avversario? In effetti, realisticamente parlando, un tiro (o tre o quattro) li si può “battezzare” come assolutamente essenziali solo... “DOPO” che è finita la partita. Solo dopo che l’incontro è terminato, facendo un esame dello stesso dal punto di vista dell’andamento strategico, si possono identificare quei tiri che ci hanno fatto vincere o perdere la partita. E’ una disamina utile, per accrescere il proprio bagaglio di esperienza, ma la si può fare solo a “bocce ferme”, a posteriori. Al massimo, “durante” l’incontro il giocatore (ed è anche per questa capacità che si distinguono i bravi) può avvertire la “sensazione” che l’incontro è in una fase decisiva o “sentire” che l’andamento della partita sta cambiando, che l’incontro non è “perso”, come sembrava, ma che si può recuperare o, viceversa, che un incontro che “sembrava” vinto, lo si sta perdendo, ecc., ma siamo di fronte a “sensazioni”, percezioni, e non a circostanze reali e concrete da valutare e ponderare, per fare la migliore scelta di tiro. Naturalmente, un giocatore può anche “dare retta” a tali sensazioni e quindi operare una scelta anziché un’altra, proprio perché ha questa intuizione, ma ciò esula da una disamina oggettiva e obiettiva della situazione di gioco presente sul tavolo, quando si assecondano le dette sensazioni, non si operano più scelte dettate dalla logica, ma dall’istinto. In questi casi più che un tiro, si “battezza" un momento della partita e su questo comportamento nulla ho da eccepire, non ritengo sbagliato lasciare un po' di libertà all'istinto, anche perché una scelta istintiva, a livello realizzativo, spesso riesce anche meglio di una scelta "imposta" dal ragionamento e dal raziocinio.
3) per amelie e sinon: “è la mia opinione” “è la sua opinione” “modestamente” ecc. ma volete smettetela una buona volta di sentirvi in obbligo di giustificarvi per le opinioni che esprimete o no? Intanto, quando uno (o unA) parla o scrive è “ovvio” che è la SUA opinione quella che dice o scrive, e di chi altro se no? E poi perché dovreste giustificarvi? Di che? Le vostre opinioni, come tutte le altre, hanno pari dignità di quelle di “chiunque” e quando dico chiunque, intendo realmente “chiunque”. Personalmente preferirei un: “Ho riflettuto sull’argomento in discussione e io la vedo così” Punto! Forse potrà sembrarvi che tutto questo non centra nulla con la nostra discussione di biliardo, io però penso che qualche implicazione la dia, infatti, come potete acquisire sicurezza nel vostro gioco se siete sempre titubanti e insicuri in merito a quello che “pensate” sulle problematiche del gioco stesso? L’importante (fondamentale) è non essere mentalmente chiusi alle opinioni degli altri, ma essere sempre pronti a cambiare la propria se quella nuova è obiettivamente migliore.
Ultima cosa, leggendo non fate l’errore di “personalizzare” la discussione, io mi rivolgo direttamente a Voi singoli, e questo potrebbe creare l’equivoco, ma non “parlo” a voi singoli, quanto dico, anche se prende spunto da quanto Voi dite va sempre inteso in senso generico e generale, niente di “personale”, anche l’ultima annotazione che parrebbe personale, io la rivolgo a voi perché è con voi che sto parlando, ma idealmente la rivolgo a tutti, come, del resto anche le cose dette prima.
Ovviamente, dato che scrivo lento (o forse scrivo "troppo"), quando sono pronto, altri si sono aggiunti e quindi, per dirla alla Bartali "sarebbe tutto da rifare". Nturalmente non rifaccio, ma aggiungo soltanto qualcosa presa dagli interventi successivi.
Billy, quell'attegiamento "farsesco" cui fai cenno, che a volte sembrava avere lo stesso Nocerino (se vi è capitato di vederlo sapere di cosa parlo), non credi che si potrebbe inquadrare in una sorta di tentativo di delegittimazione dell'incontro che si sta giocando in modo da renderne meno bruciante l'eventuale sconfitta? Una sorta di alibi a priori? Tipo quelli che quando si accorgono che la partita la stanno perdendo... la buttano sul ridere? Può essere? Per quanto riguarda invece il Tuo accenno all'istinto, credo d aver già detto più sopra qualcosa in merito.
Lupo - 1) Interpretare la partita in modo corretto, come ho cercato di spiegare prima, è fattibile oggetivamente solo quando è... finita, rivivendola "dopo". Quello che si deve fare "durante" è: Interpretare in modo corretto "ogni" singolo tiro "inquadrandone" l'esecuzione "nella partita".
2) che significa riuscire a vincere - non è detto, "giocare"(*) bene e vincere non vanno obbligatoriamente a braccetto, si può benissimo giocare bene e perdere. Se si gioca bene, ma si esegue(*) male, si può perdere, ma comunque (e questo è quel che conta) per vincere l'avversario avrà almeno dovuto "lavorare"; se si gioca bene, ma l'altro gioca meglio, si può perdere; chapeau, onore al merito, dopo ci può essere delusione, ma non amarezza, non rimpianto, non si torna a casa avviliti, anzi, in fondo, ci siamo divertiti, è stata una bella serata, peccato che sia andata male... sarà per la prossima.
(*) "giocare" e "eseguire" sono per me due concetti totalmente diversi;
es.: uno tira un giro realizza 8 punti e magari anche copre, ma se quella scelta non era comunque l'ottimale nel contesto della partita, io dico: ha "eseguito" bene, ma ha "giocato" male. Lo evidenzio, in quanto se non si tiene conto di questo mio modo di vedere le cose a volte le mie parole possono essere equivocate.
3) un tiro difficile non andrebbe "costruito", andrebbe... "EVITATO".
Vi saluto, passo e chiudo, ma... resto nei paraggi, oggi, come scelta di tiro, ho deciso che non faccio un tubo, salvo dialogare con voi marrani. Ciao



