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velocità della palla

Tecnica, tattica, sistemi e materiali di gioco

velocità della palla

Messaggioda luigi » giovedì 12 agosto 2004, 17:36

Dato che non ricordo sotto quale argomento si era sviluppata la discussione sulla velocità della palla battente, apro una sezione ad hoc per l’occasione. L’Amico macsimo mi ha inviato la traduzione dell’articolo americano che avevo preannunciato tempo fa sull’argomento, quindi ve lo propongo integralmente.
“Nuovi approfondimenti sul break” “Quale peso di stecca si deve usare per l’apertura (break) nel 9-ball e 8-ball? Cerchiamo la risposta nella scienza.” di Robert Byrne
La “spaccata iniziale” è probabilmente il tiro più importante nei giochi “palla 8” e “palla 9”, malgrado ciò, non ci sono norme generali a proposito di come debba essere eseguito.
La palla battente deve essere posta al centro? Pochi pollici distante? Oppure così vicino alla sponda laterale da dover fare il ponticello sulla sponda?
Guardando i più importanti tornei si possono osservare tutte queste soluzioni. E si possono osservare anche una varietà di modi di impugnare la stecca, di colpire e  di impostarsi.
Nell’ultimo paio di anni la posizione della palla battente nel tiro di “rottura” (break), ha migrato verso il lato del tavolo nei tornei di “palla 9”. “Spaccare” dal lato, asseriscono i giocatori, porta a ridurre le possibilità di steccare e parrebbe far muovere maggiormente la biglia nove, oltre ad incrementare le possibilità di imbucare la uno.
Nessuno studio è stato condotto per confermare queste supposizioni.
Anche il dubbio a proposito di quale stecca utilizzare per l’apertura non è stato sciolto. Deve essere lunga, corta, sottile, spessa, leggera o pesante?
E’ necessario utilizzare per l’apertura una stecca differente da quella usata per il gioco?
Nick Varner (che pesa solo 115 libbre ma ha una spaccata molto potente) apre con la stessa stecca da 19 once che utilizza per il gioco perché non vuole tra le mani niente che non gli sia familiare per realizzare un tiro così importante. Lo svantaggio, che egli stesso ammette, è che il cuoietto si schiaccia e deborda molto velocemente.
Non molto tempo fa, molti giocatori pensavano che utilizzare una stecca pesante fosse meglio per l’apertura adesso il consenso sta girando dalla parte opposta. Mike Sigel, per fare un esempio importante, gioca con una 20 once e apre con una 18 once. Qual’è il peso migliore per l’apertura?
L’obiettivo è imprimere alla battente la maggiore velocità possibile, entrando con la massima angolazione sulla formazione a “rombo” delle biglie. Il problema è che tanto più forte colpisci la battente, tanto minore è il controllo che hai su di essa.
Recentemente ho cercato di risolvere parte del problema con l’aiuto degli studi compiuti in materia e delle leggi della fisica. Trascurando la precisione, quale tipo di stecca (in relazione al peso) permette di imprimere la maggiore velocità alla battente? Questo è l’interrogativo posto alla scienza.
Una stecca pesante un’oncia si accartoccerebbe contro la palla; una stecca pesante 100 libbre non potrebbe essere lanciata ad una velocità sufficiente. Da qualche parte, nel mezzo, c’è il peso ideale e una banda di coraggiosi ricercatori sta provando a trovarla.
Gli esperimenti, che erano buffi se non conclusivi, furono condotti nel mio garage e nel mio viale di accesso, il 18 aprile 1989. Senza la presenza di alcun membro del comitato del Premio Nobel, ne alcuno spaventoso peso-massimo. Ad assisterci con stecche di vario peso, blocchetti per appunti, calcolatrici, e “nastri per misure” c’erano Mike Shamos, che è un membro della facoltà di fisica a Canergie-Mellon a Pittsburgh; Bob Jewett, che è un ricercatore scientifico per la Helwett-Packard; Tony Annigoni, che una volta ha battuto Jim Rempe due volte per vincere un torneo di “palla 9” a Sacramento, California; e Lee Simon, che possiede un negozio chiamato Billiards Unlimited ed è un esperto di stecche e tavoli. Diversi vicini e passanti minacciarono di chiamare la polizia.
Ecco la situazione: Simon stava installando un tavolo da biliardo (un Black-and-brass Gandy) nel mio garage. Prima che le sponde fossero applicate, c’era la possibilità di provare un esperimento suggerito da Robert Callahan, un professore di scienze all’università statale di Morehead ne Kentucky. In assenza di equipaggiamenti elettronici, la velocità della palla battente può essere calcolata sparandolo oltre la fine del tavolo e misurando quanto volasse lontano prima di toccare il pavimento…o, nel mio caso, il vialetto.
Mi ricordavo la maggior parte delle equazioni di balistica applicabili, dalla scuola di ingegneria, ma per essere sicuro di ricordarle correttamente, consultai il dottor Gorge Onoda del centro di ricerca Watson della IBM a Yorktown Heights, N. Y.
