Pensieri interessanti.
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Pensieri interessanti.
Cliccando quà e là per il web ho trovato articoli interessanti sul biliardo, sono cose che mi hanno colpito molto per la loro semplicità e verità. Le ho sintetizzate e ve le vorrei proporre come tema di discussione.
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Ciò che sei ti segue all’interno del rettangolo verde e quello che succede sul tavolo si ripercuote, carambola su te stesso…
Il biliardo è uno specchio, Nel bene e nel male, fa uscire fuori il tuo carattere.
Il biliardo t’insegna a controllare le emozioni. Non a reprimerle, perché le emozioni vanno vissute. Ma se durante una partita un’emozione forte può destabilizzarti, sicuramente cerchi di tenerla dentro, o comunque di buttarla fuori “di lato”.
La calma è fondamentale, quindi. È un discorso soggettivo. La calma può essere anche deleteria. Ci sono giocatori che hanno bisogno di scariche di adrenalina per “tirare fuori” il loro livello. Solo adrenalina, o può esserci qualcos’altro?
L’emotività può giocare brutti scherzi, specie quando l’avversario è famoso: Uno non dovrebbe lasciarsi condizionare dal “nome” contro cui sta giocando. Come dicono gli americani, “Play the Game, Not the Name”? Sì, assolutamente.
M’intriga questo aspetto del “gioco facile”, e vale la pena approfondire. Imbucare una palla di massé è bellissimo, come fare un goal in rovesciata: pochi lo possono fare, e inoltre ti metti a rischio della figuraccia. Ma se non hai un gioco facile — ossia che ti brucia poche energie — a lungo andare sei destinato a perdere: non riesci a rimanere lucido per cinque, dieci, quindici ore di gioco. È una fatica fisica vera e propria. Un tiro difficile richiede più concentrazione, mentre trovarsi con l’angolo giusto, la palla solo da spingere, da dover colpire con poco effetto, senza dover pensare troppo allo “scarto” da calcolare, alla fine si rivela un vantaggio enorme. Come nella vita, quindi, anche nel biliardo “Meno” è “Più”.
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Ciò che sei ti segue all’interno del rettangolo verde e quello che succede sul tavolo si ripercuote, carambola su te stesso…
Il biliardo è uno specchio, Nel bene e nel male, fa uscire fuori il tuo carattere.
Il biliardo t’insegna a controllare le emozioni. Non a reprimerle, perché le emozioni vanno vissute. Ma se durante una partita un’emozione forte può destabilizzarti, sicuramente cerchi di tenerla dentro, o comunque di buttarla fuori “di lato”.
La calma è fondamentale, quindi. È un discorso soggettivo. La calma può essere anche deleteria. Ci sono giocatori che hanno bisogno di scariche di adrenalina per “tirare fuori” il loro livello. Solo adrenalina, o può esserci qualcos’altro?
L’emotività può giocare brutti scherzi, specie quando l’avversario è famoso: Uno non dovrebbe lasciarsi condizionare dal “nome” contro cui sta giocando. Come dicono gli americani, “Play the Game, Not the Name”? Sì, assolutamente.
M’intriga questo aspetto del “gioco facile”, e vale la pena approfondire. Imbucare una palla di massé è bellissimo, come fare un goal in rovesciata: pochi lo possono fare, e inoltre ti metti a rischio della figuraccia. Ma se non hai un gioco facile — ossia che ti brucia poche energie — a lungo andare sei destinato a perdere: non riesci a rimanere lucido per cinque, dieci, quindici ore di gioco. È una fatica fisica vera e propria. Un tiro difficile richiede più concentrazione, mentre trovarsi con l’angolo giusto, la palla solo da spingere, da dover colpire con poco effetto, senza dover pensare troppo allo “scarto” da calcolare, alla fine si rivela un vantaggio enorme. Come nella vita, quindi, anche nel biliardo “Meno” è “Più”.
Altro bell'articolo sul biliardo.
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C’era una volta
Anni fa - sei, sette - poco dopo il deposito dell’ATM di via Melzo, c’era una sala biliardo. Una vera sala biliardo, non un bar. Pochi tavoli, giocatori selezionati, fumo, alcoolici, occhiaie.