 






Scritto Da - luigi on 16 Settembre 2004  16:14:49
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Messaggioda Mike » giovedì 16 settembre 2004, 16:28

Salve a tutti

La domanda a come condurre o comportarsi in una partita di gara e semplice.
Fate finta di sostenere un esame, tutto ciò che sapete fare mettetelo in pratica, ovvio che sui tiri ostici si cercherà il tocco e nulla di più, in fin dei conti la gara non è altro che un esame e premierà chi sarà più preparato, nulla di più.
Quindi quando stringete la mano del vostro avversario, siate sorridenti e disinvolti. (non andate mica in guerra)
Molto spesso ci capita di stringere mani sudati, vedere volti pallidi, bracci tremolanti, alcuni al momento della stretta non ti dicono neanche “buona partita (o) vinca il migliore”  a questi viene a mancare la voce, senza fare altri esempi che già avrete avuto modo di vedere o provare.
Insomma non dobbiamo dimostrare nulla, solo di giocare una partita, quindi iniziamola nel migliore dei modi, senza ulteriori stress.
La prova dei tiri liberi deve essere svolta il più veloce possibile, da posizioni fisse con la sola bilia battente si provano 2 tiri di striscio, 2 tiri di tre sponde, 2 bricolle, 2 garuffe se volete e 2 candele, sono già tanti.
Evitate nei tiri di prova di tirare contro la bilia avversaria, tutto ciò non ha senso. (se proprio volete saperlo, io se lo faccio cerco il rimpallo)
Ora siete in gara, l’arbitro da il via. Qui la vostra concentrazione deve cadere sull’avversario, sopratutto nei primi tiri.
Se incontrate un Raff. sarà unitile coprirvi, anzi  lo favorite, lasciategli le bilie in vista naturalmente distanti, se fa uso di lenti patirà.
A un ciclopico Claus mettetegli le bilie a colla o al centro del castello, si scorderà il massè.
Ma usare queste tecniche contro l’esperto Billy saranno controproducenti, quindi una 90/60/90 al segna punti, vestita da vedo non vedo, avrà la meglio fra le varie astuzie.
In fin dei conti le partite variano a seconda dell’avversario che incontriamo, quindi oltre a usare la testa nel decidere e nell’eseguire il tiro, avete anche un avversario da studiare, fino alla fine della partita.
Ecco che il gioco si fa interessante quando: la tecnica e l’astuzia si fondono, la concentrazione non fugge, e il traguardo alla lavagna si raggiunge sul più bello, quando si domina.
Se poi si perde pazienza, il biliardo da sempre modo di rifarsi, sempre se da quella partita persa abbiamo appreso qualcosa, purtroppo a questo gioco per arrivare si deve praticare un lungo e costante apprendistato.
E ora continuate voi, io la mia l’ho detta.
Ciao.  :)
Mike



