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Riflessione

Area aperta a discussioni su qualsiasi argomento, anche extra-biliardo

Riflessione

Messaggioda luigi » mercoledì 15 settembre 2004, 16:55

La domanda (sez. “Per Billy Urgente” – pag.8) che sinon pone a Billy, circa quale sarebbe la sua scelta nella posizione indicata, nel momento in cui “Lui”, durante una partita ai 100, si trovasse 70 pari con l’avversario, mi ha dato lo spunto per introdurre un quesito, sul quale, “forse”, val la pena riflettere. Detto quesito non riguarda la scelta del tiro da fare nella circostanza di gioco in esame fra Rino e Billy, da lì prende solo le premesse, per questo ho ritento più opportuno inserirlo in altra sezione. Il concetto su cui ponderare è: Vi sembra corretto il discorso di valutare una scelta di tiro sulla base del fatto che, visto il punteggio, in caso di errore puoi “perdere quasi sul colpo”? A tale domanda, se presa alla lettera, la risposta è ovvia ed è affermativa, però, fermo restando che la situazione di punteggio è uno degli elementi prioritari da valutare al momento di operare la scelta di tiro, quello che voglio chiedere è “se è corretto ragionare in questo modo “solo” quando l’andamento della partita ci pone in particolari situazioni di punteggio?”. Non sarebbe più corretto e opportuno darsi un “abito mentale” che ci porti a valutare TUTTE le scelte di tiro come se da loro ne potesse sempre e comunque, scaturire una sconfitta, sia sul colpo che no? E’ chiaro, che sul 70 pari sbagliando la scelta “puoi perdere sul colpo o quasi”, ma se sei 0 a 0, non è altrettanto vero che se sbagli scelta, nel giro di pochi colpi, ti ritrovi dietro di 20 punti e quindi “non” perdi sul colpo, ma “comunque” perdi, anche se su più colpi? La sconfitta rimane, soffri solo di più nel patirla. Di primo acchito mi si potrà dire che sul 70 pari se sbagli non hai la possibilità di rimediare, per questo “stai più attento a ciò che fai”, mentre dallo 0-0 questa possibilità la puoi avere; verissimo, però non dimentichiamo che anche da 0-0 puoi “sperare” di avere tale possibilità, ma essa rimane comunque una “possibilità”, mica una certezza, cioè potresti anche... non averla. Tutto ciò potrà sembrare banale, io stesso non so bene se il quesito è ben posto o se ha un fondamento d’essere, sta di fatto che spesso, osservando i giocatori in gara e non, si ha la sensazione che giochino i primi tiri con una certa, non dico sufficienza, ma sicuramente senza la stessa dose di attenzione e cautela, che invece pongono nelle ultime fasi della stessa. Prendiamo, per esempio, addirittura il tiro di avvicinamento alla sponda per definire chi per primo gioca il tiro di apertura, molti la "buttano lì", con grande noncuranza, tanto...: “E' il primo tiro”, “La partita ha ancora da venì...” “Il traguardo è... lontano....”. Però, partire verso quel traguardo “lontano”, costringendo l’avversario a ciucciarsi subito un buona messa, può creare le premesse alla probabilità, sia di ritrovarsi nel giro di pochi colpi con un consistente vantaggio e sia di aver avvicinato di un bel po’ quel traguardo; viceversa se parte l’altro (intendiamoci, si può perdere l’acchito anche standoci attenti, ma certo se.. “la butti lì”, è più facile) e quindi siamo noi a ciucciarci la suddetta messa, è assai probabile che sia il nostro avversario ad avere molte “probabilità” di giovarsi sia del vantaggio che dell’abbreviazione del percorso. Naturalmente tutti diranno: “Ma che cacchio dici?" "Certo che ci mettiamo sempre la massima attenzione "sempre"". Dirlo a me è facile, ma se ognuno si fa un esamino di coscienza, obiettivamente potrebbe dare la stessa risposta anche a... se stesso? Oppure, se ci pensiamo “bene”, se siamo sinceri con noi stessi, non è che spesso ci capita di stare “veramente” molto attenti e accorti, quando già la partita è.... sul 70 pari? E non sarebbe meglio invece farlo “veramente” da... subito? E quindi da subito, porsi il problema di fare la miglior scelta di tiro, anche se il traguardo è ancora lontano?
Quesito strambo? Pleonastico? Pletorico? Bhò! Non lo so, mi è venuto e l’ho messo, come diceva quello.... “sempre meglio che... lavorare”.
Solutomi (l’idea era “Salutoni”, ma la macchina lo sottolinea in rosso offrendomi questa alternativa, oppure “solutoci”,  quindi... mica posso andare contro la tecnologia; in verità, anche “pletorico” è figlio di Bill Gates e poi è anche uno dei favoriti del grande Tranda e con questo...me la... filo, per evitare rappresaglie).  
Av  Salut
Sicuramente qualcuno avrà sentito parlare di una teoria (sostenuta anche da scienziati di fama) detta degli "Universi paralleli", altrettanto sicuramente molti avranno visto il film "Slainig Doors" con Guyneth Paltrow (scritti + o - comunque ci siamo capiti), ebbene una partita a biliardo in fondo questo è, ogni scelta di tiro ci proietta in un "universo parallelo"; nella stessa posizione di bilie, sciegliere un tiro di attacco o uno di difesa è come (nel fim) "prendere le scale" o "prendere l'ascensore", il nostro destino cambia, la sequenza dei tiri successivi (quindi la partita tutta)... "cambia"... Se in meglio o in peggio lo si saprà solo alla fine, però è importante che almeno si sia coscienti di ciò e che quindi, sapendolo, prima di prendere "le scale" o "l'ascensore", ci si pensi bene, perchè... cambia.