Non potevano giocare tutti. Ah, no. Si poteva prendere la stecca in mano solo su presentazione: si veniva introdotti al cospetto del padrone del locale, e se le garanzie date erano sufficienti, allora si potevano oltrepassare i cordoni che dividevano i tavoli (ed i giocatori) dagli spettatori. Perchè lì, in via Melzo, si andava a veder giocare i grandi: come a San Siro, o al Bernabeu, o all’Olympiastadion.
Si stava in silenzio, e si guardavano queste partite magnifiche, fatte di una quantità di colpi straordinari che noi, poveri mortali dalla mano tremolante e dal brandeggio incerto, mai avremmo potuto eseguire nella nostra vita di biliardisti.
Ricordo di aver visto Carlo Cifalà, nell’anno in cui diventò campione del mondo di cinque birilli. Una precisione, una pulizia, una implacabilità paurosa. Le partite a goriziana-tutti-doppi arrivavano ai quattrocento punti: lui, per avere un avversario, doveva trovare un altro professionista e dargli settantacinque punti di vantaggio. Di solito, vinceva.
Giravano cifre da paura, in quel locale, ma non si vedeva una banconota che fosse una. I giocatori, almeno i migliori, avevano un pool di finanziatori, con i quali dividevano perdite e vincite. Un giorno poteva voler dire quindici, venti milioni in più o in meno sul conto in banca.
Questa mattina sono passato davanti al deposito dell’ATM, ed ho iniziato a buttare l’occhio per ritrovare le serrande della sala biliardo. Ho trovato uno di questi locali fighetti (cafè, li chiamano: ma v*f*a*c*l*). Ho allungato il passo, ho pensato a Cifalà, alle biglie che scorrevano su quei tavoli, ai racconti che ci facevamo tornando a casa in metropolitana, alla stecca che non uso più ma dalla quale non mi separo, e sono invecchiato ancora un po’.
Scritto Da - Bruce on 02 Dicembre 2004 14:28:43
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C’era una volta
Anni fa - sei, sette - poco dopo il deposito dell’ATM di via Melzo, c’era una sala biliardo. Una vera sala biliardo, non un bar. Pochi tavoli, giocatori selezionati, fumo, alcoolici, occhiaie.
Non potevano giocare tutti. Ah, no. Si poteva prendere la stecca in mano solo su presentazione: si veniva introdotti al cospetto del padrone del locale, e se le garanzie date erano sufficienti, allora si potevano oltrepassare i cordoni che dividevano i tavoli (ed i giocatori) dagli spettatori. Perchè lì, in via Melzo, si andava a veder giocare i grandi: come a San Siro, o al Bernabeu, o all’Olympiastadion.
Si stava in silenzio, e si guardavano queste partite magnifiche, fatte di una quantità di colpi straordinari che noi, poveri mortali dalla mano tremolante e dal brandeggio incerto, mai avremmo potuto eseguire nella nostra vita di biliardisti.
Ricordo di aver visto Carlo Cifalà, nell’anno in cui diventò campione del mondo di cinque birilli. Una precisione, una pulizia, una implacabilità paurosa. Le partite a goriziana-tutti-doppi arrivavano ai quattrocento punti: lui, per avere un avversario, doveva trovare un altro professionista e dargli settantacinque punti di vantaggio. Di solito, vinceva.
Giravano cifre da paura, in quel locale, ma non si vedeva una banconota che fosse una. I giocatori, almeno i migliori, avevano un pool di finanziatori, con i quali dividevano perdite e vincite. Un giorno poteva voler dire quindici, venti milioni in più o in meno sul conto in banca.
Questa mattina sono passato davanti al deposito dell’ATM, ed ho iniziato a buttare l’occhio per ritrovare le serrande della sala biliardo. Ho trovato uno di questi locali fighetti (cafè, li chiamano: ma v*f*a*c*l*). Ho allungato il passo, ho pensato a Cifalà, alle biglie che scorrevano su quei tavoli, ai racconti che ci facevamo tornando a casa in metropolitana, alla stecca che non uso più ma dalla quale non mi separo, e sono invecchiato ancora un po’.
Scritto Da - Bruce on 02 Dicembre 2004 14:28:43
Ti capisco Bruce, avevo 14 anni e i grandi del bar sport di Melzo mi portavano al "Paradiso", una grande vera accademia del biliardo.