Scritto Da - Mike on 16 Settembre 2004  19:01:02
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Messaggioda billy » giovedì 16 settembre 2004, 16:34

[quote]

Billy, quell'attegiamento "farsesco" cui fai cenno, che a volte sembrava avere lo stesso Nocerino (se vi è capitato di vederlo sapere di cosa parlo), non credi che si potrebbe inquadrare in una sorta di tentativo di delegittimazione dell'incontro che si sta giocando in modo da renderne meno bruciante l'eventuale sconfitta? Una sorta di alibi a priori? Tipo quelli che quando si accorgono che la partita la stanno perdendo... la buttano sul ridere? Scritto Da - luigi on 16 Settembre 2004  16:14:49
[/quote]
Alcuni dovrebbero vivere una seconda volta come premio,altri(assessuato)...come castigo.
ciao amico
billy
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Messaggioda Stelvio » giovedì 16 settembre 2004, 17:16

intervengo per cercare di dire la mia (in poche righe, però !).
E' vero tutto ciò che è stato detto anche se apparentemente in contraddizione: il tiro è decisivo quando stai (o l'avversario sta) per chiudere ma anche un pallino sfiorato e non fatto a metà partita risulta poi decisivo quando sei a 97.
Così come la concentrazione e l'analisi post partita. Arrivare concentrati e mantenerla per tutta la partita e tutte le partite della batteria è cosa difficilissima ma è altrettanto difficile ammettere un errore (il Roberto Baggio che sbaglia un rigore, batte la punta del piede a terra facendo credere che la scarpa non era a posto o il terreno troppo molle!).
E allora, mi chiederete, dove vuoi arrivare ? qual'è la tua conclusione ?
Ognuno è fatto a modo proprio (fortunatamente) con i suoi pregi e le sue debolezze e con quelli deve convivere in ogni occasione, lavoro, scuola, biliardo, ecc. Conoscersi ed apprezzarsi per quello che si è è il modo migliore per affrontare le difficoltà o le emozioni. Io perdo spesso perchè mi assale l'emozione (anche se ne ho 50 ++) mentre vinco (raramente) in un momento di tranquillità in cui domino questa maledetta emozione. Sono fatto così, non posso impormi un comportamento, posso solo accettarlo e conviverci, almeno non aumento lo stato di ansia già alto di per se.
Non sono stato in poche righe come promesso e non so se ho portato valore aggiunto alla discussione... però lo spero.
Ciao

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Messaggioda lupomarino » giovedì 16 settembre 2004, 17:38

Eh no, caro Luigi. Stavolta non sono d'accordo con te. O meglio, temo tu non abbia interpretato correttamente quanto ho scritto.
1) Rivivere la partita mentalmente. E' una pratica assolutamente comune a tutti gli sportivi, per restare nel nostro ambito. Tutti gli atleti prima della loro performance "rivivono", "ripassano" mentalmente ogni gesto necessario per il raggiungimento di un risultato ottimale. E' ovvio che non sono una strega e non posso prevedere una vera partita. Infatti mi riferivo alla SIMULAZIONE dei tiri più impegnativi (soggettivamente). Ma l'effetto positivo più evidente e il raggiungimento di un buon livello di CONCENTRAZIONE (non mi stancherò mai di marcarne l'importanza).
2) Si può benissimo giocare bene e perdere. E chi dubita di questo? Ma non è in discussione, anche perché se perdo giocando bene vuol dire che il mio avversario ha giocato meglio di me o ha avuto più fortuna o tutte e due le cose... Luigi, amiamo questo gioco e ci piace giocarlo bene prima di tutto, ma se si tratta di competizione, uno solo vince... e nessuno può negare di aver cercato di essere lui, quello che vince. Per riuscire nell'intento occorre giocare meglio che si può e fare tutto quanto in nostro potere per mettersi nelle migliori condizioni.
3) Un tiro difficile andrebbe evitato. In linea di massima sono d'accordo, in genere c'è più di una soluzione per ogni tiro ed è bene scegliere quella con maggiori percentuali di riuscita che va di pari passo con le minori percentuali di errore...(sembra banale, ma non lo è). Anche se, e qui entra in gioco il CARATTERE, ognuno esprime in modo "personale" la sua verde poesia, osando, talvolta. Per fortuna, dico io, altrimenti avremmo tanti robottini programmati tutti allo stesso modo, impossibile, no?
Ma Luigi, ho scelto questo riferimento quale esempio di comportamento difronte ad una difficoltà.
Come per un tiro difficile, ripeto, quando sono in gara e conosco il prossimo avversario sarebbe conveniente cercare la concentrazione per la partita pensando alle sue caratteristiche psicologiche e tecniche, per esempio.
Conosco giocatori precisi di sponda come orologiai, ma perfidi colpitori e se voglio conquistare un tiro facile è meglio lasciare una palla a vista, piuttosto che una messa. Strano? Affatto. Ma lo sai benissimo cosa intendo dire. Siete tutti giocatori con una certa esperienza. Poi, se, nonostante le mie riflessioni, dovesse andare tutto in altra maniera, dovrò cercare di adattarmi al nuovo corso REAGENDO meglio che posso e se sono concentrata ho buone possibilità di riuscire nell'intento.