Scritto Da - luigi il 15 Settembre 2004alle ore  17:02:11
luigi
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Messaggioda amelie » mercoledì 15 settembre 2004, 17:44

Ciao Luigi,
questi tuoi pensieri profondi a volte mi sconvolgono, forse perchè trattano quegli argomenti che i biliardisti solitamente tendono a considerare "superflui" e che invece non lo sono affatto.
Sono d'accordo con te anche se, devo dire, se riuscissi a piazzare sempre il tiro giusto ogni volta che ne ho l'occasione probabilmente non sarei qui a perdere tempo sul forum ma a fare qualche seduta con Albrito! (non so se mi spiego!) Concordo con te sul fatto che ogni tiro dovrebbe essere considerato una chiusura a se stante non tanto in fatto di realizzazione di punti per chiudere ma in quanto.... tiro della vita! Ogni tiro che eseguiamo dovrebbe avere la stessa importanza! Quante volte ci succede di essere indietro perchè, come dici tu, abbiamo preso con leggerezza alcune esecuzioni, per lo stesso motivo ci capita di essere avanti 50 punti in una partita, farci recuperare dall'avversario e poi perdere! (di essere avanti 50 punti mi capita un po' meno devo dire!!) Ma forse siamo troppo presi dal colpevolizzare il biliardo, la sfortuna, la fortuna e non ci rendiamo conto che qualche scelta o esecuzione maggiormente ponderata ci averbbero portato sicuramente ad un risultato diverso!
Una volta in una gara mi è capitato su punteggio pari tipo 70 70 di sbagliare due o tre tiri di seguito (forse le tensione o la mancanza di concentrazione, non lo so) cmq il mio avversario mi è passato avanti di 25 punti, piano piano lo recupero e sul punteggio di 118 per me e 115 per lui ho tentato un pallino da tre che secondo me si trovava nel percorso di un triplè che ho fatto leggermente largo o stretto non ricordo, so che ho sfiorato il pallino e  sono rimasta  di garuffa e lui mi ha chiuso con 6. Chi stava intorno diceva ".... se facevi quel pallino!!!" e tra me e me pensavo , se facevo giusto uno di quei due o tre tiri di prima probabilmente avrei già vinto senza tutta questa sofferenza (il recupero della partita) e l'umiliazione della sconfitta! (umiliazione forse è un termine troppo forte!!)  E non sarei dovuta andare a cercare il pallino in mezzo al mare per chiudere la partita! Penso di interpretare abbastanza il tuo pensiero no?? Credo cmq che certe cose le facciano soprattutto l'esperienza sul campo, però sottolinearle non può far altro che bene!!!
Un salutone a te e spero di vederti presto, se riesco a liberarmi con il lavoro la prima settimana di Ottobre sarò alla gara all'Olona, magari ci si vede là!
Amelie