Tra le nebbie di fumo e gli..."sssttt" dei vecchi che scommettevano si vedevano grandi partite, fiorettavano Cifalà, Sessa, Pollastri, Cammarata e le prime partite imberbi, già allora "talento naturale" di Simone Soresini. Si, un po di... nostalgia, nonostante l'ambiente del biliardo fosse un po rancido spesso meschino addirittura grottesco. Intorno... fuori... in quegli anni il mondo correva.
Che dici Bruce? Forse oggi il biliardo é un pò più pulito? O solo meno fumoso.
Tra le nebbie di fumo e gli..."sssttt" dei vecchi che scommettevano si vedevano grandi partite, fiorettavano Cifalà, Sessa, Pollastri, Cammarata e le prime partite imberbi, già allora "talento naturale" di Simone Soresini. Si, un po di... nostalgia, nonostante l'ambiente del biliardo fosse un po rancido spesso meschino addirittura grottesco. Intorno... fuori... in quegli anni il mondo correva.
Che dici Bruce? Forse oggi il biliardo é un pò più pulito? O solo meno fumoso.
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korra
- Messaggi: 110
(Cerca: tutti) - Iscritto il: lunedì 17 novembre 2003, 10:14
- Località: Inzago, Milano
Io ci sono andato in via Melzo, consumazione obbligatoria, si stava in piedi dietro i cordoni e un sacco di gente davanti (si doveva sgomitare per vedere da vicino).
Adesso vado al Paradiso, non è la stessa cosa, da ragazzo era un'evento, aspettavo tutta la settimana per andare con gli amici a vedere "i bravi" da Mazzarella.
Adesso non è nè più pulito nè meno fumoso, forse siamo noi abitudinari del biliardo a viverlo in maniera diversa. L'anno scorso, periodo festivo, sentivo i miei colleghi di lavoro che organizzavano un'uscita per giocare a biliardo, ne hanno parlato per una settimana intera e dopo l'uscita per settimane ancora.
Forse è stato questo il segreto della riuscita del torneo BiliardoWeb, ripeterlo troppo spesso forse sarebbe un errore. Direi che due volte l'anno sarebbe l'ideale.
Adesso vado al Paradiso, non è la stessa cosa, da ragazzo era un'evento, aspettavo tutta la settimana per andare con gli amici a vedere "i bravi" da Mazzarella.
Adesso non è nè più pulito nè meno fumoso, forse siamo noi abitudinari del biliardo a viverlo in maniera diversa. L'anno scorso, periodo festivo, sentivo i miei colleghi di lavoro che organizzavano un'uscita per giocare a biliardo, ne hanno parlato per una settimana intera e dopo l'uscita per settimane ancora.
Forse è stato questo il segreto della riuscita del torneo BiliardoWeb, ripeterlo troppo spesso forse sarebbe un errore. Direi che due volte l'anno sarebbe l'ideale.
si non piu' di 2 volte l'anno ...
... Bravi, articoli che fanno sognare, parole che "entrano" nell'anima ...
Ho trovato una poesia ... senza titolo senza autore ... ECCOLA:
Se Ti incontrassi davvero
al Bar del tempo
forse pioverei nei tuoi occhi
ma mi risucchierebbe di là
la sala da biliardo
e la fumea che ne colora le ore.
Io giocare non so: preferisco guardare
l'attimo in cui la canna
schiocca sulla biglia color crema,
afflitto come sono dalla smania
di frenare gli istanti, di calarmi
dentro la vita (Tu che faresti?)
forse in quegli occhi Tuoi
potrei arrestare l'ansia di questa corsa
senza finale
con le tappe intermedie che si accavallano
se solo Tu abbandonando il bicchiere
apparissi per caso sull'uscio
a cercarmi di nuovo.
Ecco, allora direi
che forse non era grave scivolare
sul piano verde tra i birilli scomposti
se Tu venissi a chiedermi di andare
perché s'è fatto tardi.
Roby
... Bravi, articoli che fanno sognare, parole che "entrano" nell'anima ...
Ho trovato una poesia ... senza titolo senza autore ... ECCOLA:
Se Ti incontrassi davvero
al Bar del tempo
forse pioverei nei tuoi occhi
ma mi risucchierebbe di là
la sala da biliardo
e la fumea che ne colora le ore.
Io giocare non so: preferisco guardare
l'attimo in cui la canna
schiocca sulla biglia color crema,
afflitto come sono dalla smania
di frenare gli istanti, di calarmi
dentro la vita (Tu che faresti?)
forse in quegli occhi Tuoi
potrei arrestare l'ansia di questa corsa
senza finale
con le tappe intermedie che si accavallano
se solo Tu abbandonando il bicchiere
apparissi per caso sull'uscio
a cercarmi di nuovo.