Era Onoda che studiava i videotapes e gli oscilloscopi per calcolare che la palla raggiungeva la media di circa 24 mph nel gioco “palla 9”.
I suoi risultati apparvero nel numero di Billiards Digest dell’aprile 1989.
L’equazione principale per il test Callahan è semplice: S=1.76D (approssimativamente), dove S è la velocità (speed) della palla in mph e D è la distanza orizzontale in piedi (feet) misurata dalla fine del tavolo al punto in cui la palla tocca il suolo.
Questo considerando che il tavolo sia alto 29 pollici.
Una palla lanciata a 24 mph, atterrerà a 13,5 piedi oltre la fine del tavolo.
Dopo aver rivestito il vialetto con una copertura, a turno colpivamo la palla spedendola fuori dal tavolo più forte che potevamo, usando sei stecche di diverso peso da 9,5 a 25,9 once.
Furono effettuati e misurati 67 colpi.
Jewett registrò i risultati e più tardi li riportò su un grafico.
Nessuna palla fu persa e nessuna finestra fu rotta.
Una media di 1,374 lattine di birra fu consumata per ogni ricercatore.
I risultati furono suggestivi ma non conclusivi, in parte per la discontinuità dei tiratori (le distanze percorse variavano del 20 % da colpo a colpo) e in parte perché non avevamo una stecca per ogni valore di peso nella gamma tra 18 e 21 once.
Simon fece i tre colpi migliori, raggiungendo 23,72 mph con una stecca da 20 once, 23,29 mph con una di 19,5 e un sorprendente 22,85 mph con una 17,9 once.
Nessuno superò i 20 mph con la stecca di grafite da 25,9 once.
Furono usati due palle, una da pool del peso di 5,9 once e una da carambola di avorio da 7,35 once.
La sesta e la settima maggiori velocità (22,42 mph e 22,28 mph), furono realizzate da Simon usando la stecca da 19,5 e colpendo il palino da 7,35, il che deponeva fortemente in favore delle stecche più leggere. Le prove deposero anche contro l’uso di stecche pesanti.
Quando il professor Callahan fece lo stesso tipo di test nel Kentuky riuscì,con un colpo straordinario in cui tutto andò per il meglio ad imprimere alla palla la velocità di 30 mph con una stecca da 20 once sebbene lui pesasse solo 145 libbre.
Come ci riuscì? Praticando karatè dall’età di 15 anni.
Lanciando il suo corpo in avanti e ruotando il busto cosicché il tutto raggiungesse la velocità massima al momento dell’impatto da aggiungere a quella della stecca.
La precisione tuttavia finì fuori dalla finestra.
Se riesci a spingere avanti una stecca pesante velocemente quanto una leggera, puoi spaccare più forte perché la velocità della palla dipende sia dal peso che dalla velocità della stecca.
La formula non è complicata.Per sapere quanto veloce viaggerà la palla dopo essere stato colpita dalla stecca, raddoppia il peso della stecca, moltiplicalo per la sua velocità e dividi il risultato per la somma del peso della biglia e della stecca.
Per fare un esempio immaginiamo che la stecca pesi il triplo della biglia (18 once  contro 6 once).
In questo caso la palla lascerà il tacchetto a una velocità pari a 1,5 volte quella della stecca.
Se la stecca pesa quattro volte la biglia (24 once contro 6), la palla raggiungerà una velocità pari a 1,6 volte quella della stecca.
In altre parole, aggiungendo il 33% del peso della stecca aggiungi un guadagno pari a solo il 6,6% alla velocità del pallino. Dato che non si può spingere una stecca pesante molto velocemente, il guadagno è comunque basso. Se si considera anche l’importanza della precisione e del controllo,che sono più facili da raggiungere con una stecca leggera, mi parrebbe che non ci siano altri argomenti.
Le stecche leggere sono le migliori. Mike Siegel ha ragione.
C’è una ulteriore conferma nel “Book sport science” del 1984, da Peter J. Brancazio, professore di fisica al Brooklyn College. Anche se non riguarda esattamente la spaccata nel pool, egli esaminò minuziosamente qualcosa di simile: la collisione tra la palla da baseball e la mazza. Sull’argomento del trasferimento di energia, egli scrisse a pagina 230: “…è più vantaggioso per un battitore cercare di spingere una mazza leggera a una velocità maggiore- o in altre parole la velocità della mazza è più importante del suo peso.” Inoltre una mazza da baseball, come anche una stecca, più leggera può essere maneggiata con maggior precisione di una pesante.
Quale sia il peso ideale per la vostra mazza da baseball o la vostra stecca da biliardo,ovviamente, dipende dalla misura della vostra “apertura alare”, la forza delle vostre braccia, o se siete o meno cintura nera di karate.
Volete fare altre ricerche per conto vostro? Allora fate come farò io la prossima volta: usate una pistola radar (*).
Nota: oltre alle persone menzionate, vorrei ringraziare Pat Fleming,David Howard e Nick Varner per le istruttive discussioni sul tiro di apertura.