Scritto Da - amelie on 15 Settembre 2004  17:46:42
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Messaggioda luigi » mercoledì 15 settembre 2004, 18:44

Come sempre sei splendida nella Tua capacità di focalizzare con semplicità (in questa sta la qualità ed il complimento vero) il punto della questione. Non è "quel" pallino che ha segnato la Tua sconfitta, sono stati i tiri "prima". Lì, a volte, hai preso l'ascensore ed erano meglio le scale o viceversa. In fondo, estremizzando il concetto, volevo anche dire che poco o nulla serve analizzare una partita fatta (sia essa vinta o persa) dal punto di vista dell'ultimo tiro, dato che, se i precedenti fossero stati diversi come scelta, le cose sarebbero cambiate totalmente e forse quel pallino l'avresti battuto quando avevi 30 punti di vantaggio o non l'avresti mai tirato perchè era il tuo avversario ad evere 30 punti avanti. Chi lo sà? Quindi non serve analizzare la partita? Certo che serve, ma più che altro per capire se, in alcuni casi, sarebbe stato più opportuno prendere una direzione anzichè un'altra e questo è utile a migliorare la propria concezione della conduzione della partita, però forse serve molto di più, visto che comunque l'andamento della partità è, come detto, aleatorio, variabile, cambia in base alle Tue scelte ed a quelle dell'avversario, allora perchè l'analisi a posteriori sia veramente utile, più che su cose aleatorie è meglio focalizzarla sull'analisi tecnica dei tiri sbagliati (quelli non sono aleatori, li hai sbagliati e basta, sono storia scritta che non puoi cambiare), per cercare di capire "perchè" si sono sbagliati, in cosa, tecnicamente, si è mancato, in modo da non sbagliarli anche in una futura partita, dove c'è la "probabilità" che si ripresentino.
Ti saluto Carissima, se verrai all'Olona, sarà un grande piacere incontrarti.
Ciao
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Messaggioda sinonparet » mercoledì 15 settembre 2004, 20:14

Pur trovando la riflessione di Luigi e tutto ciò che ne deriva ottima ed interessante, il mio parere sull'argomento si orienta in senso diverso. Quando chiedevo a Billy una soluzione dettata dal punteggio e nn legata alle varie possibili scelte eseguibili nella posizione di biglie raffigurate, inconsciamente usciva fuori parte della mia condotta di gioco ed era insita nella domanda. Mi spiego meglio. Il 70 pari e il conseguente "perdere sul colpo o quasi" sottolineava per me uno di quei momenti chiave di un match che comportano necessariamente un'attenzione ed una valutazione "speciale" di ciò che andremo a compiere sul tavolo di lì a poco, specie quando si ha di fronte un giocatore che ci equivale,o molto vicino ad equivalerci. In casi di grosso divario tecnico subentrano altre variabili che rendono il "discorso" troppo aleatorio ed imprevedibile. Spesso ho sentito dire da quelli molto bravi che in una partita ci sono momenti chiave e tra essi ce ne è sempre uno che è il momento chiave assoluto in quanto determina l'esito finale della ns partita. Se Trandafilo è il re del "pletorico" o del "piazza una botta da 8 pt.", Cifalà, Albrito e Ferretti sovrastano con "il momento chiave della partita". Perchè loro, tecnici e tattici, si limitano a considerare nell'arco di una partita solo alcuni passaggi e ne eleggono  uno come determinante? Io mi sono interrogato e mi sono risposto e mi aspetto che lo facciate anche voi a modo vostro. Perchè se si da il massimo su ogni tiro cara brava gente, dovete augurarvi che quella partita sia la finale della gara o della seduta che sennò, se nn alla successiva partita, ma di certo a quella subito dopo, siete bell'e cotti!!! Si rischia di specare così tante energie psico-fisiche che si "scoppia" presto e quando ciò avviene lascia strascichi mica da ridere. Ecco quindi che ritengo + conveniente una condotta di gioco parsimoniosa,rivolta si alla massima attenzione di ciò che succede sul tavolo, ma soprattutto determinata a considerare solo alcuni tiri come propedeutici ad avvicinarci alla nostra vittoria o sconfitta che sia in caso di errore. E' un pò minimalista come concezione, ma ha grandi vantaggi perchè suddividendo in piccole tappe il singolo match si sta sempre e lo stesso vigili, anzi forse di + che considerare esclusivamente l'incontro nel suo complesso. E c'è di +, perchè presto s'impara a riconoscere quando la partita nn è + nelle ns mani o quando nn è + nelle mani dell'avversario. A me questa biliardosofia ha dato risultati che mai mi sarei aspettato, ha ridotto di molto la tensione della partita stessa. Ripeto che questo è un cicero pro domo mea e pertanto prendetela come tale, ma ora come ora, nn cambierei atteggiamento mentale nell'approccio del tiro singolo con tutto ciò che ne consegue. Buona serata
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Messaggioda Ryno » mercoledì 15 settembre 2004, 22:04