Uffa, scusami Luigi, e scusatemi tutti, se mi sono dilungata tanto, ma ci tenevo a chiarire.
Va meglio ora?
ciau
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Messaggioda billy » giovedì 16 settembre 2004, 17:45

[quote]
[quote]
 Io perdo spesso perchè mi assale l'emozione (anche se ne ho 50 ++) mentre vinco (raramente) in un momento di tranquillità in cui domino questa maledetta emozione. Sono fatto così.........Stelvio
[/quote]
condivido in toto i Tuoi "peccati" e i 50 li ho passati anch'io, verrò ad assistere alla Tua partita per.... stringerti la mano.
billy
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Messaggioda luigi » giovedì 16 settembre 2004, 18:30

Sone le 17.55, alle 18, salvo errori di programmazione su Eurosport, dovrebbe esserci il Campionato Mondiale di Trick shot, quindi avendo solo 5 minuti, non entro nel discorso, salvo che per dire due cose: 1) non vi nascondo che mi infastidisce piuttosto leggere nei post frasi: "in poche righe però!" "non sono stato in poche righe" "scusami, scusami se mi sono dilungata tanto"; Ma perché? Se avete cose da dire, perchè non metterci tutte le righe che vi servono per farlo? Più è lungo il post e più avete modo di rendere appieno quanto vi sentite di dire, che male c'è? Che motivo di scusarsi? Ripeto, mi infastidisce e mi mette a disagio, visto che io certo non lesino sulla lunghezza dei miei. 2) Lupo, non devi "personalizzare" il mio intervento, altrimenti, come mi sembra dalla tua risposta, Ti senti "toccata" da quel che dico, invece non è così, non lo è nelle mie intenzioni quando scrivo. Il citare quote del tuo intervento mi serviva solo per offrire punti di vista diversi, altre interpretazioni che si possono ricavare dai concetti da Te espressi. Se guardiamo un concetto da più punti di vista e interpretazione, il Tuo, il mio, quello degli altri, è probabile (o almeno possibile) che, con il contributo i tutti, si possa arrivare a darne (e quindi a ricavarne) l'interpretazione forse migliore o forse no, semplicemente ci proviamo. Ripeto non personalizzate; il nostro disaccordo (se c'è), non è fra "Me e Te", ma fra i nostri punti di vista su determinate particolarità ed è una fortuna che ci sia, perchè se fossimo d'accordo e quindi avessimo lo stesso punto di vista e lo stesso fosse "sbagliato", saremmo fregati entrambi nella nostra comune ricerca del miglioramento, non trovi? Ultimisima, perchè il programma alla TV è partito. Convivere con noi stessi così come siamo mi sta benissimo, però, Stelvio, se sei appassionato di gare e capisci che l'emozione ti condiziona, non è nemmeno giusto rassegnarsi passivamente perchè tanto dobbiamo convivere con noi stessi. Io cercherei invece, se posso, magari chiedendo consiglio ad uno psicologo o comunque a qualcuno che mi può aiutare in tal senso, di porvi rimedio o almeno di mitigarlo, se poi ci riesco bene, altrimenti pazienza, mi accetto come sono, ma non passivamente a priori senza nemmeno provarci. Altrimenti, lungo andare, diventa un "alibi". Alla mia "allieva", di fronte allo stesso problema emotivo, non essendo io in grado di aiutarla in questo campo che mi è alieno, ho sempre consigliato, se ne aveva l'occasione, di consultare chi potesse darle consigli giusti per vincere gli stati d'animo negativi indotti dalla gara, provarci almeno.
Chiudo, vi saluto e vado a vedermi un po' di "giochetti", sicuramente niente a che vedere col magico Sayginer, però sempre biliardo è.
Ciao
luigi
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Messaggioda sinonparet » giovedì 16 settembre 2004, 21:11