(*) Probabilmente Byrne, si riferisce all’uso di una specie di Autovelox, il che potrebbe anche essere una buona idea....
Per i non esperti di lingua inglese (come me del resto), alcune note esplicative, nel caso vogliate far di conto:  oncia = gr. 28,35  (gr. 31,10) non so il perché di questa differenza, forse c’è differenza fra Gran Bretagna e America, Bhò!
pollice = cm. 2,54  -  miglio = Km. 1,6093  -  feet (piede) = cm. 30,48

Spero sia stata una lettura piacevole. A me, fra le altre cose, sembra interessante il discorso di misurare la velocità della palla, misurando la distanza che la stessa percorre prima di toccare il suolo??? C’è poi una formula suggerita, la quale però prevede di inserire nel calcolo un elemento: “moltiplicalo per la sua velocità” che, a differenza degli altri dati concreti, per sua stessa natura, non è quantificabile...
billy, appena ho potuto ho mantenuto la promessa, quindi... sono perdonato? Ciao
Un saluto a Tutti e, naturalmente, GRAZIE macsimo.
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Messaggioda billy » giovedì 12 agosto 2004, 20:02

come spesso ...Ti dobbiamo...un caffè.
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Messaggioda luigi » venerdì 13 agosto 2004, 0:31

Ciao billy, cosa te ne pare? Interessante non trovi?
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Messaggioda billy » venerdì 13 agosto 2004, 9:19

[quote]
Ciao billy, cosa te ne pare? Interessante non trovi?