Una volta parlando con un campione di Judo mi raccontò come riuscì a vincere un titolo italiano,voi dite ma che centra col biliardo?!Secondo me la filosofia è interessante.
Egli doveva affrontare la finale con un colosso,dice che era una montagna di muscoli per 2 metri di altezza,insomma non c'era partita!
Allora si ricordò un consiglio datogli dal suo maestro:"Quando l'avversario è ostico e pensi che possa batterti,fagli credere che sei più debole di quel che sei veramente."
E così egli fece,all'inizio dice che si faceva trascinare come un peso morto,non faceva nessuna resistenza,si faceva sbattere a destra e a manca "come fosse una bambola",finchè il colosso decise di effettuare l'attacco "decisivo",allorchè lui in quell'istante sprigionò il massimo della sua forza per contrastare l'attacco,il gigante ovviamente fece male i calcoli e quindi la presa scivolò e sbattè col naso a terra!!
Dopo questo episodio vi lascio immaginare come andò a finire l'incontro......Golia aveva paura di Davide ;) .


Scritto Da - Ryno on 15 Settembre 2004  22:29:36
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Messaggioda amelie » giovedì 16 settembre 2004, 8:55

Ciao Luigi, Ryno e Sinonparet,
intanto grazie Luigi, sei sempre molto gentile ma sai, io sono una piccola imprenditrice che va molto sul pratico e cerca sempre di ridurre le cose al minimo comprensibile (struca struca..... come si dice da noi). Cmq la tua filosofia non fa una piega! Sai cosa mi fa paura?? Fare un analisi della partita? ok! Cos'ho sbagliato? ok! Tentare di non rifare gli stessi errori?.... mmmmm eccco! Qui ho qualche dubbio nel senso che è difficile fare un esame obbiettivo dei nostri errori ma la cosa più difficile per me è immagazzinarli celebralmente! Vorrei che nel mentre mi appresto a tirare qualcosa si accendesse una bella spia in testa con tanto di luce lampeggiante che mi dicesse..... NO!!! Partita del 02.08.04 contoro CAIO, stesso tiro, esecuzione sbagliata.... rimpallo e punti sotto!!! Dici che pretendo troppo??? Forse si eh?? Cmq credo che quello di ricordare gli errori e cercare di non ripeterli sia un processo lungo! Esperienza no? Cero che qualcosina in questo senso comincia a funzionare ..... altrimenti mi sarei data all'ippica ormai!!
Sinonparet, non sono proprio d'accordo con il tuo discorso. E' vero che i campioni fanno un' analisi dettagliata dei "passaggi" di una partita e che parsimoniano le forze e la concentrazione ma..... lo fanno se giocano con te! (adesso io non so quale sia il tuo livello di gioco, era per fare un esempio, non prendertela!) Non credo che se Mannone dovesse trovarsi a giocare la prima partita del BTP con Albrito  starebbe lì a parsimoniare tanto!!! Quindi penso che fin che non si è giunti ad un certo livello in ogni singola partita dobbiamo ( meglio... dovremmo) tirare fuori tutto quello che possiamo tirar fuori! Per me, ogni avversario è in un certo senso il Mannone di turno e non penso di potermi permettere ancora di risparmiare energie!
Come hai detto tu, è la mia opinione, non me ne vogliate!!
Un saluto a tutti voi!
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Messaggioda Ryno » giovedì 16 settembre 2004, 9:13