[quote]

4) Non so qual’è il tuo livello di gioco (sinon)  -  E’ un buon livello, io lo so perché l’ho visto.

2) battezza tre o 4 tiri come assolutamente essenziali per vincere o perdere e da essi determina  se “prendere le... ecc...  -  Domanda: com’è possibile farlo “in partita”? Mentre un tiro “lo si gioca” o “lo si valuta”, come si può sapere se sarà uno di quelli essenziali (a meno che non ci si dia l’abitudine di considerare “a priori”, “tutti” i tiri come essenziali – guarda che non sto tentando di “darmi ragione a tutti i costi”), ma, sinceramente e obiettivamente, come si può (Mannone, Belluta, Albrito che sia o altri) sapere a priori se quel tiro è (o sarà) essenziale, quando, prima di tirarlo, non sai se lo farai giusto o lo sbaglierai e soprattutto non sai come replicherà l’avversario? In effetti, realisticamente parlando, un tiro (o tre o quattro) li si può “battezzare” come assolutamente essenziali solo... “DOPO” che è finita la partita. Solo dopo che l’incontro è terminato, facendo un esame dello stesso dal punto di vista dell’andamento strategico, si possono identificare quei tiri che ci hanno fatto vincere o perdere la partita. E’ una disamina utile, per accrescere il proprio bagaglio di esperienza, ma la si può fare solo a “bocce ferme”, a posteriori. Al massimo, “durante” l’incontro il giocatore (ed è anche per questa capacità che si distinguono i bravi) può avvertire la “sensazione” che l’incontro è in una fase decisiva o “sentire” che l’andamento della partita sta cambiando, che l’incontro non è “perso”, come sembrava, ma che si può recuperare o, viceversa, che un incontro che “sembrava” vinto, lo si sta perdendo, ecc., ma siamo di fronte a “sensazioni”, percezioni, e non a circostanze reali e concrete da valutare e ponderare, per fare la migliore scelta di tiro. Naturalmente, un giocatore può anche “dare retta” a tali sensazioni e quindi operare una scelta anziché un’altra, proprio perché ha questa intuizione, ma ciò esula da una disamina oggettiva e obiettiva della situazione di gioco presente sul tavolo, quando si assecondano le dette sensazioni, non si operano più scelte dettate dalla logica, ma dall’istinto. In questi casi più che un tiro, si “battezza" un momento della partita e su questo comportamento nulla ho da eccepire, non ritengo sbagliato lasciare un po' di libertà all'istinto, anche perché una scelta istintiva, a livello realizzativo, spesso riesce anche meglio di una scelta "imposta" dal ragionamento e dal raziocinio.
3) per amelie e sinon: “è la mia opinione” “è la sua opinione” “modestamente” ecc. ma volete smettetela una buona volta di sentirvi in obbligo di giustificarvi per le opinioni che esprimete o no? Intanto, quando uno (o unA) parla o scrive è “ovvio” che è la SUA opinione quella che dice o scrive, e di chi altro se no? E poi perché dovreste giustificarvi? Di che? Le vostre opinioni, come tutte le altre, hanno pari dignità di quelle di “chiunque” e quando dico chiunque, intendo realmente “chiunque”. Personalmente preferirei un: “Ho riflettuto sull’argomento in discussione e io la vedo così” Punto! Forse potrà sembrarvi che tutto questo non centra nulla con la nostra discussione di biliardo, io però penso che qualche implicazione la dia, infatti, come potete acquisire sicurezza nel vostro gioco se siete sempre titubanti e insicuri in merito a quello che “pensate” sulle problematiche del gioco stesso? L’importante (fondamentale) è non essere mentalmente chiusi alle opinioni degli altri, ma essere sempre pronti a cambiare la propria se quella nuova è obiettivamente migliore.