[/quote]
Tutto più che interessante,mi resta un quesito: fino a quale velocità d'impatto la sponda "regge"? Io credo che non si vada oltre i 30 kmh,Tu che pensi a tal proposito?
Non Ti sto chiedendo misurazioni scientifiche ma solo Tue sensazioni.
ciao e "acie"
billy
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Messaggioda luigi » venerdì 13 agosto 2004, 12:51

Dal punto di vista “reale” non ho idea di quale velocità massima possa sopportare la sponda, in linea teorica potrebbe anche essere superiore ai 30 Kmh, visto che, come si dice nell’articolo un tizio provando ha raggiunto quasi i 50. Se però facciamo un discorso rapportabile alla pratica, quindi una velocità che sia ancora, in qualche misura, “governabile”, direi che dobbiamo stare parecchio sotto i 30 Kmh. Un tre passate e mezzo, probabilmente non supera i 20, forse si arriva a 30 tirando una “ottavina reale” di nove sponde, come violenza del gesto mi sembra abbastanza simile alla spaccata del Pool, certo che come... “governamento”... Piuttosto, partendo da quanto detto nell’articolo, si potrebbe aprire un nuovo fronte di discussione circa: “il peso ottimale della stecca”. Quanto scritto da Byrne direi che conferma il detto: “ciò che si perde in peso, si acquista in velocità” e questo legittima (e rende logico) quanto ebbe a dirmi il compianto Proserpio ani fa: “Italiana stecca leggera, goriziana stecca pesante”. Ti premetto che non sono un esperto di stecche, mi limito ad ascoltare, però sull'argomento si sente dire di tutto, si passa dai 580 ai 700 gr., senza una reale e logica motivazione fra l’uno o l’altro peso e, Proserpio a parte, da nessun altro ho sentito fare distinzione di peso in rapporto alla specialità praticata. Da qualche parte ho letto che il peso della stecca dovrebbe essere in rapporto di 3 a 1 col peso della bilia (forse questo è quello che preferisci, vista la Tua predilezione per il “3”). Bhò? Qualche idea a riguardo? Ho premesso di non essere un esperto in materia, aggiungo anche di non essere nemmeno fra quelli che fanno della stecca il “capro espiatorio” preferito dei propri errori di gioco, ne, quando mi capita di steccare guardo con occhio risentito il... cuoietto... come se fosse “colpa sua”, in quanto profondamente, totalmente ed assolutamente convinto e certo (di “questo” sono.... “certo”) che la colpa è SEMPRE, solo e soltanto, del giocatore e mai dell’attrezzo. Ciao billy, buon Ferragosto, ovunque Tu sia.
PS. Mai avuto spiegazioni dal Grande Vecchio in merito al fatto che Lui, unico fra tutti, misura il punto di bilanciatura della stecca... partendo dall’alto, anziché da fondo? Dove gli altri dicono: “40”, Lui dice “102”. "acie"
Luigi








Scritto Da - luigi on 13 Agosto 2004  12:55:39
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Messaggioda billy » venerdì 13 agosto 2004, 16:02

Sono fra i monti,salutari passeggiate con il cocker per smaltire le rotondità del "cimitero dei polli",rientro a fine mese,non dimenticherò di chiedere...un caffè.

salutone
billy
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Messaggioda blackout » venerdì 13 agosto 2004, 16:53

Interessantissimo... grande Luigi :-)
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Messaggioda Claus72 » venerdì 13 agosto 2004, 17:19

Salve ragazzi! (le ragazze sembrano essere tutte in vacanza)

Veramente interessantissimo l'articolo, ho avuto la fortuna, grazie a Luigi, di leggerlo in lingua originale (complimenti a macsimo per l'ottima traduzione in "biliardese").
Riguardo all'idea della pistola radar mi sembra, e correggetemi se sbaglio, che il risultato sarebbe un po' falsato, visto che la velocità dipende dallo spazio e dal tempo, e questi aggeggi misurano la velocità in un istante di tempo piuttosto ridotto (mi sembra 1 secondo) non si otterrà il risultato della velocità della palla per coprire un determinato tragitto (l'ottavina, per esempio) ma si saprá la velocità che aveva in quel preciso istante di tempo, essendo il movimento delle biglie un moto uniformemente decelerato questa misura non necessariamente corrisponderà alla velocità del tiro, anche se può servire per rispondere al quesito di billy, potremmo sapere qual'è la velocità massima d'impatto prima che la sponda cominci a...farne delle sue...spero di non aver incasinato troppo il discorsoImmagine