Ciao Amelie,quello che intendeva Sinonparet non era di risparmiare energie,ma bensì giocare cercando di non sbagliare nulla e cercare allo stesso tempo durante la partita un tiro che metta con le spalle al muro l'avversario,e questo va fatto soprattutto con un avversario che ti equivale :)


Scritto Da - Ryno on 16 Settembre 2004  09:20:05
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Messaggioda sinonparet » giovedì 16 settembre 2004, 9:13

Tranquilla Amelie, ci mancherebbe altro che me la prendessi. Siamo qui proprio per confrontarci nel nostro.... piccolo. Quello della condotta della partita è argomento ancor + intricato di quello tecnico e credo che proprio in ciò si radichi quel pochetto di follia, stravaganza, o chiamatela come vi pare, che distingue noi biliardisti. In sinstesi io voglio dire che il Mannone di turno contro il Belluta di turno, pur tenendo alta la concentrazione su ogni tiro, durante la partita battezza tre o 4 tiri come assolutamente essenziali per vincere o perdere e da essi si determina se "prendere l'ascensore o fare le scale" per dirla alla Luigi... Se quella sopra, per dirla stavolta alla Amelie, era la sua modesta opinione, questa è la mia. Un buongiorno a tutti!

P.S. Mi accorgo ora che Ryno mi ha preceduto di 25 secondi nel chiarimento...



Scritto Da - sinonparet on 16 Settembre 2004  09:15:35
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Messaggioda amelie » giovedì 16 settembre 2004, 9:32

Grazie Ryno, grazie Sinonparet per il chiarimento. Non avevo colto questa versione della cosa.... capita!
Ciao a tutti!
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Messaggioda lupomarino » giovedì 16 settembre 2004, 9:56

[quote]
...Non sarebbe più corretto e opportuno darsi un “abito mentale” che ci porti a valutare TUTTE le scelte di tiro come se da loro ne potesse sempre e comunque, scaturire una sconfitta, sia sul colpo che no?...
[/quote]
[quote]...se facevo giusto uno di quei due o tre tiri di prima probabilmente avrei già vinto senza tutta questa sofferenza (il recupero della partita)...
[/quote]
[quote]...suddividendo in piccole tappe il singolo match si sta sempre e lo stesso vigili, anzi forse di + che considerare esclusivamente l'incontro nel suo complesso. E c'è di +, perchè presto s'impara a riconoscere quando la partita nn è + nelle ns mani o quando nn è + nelle mani dell'avversario...
[/quote]
[quote]..."Quando l'avversario è ostico e pensi che possa batterti,fagli credere che sei più debole di quel che sei veramente."...
[/quote]

Quante cose giuste sono scaturite dalla Riflessione proposta da Luigi!
INTERPRETARE la partita nel modo corretto (che significa riuscire a vincere...) non è facile e questo lo sappiamo tutti e ce lo siamo raccontato tante volte.
Fondamentale, però, crescendo biliardisticamente, è darsi una disciplina, un ABITO MENTALE, come dice Luigi.
E' un vero peccato capitolare perché non si è fatto in tempo a recuperare...
Un tiro difficile, come ho raccontato in un altro post, comincia molto prima di essere effettuato. Va costruito mentalmente in piedi e una volta sul tavolo tutto è deciso e si parte in sicurezza (...).
LO STESSO VALE PER L'INTERA PARTITA!
Seduto sulla tribuna, o una sedia qualsiasi, in attesa del tuo turno, rivedi il tiro d'inizio, giocalo nella tua testa, anche più di una volta, e così con altri tiri, magari quelli che ti creano maggiori insidie.
Non significa avere le visioni... ma ripercorrendo le fasi topiche di ogni partita si favorisce una cosa veramente importante: la concentrazione. In questo modo, quando arriva il tuo turno di gioco, sei PRONTO e difficilmente giocherai con LEGGEREZZA i primi tiri, evitando così di compromettere il risultato.
Osservate la maggior parte dei giocatori prima della partita. Sono quasi tutti al bar, fumano come ciminiere, bevono caffé a ripetizione, chiacchierano di tutto e di più. In realtà cercano di distrarsi e non pensare alla tensione che piano sale. Tutto inutile!
Poi, una volta sul tavolo, impiegano mezza partita per decidere il tiro giusto...!