Scritto Da - luigi on 16 Settembre 2004  16:14:49
[/quote]

Parto dal 3) ovvero dal fondo, ma questo, in genere, mi è consono (leggo il giornale partendo proprio dall'ultima pagina ma nn chiedetemi perchè, nn saprei cosa dire). Tornando al 3), numero tanto caro al buon Billy, dico che io, in genere, sottolineo la modestia delle opinioni che esprimo quando non ho la certezza assoluta della loro validità e questo lo faccio per evitare che altri, stimolati in qualche modo da quel che leggono, si spingano a provare e testare approcci magari del tutto non consoni alle loro attitudini. Insomma, la mia è una cautela sui generis, ma di questo si tratta. Viceversa, quando ho assoluta certezza che la mia tecnica, esecutiva o psichica, sia a prova di bomba, nn lesino a sottolinearlo e, a chi lo desiderasse, mi rendo disponibile alla dimostrazione pratica. Oggi come oggi il mio bagaglio contiene molti "modestamente" e altrettanti "per quanto ne so io" e pochi "se fai così fai certamente bene" ed in conseguenza di ciò, limito i diktat. Ma se domani mai mi riscoprissi bravo come considero io i bravi, nn temete che nn sarò un conservatore, anzi vi renderò partecipi di tutti i segreti acquisiti... quindi fate il tifo per me!! ;)

4) A proposito di livello di gioco, vi comunico ufficialmente che sono stato promosso di categoria. (Ehi, sono passato di 2^, cosa avevate pensato?). Evvai!!!

2) Questo argomento è il + delicato. Tutte le osservazioni che fa Luigi sono + che lecite e a molte di loro trovo difficoltà a dare risposte logiche che assecondino la mia concezione della condotta di gioco, e ciò è dovuto al fatto che essa stessa è per me quasi nuova. Come si fa a sapere se stiamo eseguendo un tiro essenziale per l'economia del risultato finale? Il punteggio è di per sè il miglior alleato e l'unica spia di allarme visibile a tutti noi. Tutto ruota intorno alla lavagna perchè è su di essa che si segnano i ns risultati. I primi 25 punti, poi i secondi, i terzi e così via.Nn è l'esito del tiro in se che lo rende essenziale, nn basta pensare che sia essenziale per vincere o perdere. L'essenzialità assoluta la ritrovi solo sul finale di partita e con punteggi molti ravvicinati.Luigi ad Aprile all'Olona ho giocato quella semifinale di cui sei stato in parte spettatore. Oggi a metà Settembre io ricordo i miei momenti chiave di quell'incontro e quelli del mio avversario. Magari nn ricordo di pagare l'assicurazione della macchina... E li ricordo perché li ho battezzati come tali durante la partita e nn dopo. Lo fai prima di eseguire e solo dopo sai se hai avuto davvero ragione ma credo che farlo sia obbligatorio. Discorsi mentali del genere” sono indietro di 10 pt, ho un giro brutto da tirare, se lo sbaglio largo lascio filotto, posso pagare altri 10 pt, e  una messa dura dopo” sono per me normali e pertanto, nel caso, sopra tutte queste valutazioni se rapportate al punteggio potrebbero fare di quella scelta un tiro  chiave come no. Non so quanto sia riuscito a chiarire di questa mia personale concezione e nn mi stupirei se avessi ingarbugliato ancora di + il discorso, ma ci ho provato. Buone partite a tutti e a risentirci.
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Messaggioda Claus72 » venerdì 17 settembre 2004, 9:10

Ave, civicum biliardae! (già che non lo so il latino me lo invento...)

Vediamo se riesco a dire qualcosa di intelligente...o quanto meno a dire veramente qualcosa.

L'argomento è interessantissimo e in certa misura riassuntivo, se prima avevamo discusso abbondantemente ed in termini astratti della biliardosofia, ora stiamo entrando nel campo ben più concreto della strategia.