Per quanto riguarda, invece, l'argomento peso della stecca a me ha sempre incuriosito il perchè dell' uso di stecche così pesanti per il gioco dei birilli. C'è chi dice che così si trasmette più energia alla biglia avversaria, ma a me questo ragionamento non finisce di convincermi...proprio per quanto illustrato dall'articolo: la velocità della palla sarà maggiore con una stecca più leggera. I carambolisti usano tutti stecche tra le 17 e 19 once (480~530 grammi), con rare eccezioni che usano tra 20 e 21 once (come il sottoscritto), ma alcuni giocatori di birilli usano stecche che arrivano alle 25 oz (710 grammi)!!!
Ovviamente questo dipende dalle caratteristiche fisiche del giocatore, ma mi sembra che pochi arrivino a scegliere i loro peso in funzione di questo, bensì in funzione di consigli e/o scimmiottaggi del maestro di turno.
Per quanto mi riguarda ho fatto un sacco di esperimenti prima di situarmi sui 580 grammi (tanto per la carambola come per il pool (di fatto uso le stesse stecche per i due giochi)), e ho deciso di trarre vantaggio delle mie possibilità fisiche: sono un ragazzone di 1.83m per 100 Kg di peso, con le braccia molto lunghe e con molta velocità nelle mani grazie al ping-pong e alle arti marziali, ho un altro amico con caratteristiche fisiche simili ma non tanto veloce, lui usa 18 once (510 grammi) e riesce a fare quasi tutto quello che faccio io (tranne i massè e alcuni tiri da esibizione...lì è dura battermi  :ok: )
Gli esperimenti che abbiamo fatto consistevano in: tiri di 7 sponde, retró a tutto biliardo e giri con colpo in testa e palla piena. Il peso che ci permetteva realizzare questi tiri con maggior facilità...era il nostro peso
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Messaggioda luigi » venerdì 13 agosto 2004, 18:56

Salve Gente, in relazione all'articolo di Byrne, se altri si fanno avanti per la traduzione (mica possiamo infierire sempre sul "povero" macsimo), posso  trovarne altri. Su Billiards Digest quasi ogni mese c'era un suo articolo, inoltre, intressanti erano anche quelli di "the Monk" (il frate), che trattavano quasi esclusivamente argomenti di carattere psicologico legati al gioco, insomma, se ci sno dei "volontari", io mi impegno a spedire il materiale, ovunque ed a chiunque, purchè chi lo riceve si impegni a tradurlo, mettendolo poi a disposizione di tutti. Fateci un pensierino... a proposito, Claus, perchè non metti la traduzione della "Storia del massè", in attesa che si riesca ad inserire tutto l'articolo, una volta superati i problemi tecnici? In merito al discorso peso stecca, a parte il rapporto 3 a 1 (bilia 210 = stecca 630), che non so ne da dove provenga ne quale logica lo sorregga; in relazione al raffronto con la carambola (bilie e biliardi uguali), si dice che la differenza di peso trova giustificazione nel fatto che nella carambola si deve far "muovere" la battente, mentre all'italiana "l'avversaria". Questo è quanto si sente dire in giro, personalmente non ho un'opinione in merito, comunque, ripeto, che trovo un certa logica nel discorso di: stecca leggera per i 5 birilli e più peso per i "9", anche per quanto scritto nell'articolo di Byrne. L'idea dell'autovelox era buttata lì a caso, per dare un senso al termine "radar gun", citato nel'articolo e in merito al quale anche macsimo aveva delle perplessità circa l'esatta traduzione, radar gun = autovelox? Bhò.
Saluti e Buon Ferragosto






Scritto Da - luigi on 14 Agosto 2004  10:42:37
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Messaggioda luigi » domenica 15 agosto 2004, 17:15