Ecco, allora direi
che forse non era grave scivolare
sul piano verde tra i birilli scomposti
se Tu venissi a chiedermi di andare
perché s'è fatto tardi.
Roby
... cogliendo qua e la tra i tavoli verdi:
ARES: Cico, ma secondo te quanto anni puo' vivere una persona senza cervello?
CICO: non so ... tu quanti anni hai ?
ARES: mangiare pesce fa bene al cervello, io mangio molto pesce ...
CICO: ecco un'altra teoria che va a farsi benedire ...
CICO: dottore dottore, non voglio anestesia, di nessun tipo !! Prenda la pinza e cavi il dente senza problemi ....
DOTTORE: ahhhh complimenti, su mi faccia vedere il dente
CICO: su ARES dai fai il bravo apri la bocca e mostra il dente al dottore ...
ARES ENTRA IN UN BAR ... l'insegna fuori recita:"BAR BILIARDO"
ARES: mi da un caffe' e un biliardo ...
BARISTA CICO: guardi c'e' un equivoco ...
ARES: be' ci metta un po' anche di quello ...
ARES viene investito da un'auto ...
ARES: ma sei cieco ???
INVESTITORE CICO: perche' dici cosi' che ti ho preso in pieno ...!
ARES TELEFONA A CICO:
ARES: cico amico mio, che ore sono ?
CICO: le 3 di notte ....
ARES: cico amico mio, che ore sono ?
CICO: le 4 di notte Ares ...
ARES: cico amico mio mi dici ancora che ore sono ?
CICO: ARES L'ERGASTOLO !!! TI HANNO DATO L'ERGASTOLO !!!
ARES: dottore, ha qualcosa contro la tosse?
DOTTORE CICO: assolutamente no, tossici pure ...
ARES in HOTEL telefona in reception:
ARES: aiuto aiuto sono rimasto intrappolato in camera ...
RECEPTION CICO: come intrappolato ... mi spieghi ...
ARES: ci sono 3 porte, una da in bagno, una e' l'armadio e sulla terza c'e' scritto di non disturbare ...
Roby
Scritto Da - roby on 02 Dicembre 2004 17:58:06
ARES: Cico, ma secondo te quanto anni puo' vivere una persona senza cervello?
CICO: non so ... tu quanti anni hai ?
ARES: mangiare pesce fa bene al cervello, io mangio molto pesce ...
CICO: ecco un'altra teoria che va a farsi benedire ...
CICO: dottore dottore, non voglio anestesia, di nessun tipo !! Prenda la pinza e cavi il dente senza problemi ....
DOTTORE: ahhhh complimenti, su mi faccia vedere il dente
CICO: su ARES dai fai il bravo apri la bocca e mostra il dente al dottore ...
ARES ENTRA IN UN BAR ... l'insegna fuori recita:"BAR BILIARDO"
ARES: mi da un caffe' e un biliardo ...
BARISTA CICO: guardi c'e' un equivoco ...
ARES: be' ci metta un po' anche di quello ...
ARES viene investito da un'auto ...
ARES: ma sei cieco ???
INVESTITORE CICO: perche' dici cosi' che ti ho preso in pieno ...!
ARES TELEFONA A CICO:
ARES: cico amico mio, che ore sono ?
CICO: le 3 di notte ....
ARES: cico amico mio, che ore sono ?
CICO: le 4 di notte Ares ...
ARES: cico amico mio mi dici ancora che ore sono ?
CICO: ARES L'ERGASTOLO !!! TI HANNO DATO L'ERGASTOLO !!!
ARES: dottore, ha qualcosa contro la tosse?
DOTTORE CICO: assolutamente no, tossici pure ...
ARES in HOTEL telefona in reception:
ARES: aiuto aiuto sono rimasto intrappolato in camera ...
RECEPTION CICO: come intrappolato ... mi spieghi ...
ARES: ci sono 3 porte, una da in bagno, una e' l'armadio e sulla terza c'e' scritto di non disturbare ...