Riprendendo un po' il discorso della biliardosofia, su quella discussione scrissi:

Ogni individuo ha una propria filosofia di gioco [...] che condiziona la sua strategia per la conduzione di una partita, questa, a sua volta, definisce la decisione tattica per ogni tiro che poi determina l'applicazione operativa di un numero x di accorgimenti tecnici parte del suo bagaglio cognitivo

Su questo ci trovammo un po' tutti d'accordo anche se rimaneva comunque un pensiero astratto, poi due dei nostri pragmatici (la Lupacchiotta mannara e il buon Mike...Amelie non intervenne in quell'occasione) portarono il discorso sul terreno meno scivoloso e impervio del mondo reale.

Faccio questa introduzione perchè credo che, in gran misura, questa discussione sia un'evoluzione di quell'altra sulla biliardosofia e perchè leggendo quanto si è scritto ho conferma del mio pensiero iniziale e mi dà spunti per ampliarlo.

Il biliardo è un gioco affascinante, per coloro che imparano ad amarlo come noi, perchè riesce a riprodurre in modo abbastanza fedele la vita stessa, fatta di scelte che devono essere ponderate in base ad un analisi della situazione. Mi si potrà obiettare che tutti gli sport hanno questa caratteristica, ed è vero, ma nel biliardo si ha un elemento in più: il tempo. Negli sport eminentemente fisci le cose succedono così in fretta che non hai tempo di pensare, devi solo reagire, i riflessi diventano quasi più importanti del cervello.
Da questa concezione microcosmica del biliardo è che mi è venuta in mente la definizione precedente.
La proposta di Luigi è quella di "...darsi un “abito mentale” che ci porti a valutare TUTTE le scelte di tiro come se da loro ne potesse sempre e comunque, scaturire una sconfitta..." nulla da eccepire su questo concetto, anzi, il problema è che se non si è abituati a operare così le scelte di vita sarà molto difficile farlo per le scelte di tiro, e questo mi sembra un po' quello che voleva dire Stelvio: ognuno è fatto a modo suo e a modo suo opera le scelte di tiro.
Questo mi porta anche ad essere d'accordo con Rino/sinon: si può determinare quali sono i momenti chiave di una partita, così come si può determinare quali sono i momenti chiave nella vita...e come nella vita una scelta sbagliata avrà conseguenze. Il bello del biliardo è che ti offre la possibilità di provare diverse scelte in situazioni analoghe...la vita molte volte non ti dà questa possibilità.

Chiudo questa filippica senza capo nè coda con un riferimento cinematografico: vi ricordate il grande Newman in "Lo spaccone"? Il personaggio fa il salto di qualità come giocatore quando la vita gli fa vedere che le scelte sbagliate hanno conseguenze, a volte serie, come nel film. Se ricordate i dialoghi finali "Fast" Eddie Felson dice qualcosa come: è la spina dorsale quella che fa il giocatore.

Facendo un esercizio come quello di Mike direi:

Un giocatore razionale e puntiglioso come Raff probabilmente sarà molto rigoroso nell'analisi delle condizioni soggettive ed oggettive per scegliere il tiro più adatto in ogni situazione.
Una persona attenta alle "mosse umane"(oggi ho Fast Eddie in testa) come Mike, sceglierà sempre il tiro che ti darà più fastidio.
Una pragmatica come Amelie sceglierà sempre quello con le migliori probabilità di riuscita.
Una persona studiosa e sensibile come Luigi sarà tanto puntiglioso nella scelta come Raff ma...anche l'occhio vorrà la sua parte.
Una persona cerebrale e appassionata come Billy cercherà la poesia in ogni tiro...anche se gli costa la partita.

Scritto Da - Claus72 on 17 Settembre 2004  09:23:59
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Messaggioda luigi » venerdì 17 settembre 2004, 9:38