Chissà perché, ma oggi ho la netta sensazione di... parlare da solo, tra mari, monti e quant’altro, mi sa che siamo rimasti veramente in pochi qui a “tirare la carretta”. Comunque, visto che non ho niente di meglio da fare, tanto vale aggiungere qualche riflessione suggerita dall’argomento “peso stecca”. Alcuni giorni fa mi è capitato di scrivere una frase che probabilmente a molti sarà sembrata, se non balorda, almeno provocatoria. La frase era: “Nel biliardo, l’unica cosa certa che ho trovato è che... non c’è niente di “certo””. Un po’ paradossale la è, però molto meno di quanto possa sembrare, prendiamo, per esempio, l’ultima chiacchierata sul peso della stecca. L’articolo di Byrne attesta chiaramente che con una stecca leggera si riesce ad imprimere maggiore velocità alla steccata e quindi, di conseguenza, maggiore velocità alla palla battente, così stando le cose, sembrerebbe abbastanza logico dedurne il postulato che: per giocare ai 5 birilli, ove la componente velocità è più influente, la stecca leggera è meglio, mentre a goriziana, ove il gioco è più calibrato su forze misurate, dovrebbe preferirsi la stecca più pesante (in effetti è quanto sosteneva Proserpio). Vista l’innegabile logica del ragionamento, si potrebbe concludere di aver finalmente definito un postulato abbastanza... “certo”, ma siamo sicuri? Siamo proprio sicuri che nel biliardo la ragione segue sempre la logica? Guardiamo il tutto da un’altro punto di vista. Prendiamo la carambola, se il postulato suddetto  fosse “certo” per noi, dovrebbe esserlo altrettanto anche per Loro, eppure nei fatti non è così. Infatti, Claus potrà confermarlo, nella specialità delle tre sponde, ove occorre far muovere anche di parecchio le bilie, si usano stecche più pesanti che non nelle altre specialità quali: libera o quadro. Eppure queste ultime richiedono tocchi calibratissimi, addirittura nella “serie americana”, le bilie si muovono in pochi centimetri (quando non ... millimetri), nonostante ciò, i carambolisti adottano stecche sensibilmente più leggere che non nella “tre sponde”, e allora? Ecco quindi che tutta la logica del ragionamento iniziale e quindi lo stesso postulato da essa dedotto, va a farsi friggere, per cui dal “certo” siamo tornati al... “non certo”. E vai così… ma che bel giochino ci siamo scelti.
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Messaggioda Claus72 » domenica 15 agosto 2004, 19:46

Ciao grande Luigi

Non ti spaventare che non sei mai da solo...'mazza che luogo comune questo  ;)

Innanzitutto una piccola nota personale: scusa se non ho ancora risposto alla tua bella missiva, ma sono presissimo dal lavoro e voglio scriverTi con molta calma...quindi dovró aspettare che scenda leggermente la marea.

Venendo invece agli argomenti in tavola:

- Io mi offro volontario per tradurre qualsiasi cosa in inglese o spagnolo (magari anche in russo, ma quelli sul biliardo non hanno scritto molto)
- Tornando al discorso peso stecca...Io non credo che un peso maggiore proporzioni una miglior misura, una massa maggiore a pari velocità dovrebbe sprigionare maggior energia al momento dell'impatto (o sbaglio?), quindi dovrebbe essere più facile muovere una biglia di centimetri, o millimetri, con una stecca più leggera. Il quid della questione è la velocità del movimento, oltre un certo peso, come dimostra Byrnes nel suo articolo, le limitanti fisiche de giocatore cominciano a farsi sentire: se non si è dotati di molta forza l'incremento della massa non necessariamente porterà a maggior trasmissione di energia, visto che non si riuscirà a muovere l'attrezzo con la stessa velocità di una stecca più leggera.
Questo piccolo ragionamento spiegherebbe la differenza tra le stecche da libera e cuadro e le 3 sponde: una stecca leggera per la libera e cuadro (sull'ordine dei 480~500 grammi) e più pesante, ma non troppo, per le tre sponde (dai 540 ai 580 grammi)...rimane l'incognita del come e del perchè ai birilli si è arrivati a questi pesi, a mio giudizio, esagerati...forse la colpa è delle sponde tamburate???