Roby
Scritto Da - roby on 02 Dicembre 2004 17:58:06
A Torino, in largo Montebello, lì, a due passi dallo sguardo vigile della Mole, c'era l'Accademia, dove un bel giorno carlo Cifalà vene a spodestare il trono del grande Paolino Coppo. Io ci passai per caso, ero ragazzino e nn avevo mai visto un biliardo: cercavo una bibita fresca, entrai e la ordinai. Nell'attesa del servizio, da sotto la scalinata, sentii provenire applausi e urla "Bravo Carlooo!!!". Ingenuamente chiesi al gestore se stavano proiettando un film; mi rispose di no, ma che di là c'era un personaggio che avrebbe fatto parlare di se + di molti attori famosi. "Si gioca a biliardo, se vuoi scendere 5 minuti a guardare vai pure, ma zitto e mosca chiaro"?? Scesi..... fumo da paura, pieno di gente e due signori intorno ad un biliardo a sfidarsi. "Mio dio che tavolo grande" fu il mio primo pensiero e venne immediatamente interrotto da un signore che parlottando con il suo vicino, in dialetto piemontese disse "Questo qui è + buono di Coppo, te lo dico io". Mi scappò dalla bocca una domanda che chiedeva chi tra i 2 giocatori fosse il questo qui a cui si riferiva, e lui mi disse" quello con i baffetti". Era Cifalà! Prima di andare via quasi annoiato (nn avevo mai preso una stecca in mano in vita mia) chiesi ancora al signore di prima: "Ma come mai, se è + bravo usa sempre quella stecca lunga lunga??? E' avvantaggiato!!!" (Cifalà stava facendo una seduta usando solo la mezza stecca). Quello mi rispose che era esattamente il contrario.... Pieno di dubbi e convinto di esser stato gabbato, finii la mia bibita e corsi fuori all'aria aperta tirando un resprio di sollievo. Da allora sono trascorsi altri 4 anni prima che usassi per la prima volta una stecca giocando a pool e, solo dopo un altro paio di anni, giocando ai birilli, compresi il perchè Cifalà che usava lo steccone era + bravo dell' altro... Tornai in largo Montebello ma quella saracinesca nera abbassata ed arrugginita, senza insegna, mi indicò che l'ultimo spettacolera finito da un pò :nono:
-
sinonparet
- Messaggi: 2122
(Cerca: tutti) - Iscritto il: domenica 18 gennaio 2004, 14:27
- Località: Milano
Mazzarella...bei tempi...quando dicevo che il CIf parlava con le biglie parlavo proprio di quei momenti e i settantasei-ottanta erano per il Niky Cammarata che però non si alzava dalla seduta del bilirdo due...
Carlo
Carlo
-
garavaglialuca
- Messaggi: 3643
(Cerca: tutti) - Iscritto il: lunedì 7 giugno 2004, 14:52
- Località: Cernusco sul Naviglio (MI)
beh ragazzi, se volevate strappare una lacrima ci siete riusciti.
Il mondo evolve e le cose non sono mai più le stesse. Noi inoltre le ricordiamo come vorremmo che fossero e sopratutto abbiniamo a quei ricordi i 5, 10, 20 anni in meno che avevamo.
Col tempo, siamo invecchiati e magari abbiamo avuto delusioni e problemi e soprattutto abbiamo meno illusioni di allora: siete mai passati davanti alla scuola dove avete fatto le elementari o le medie (se c'è ancora) ? Come è diversa e più brutta di quando la frequentavamo !
Ah la vita ! Quanta tristezza, ma ...... con una bella partita a biliardo si dimentica tutto !!!
Ciao e buon week end a tutti.
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in ogni competizione il primo è il vincitore, il secondo è il primo degli sconfitti - (Stelvio)
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Il mondo evolve e le cose non sono mai più le stesse. Noi inoltre le ricordiamo come vorremmo che fossero e sopratutto abbiniamo a quei ricordi i 5, 10, 20 anni in meno che avevamo.
Col tempo, siamo invecchiati e magari abbiamo avuto delusioni e problemi e soprattutto abbiamo meno illusioni di allora: siete mai passati davanti alla scuola dove avete fatto le elementari o le medie (se c'è ancora) ? Come è diversa e più brutta di quando la frequentavamo !
Ah la vita ! Quanta tristezza, ma ...... con una bella partita a biliardo si dimentica tutto !!!
Ciao e buon week end a tutti.
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in ogni competizione il primo è il vincitore, il secondo è il primo degli sconfitti - (Stelvio)
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