Ciao Rino,
Il 2) come dici è abbastanza "ingarbugliato", quindi me lo leggo con calma.
La Tua risposta al mio 3, parte da un presupposto sbagliato, lo prendi come un rimprovero, mentre invece per me, mentre lo scrivevo, era (ed è) un attestato di stima e affetto nei confronti Tuoi e di amelie e con lo stesso identico spirito ho scritto anche i “rimproveri” a Lupomarino e Stelvio, sulla lunghezza dei loro post. Mi disturbava che persone verso le quali ho stima e affetto, si sentissero quasi in obbligo di scusarsi per aver espresso le proprie opinioni o per aver scritto una riga in più nel farlo. Esprimere le proprie idee con umiltà, va bene, ma quasi “umiliarsi” per averlo fatto o per essersi dilungati nel farlo, questo non mi piace. E non mi piace perché, a mio modo di vedere e sentire, ferisce VOI e questo, appunto per motivi affettivi mi da fastidio. Se questo è un “rimprovero”? Ebbene allora Vi ho “rimproverati”, ma non mi scuserò mai per averlo fatto.
Se poi per Te, come dici, è solo un modo per sottolineare che di un certo concetto non hai la certezza assoluta (attento, comunque, alla “certezza assoluta” è una affermazione che offre sempre a Billy l’opportunità, se ha voglia di farlo, di... fregarti), basta aggiungere in calce al post un: “Occhio Gente, a me sembra una buona teoria, però non sono sicuro se funziona”, molto semplice e certamente meno “svalutante” dello scusarsi per averla espressa.
Il punto 4), mio caro, se è una “promozione” per Te, è anche un attestato di “competenza” per me. Mi pare infatti di aver attestato il Tuo valore (e più volte di averlo sottolineato) in tempi lontani, in pratica mi è bastato vederti giocare... mezza partita. Perciò e qui mi rivolgo agli altri del Forum che fanno gare attorno Milano, se vi ritrovare contro sinonparet, occhio, perché è uno di quelli che... fanno Male. Naturalmente non vi svelerò la sua vera identità, per non privare l’Amico Rino del vantaggio della... sorpresa.
Vi saluto e... alla prossima.
Arrivo dopo il post di Claus, che purtroppo in questo momento non ho il tempo di leggere, comunque ritenevo di dovere a Rino (e forse anche ad altri) un chiarimento, quindi inserisco questo mio. Con questo vado fuori tema, ma appena letto l'intervento di Claus, ritorno... in riga. Bye
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Messaggioda Stelvio » venerdì 17 settembre 2004, 9:46

x Luigi: concordo sul fatto che se uno ha da dire qualche cosa non si deve porre limiti di "righe" e se questi riferimenti ti disturbano me ne scuso; a me, per contro, "spaventa" aprire una discussione e vedere un post di una pagina, forse perchè il mio tempo disponibile per leggerla è inferiore al tuo. Comunque leggo molto volentieri le considerazioni, le idee ed i suggerimenti di tutti.
Il ricorso allo psicologo mi pare eccessivo (forse Zito lo fa, ma al suo livello. ....) al nostro (ops, scusate, al mio) livello credo che giocare a biliardo sia un piacere e non una imposizione. Si gioca per vincere, ovviamente, ma sono convinto che se non provassi più emozione ed in certi momenti topici anche le fantozziane "mani due spugne" forse non mi divertirei neppure. Diventare un freddo robot calcolatore che conta anche quando ripone le biglie nella scatola, ripeto, può andare bene se il biliardo è il tuo lavoro e ci devi vivere, altrimenti preferisco "convivere" con le mie umane debolezze.
In conclusione desidero ripetere quanto già affermato nel post precedente. Tutti indistintamente, state dicendo cose giuste; non esiste solo il bianco e il nero, il buono e il cattivo: tutti i toni di grigio sono validi. L'ultimo tiro è decisivo ma del primo potresti pentirti a fine partita - la concentrazione è fondamentale ma le proprie "debolezze" vanno conosciute e sarebbe un errore ignorarle - la strategia di gioco dipende dalla partita, dall'avversario e dalla situazione che si è creata .....
Stiamo dicendo tutti (essendo tutti giocatori non neofiti) cose vere, sacrosante e da tenere in considerazione, ciascuno secondo le proprie capacità psico-attitudinali.
Leggerò volentieri e con interesse i vostri ulteriori commenti. Ciao e grazie per l'attenzione.

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Messaggioda luigi » venerdì 17 settembre 2004, 10:17

Avrò anche più tempo, ma non ne posso abusare più di tanto, quindi sarò lapidario. Condivido totalmente ogni Tua frase e vorrei avere il tempo di manifestartelo compiutamente, il tempo non ce l'ho, quindi ripeto solo che sono in perfetta sintonia con tutto quanto dici. Non ti sei scusato, hai scritto quanto ti sentivi di scrivere e.... E' STATO UN PIACERE LEGGERTI.
Ciao
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