Se imparassimo a preparare la partita PRIMA sono convinta che riusciremmo a evitare molti degli errori di cui parla Amelie, riusciremo persino a sentire il momento giusto a cui si riferisce Sinonparet, oltre che ad impostare una strategia in considerazione del valore psico-tecnico dell'avversario, come dice Ryno.

CIAU CARISSIMI!
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Messaggioda billy » giovedì 16 settembre 2004, 10:08

Pieno accordo con l'"abito mentale" e con il senso dei post,l'unica aggiunta al discorso che mi viene in mente è il   modo di proporsi che talvolta sembra una recita del “sono li”,la farsa dell’impegnato,la falsa concentrazione solo mostrata,la noto negli altri ma sono certo di soffrirne pure io ;ulteriore aggiunta per quando il raziocinio arranca di fronte ad una scelta delicata: lasciare spazio all'istinto (spesso.... da coniglio)..
billy
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Messaggioda amelie » giovedì 16 settembre 2004, 10:28

Ciao Billy, sono d'accordissimo con te!
Tutti ne soffriamo! Sono pochi gli eletti che non hanno questo atteggiamento! Abbiamo il tiro là, bello più che mai, ci gonfiamo come zampogne, e pensiamo " eccolo qua! Adesso ti faccio vedere io!" arriviamo tutti pomposi con quella sicurezza che si vede solo nelgi spot pubblicitari...... tiriamo ....... UN DISASTRO!!! he he he!!! :D
E poi, io lo noto spesso, l'atteggiamento è quello di cercare l'errore nel tappo che forse era poco ingessato, nello spostare il pelo sul panno che ha "forse" deviato la traiettoria della bilia, toccarsi la spalla come per dire " ho evitato di poco uno strappo....." e questo fa ancora più ridere non credi?? Bhè, un po' di autoironia ci vuole no??
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Messaggioda billy » giovedì 16 settembre 2004, 10:30

ciao "tesoro"
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Messaggioda Roby » giovedì 16 settembre 2004, 11:02

Secondo me, entrambe le metriche sono valide (semplificando ovviamente).
2 paradossi successi realmente che vi raccondo spiegano meglio di mille parole mie:
1) Anno 2003, prime partite con punti validi all'acchito, ometto arbitro (non ero io) e giocatore (PRO)
tiro d'acchito, arbitro ancora non in palla ... non si accorge che avversaria sfiora il pallino e lo muove impercettibilmente ... nasce discussione e arbitro ad un certo punto dice: e ma siamo ancora 0 a 0 e fai tanto casino x 3 punti ... risposta: questi 3 punti potrebbero farmi vincere o perdere la partita ...
2) partita ai 100 prima categoria, sul punteggio di 65 a 4 il giocatore a 4 punti chiede cortesemente di potersi lavare le mani ... avversario e arbitro accettano, rientra dopo pochissimi minuti e la partita cambia volto, vince colui che era a 4 punti inanellando una serie di coperture senza possibilita'di tiro ... 81 a 100 ...
2 modi (estremi) di interpretare la partita entrambi hanno vinto.
Io personalmente sono orientato verso la concentrazione massima a partire da subito, purtroppo non sempre mi riesce e sovente entro in partita verso meta' gara ...


Roby
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Messaggioda sinonparet » giovedì 16 settembre 2004, 11:11

[quote]

2) partita ai 100 prima categoria, sul punteggio di 65 a 4 il giocatore a 4 punti chiede cortesemente di potersi lavare le mani ... avversario e arbitro accettano, rientra dopo pochissimi minuti e la partita cambia volto, vince colui che era a 4 punti inanellando una serie di coperture senza possibilita'di tiro ... 81 a 100 ...


Roby
[/quote]

Hey Roby, sei certo che il soggetto in questione si sia limitato al lavaggio della mani??
:D  :D  :D
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