Abbracci a tutti




Scritto Da - Claus72 on 15 Agosto 2004  19:52:52
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Messaggioda luigi » lunedì 16 agosto 2004, 17:23

Ciao Claus, giorno verrà che Ti pentirai del Tuo "volontariato". Aspetta e vedrai... Tu non immagini la mia curiosità arretrata, ma se consideri che sono stato abbonato a tre riviste americane (anche a quella inglese, a dirla tutta) per una decina d'anni, "e non so l'inglese", quindi... Aspetta e vedrai... Tornando invece al discorso stecca, la Tua analisi non fa una grinza, logica vorrebbe che, a parità di velocità del movimento, un oggetto pesante spinga di più di uno leggero, però, e qui  stanno le mie perplessità, è anche vero che è più difficile muovere "lentamente" un oggetto leggero di uno pesante. Comunque può anche essere che tutto questo argomentare altro non sia che accademica accademia, visto che, come dice Roger Conti, nel suo libro, in fondo è possibile “variare” il peso della stecca in… “corso d’opera”… spostando cioè il punto di impugnatura. Se si impugna vicino al punto di bilanciatura la stecca diventa leggera, se la si impugna in fondo… diventa pesante. Per quanto riguarda la Tua perplessità in merito al peso "eccessivo" adottato dai giocatori da birilli, il motivo non può essere la sponda tamburata, in quanto la stessa esisteva solo sui vecchi biliardi con le buche, su quelli odierni, senza buche, la sponda è esattamente la stessa della carambola, solo profilato in gomma. E allora? E allora, io non conosco il motivo di questa "pesantezza", forse si è voluto mantenere lo stesso rapporto 3 a 1 che c’era sui vecchi biliardi, anche se lì c’era appunto il tamburo, o forse per i costruttori è più complesso farle leggere o forse (magari più probabile) ancora non c’ha capito, di preciso, niente nessuno, per cui si va per tentativi. Proprio due giorni fa parlando con Giorgio Colombo, mi diceva: “Adesso sto giocando con 590, ma ho provato anche con 700…”. D’altra parte, che male c'è, noi giochiamo su questi biliardi da una ventina d’anni, Voi carambolasti da 120!… Dateci tempo, che diamine”. Inoltre Voi giocate quasi esclusivamente col legno, noi con le fibre, biliardi e bilie sono uguali, ma per le stecche è possibile adottare “uguali” parametri di peso, a fronte di tale disparità di materiali impiegati??? Bhò? Salutissimi



Scritto Da - luigi on 16 Agosto 2004  23:36:50
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Messaggioda lupomarino » giovedì 26 agosto 2004, 10:44

GRAZIE LUIGI!
Interessante il tuo articolo!
E tu, come sempre, generoso, attento ed entusiasta oltre che appassionato!
Ancora grazie!
ciau
:)
lupomarino
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Messaggioda billy » giovedì 26 agosto 2004, 14:06

, essendo il movimento delle biglie un moto uniformemente decelerato [/quote]

Claus,solo per puntualizzare un concetto,non per polemizzare....non sempre la regola esposta è valida.Quando l'attrito da radente diviene volvente o in altri termini quando la battente smette di strisciare e inizia a rotolare vi è un aumento di velocità,così pure quando l'angolare(la rotazione della palla intorno all'asse verticale) toccando sponda si trasforma in movimento rotovolvente.
ciao
billy
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Messaggioda Claus72 » giovedì 26 agosto 2004, 14:45

Grazie Billy, hai ragione, non ci avevo pensato. Ad ogni modo l'idea di base rimane: l'autovelox non ci dará le risposte che vogliamo.

Grazie ancora (dovró rispolverare i miei libri di scuola  ;) )

Ciao
Claus72
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