Ci ha lasciato Winkler Crotti
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Re: Ci ha lasciato Winkler Crotti
R.I.P. +
LA STECCA: LEI non si adegua a me ed io a LEI ci sopportiamo finchè dura...poi ognuno per la sua strada.
Re: Ci ha lasciato Winkler Crotti
la vera essenza del biliardo ci ha lasciati....riposa in pace Maestro ineguagliabile
vai a ciapàà i ratt
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old fisher
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enzo consagno
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Re: Ci ha lasciato Winkler Crotti
Mi dispiace veramente R:I.P, da quel poco che sapevo e ho visto una gran Persona.
cogito ergo sum
Non posso perdere ...........con willy il penguen.
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damiraguilar
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Re: Ci ha lasciato Winkler Crotti
R.I.P
Il potere, il vero potere, non deriva dall'odio, ma dalla verità.
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Antony Pupillo
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schizzofrenico
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Re: Ci ha lasciato Winkler Crotti
Non ho mai scritto di Winkler perché ritenevo la cosa molto, troppo personale, e lo faccio ora perché trovo giusto farlo. Oltretutto spiegai a lui tutto ciò che andrò a scrivere al telefono poco tempo fa, e ne fui contento perché nel farlo lo resi partecipe di qualcosa che lo fece sorridere.
Ho iniziato tardi a giocare a biliardo, avevo quasi 18 anni. Iniziai al Bar Gerosa, Piazza Massari, Milano. Ho iniziato perché il sabato e/o la domenica mio papà andava a prendere l'aperitivo con gli amici e faceva una partita a carte, a birimba (l'odierno burraco) o a belote, con gli amici. Io odio le carte...e c'era un biliardo, nella saletta nel retro, così mi misi ad osservare. Un giorno mi fecero provare e vidi che ero già in grado di tirare abbastanza decentemente, così decisi di approfondire la conoscenza. Il Gerosa non bastava, e i "vecchi" del biliardo, il Natalino, l’Aldo Riva, Alessandro Paresce, mi parlavano di questi fantomatici Bar Kaffa e BarMazzarella, così decisi di andare a visitare il primo che era anche il più vicino. E caso vuole che ci fosse una gara di li a breve, il Memorial Ermenegildo Gatti, così andai un pomeriggio a vedere sbracciare i giocatori che arrivavano da tutta Italia. Mi sedetti vicino al biliardo 4, dopo aver superato gli scogli Albina e Walter Bologna ed il premuroso cameriere Salvatore, e mi innamorai della presenza e del carisma che questo già anziano e canuto giocatore emanava, mentre giocava e si allenava con due ragazzi della mia età o poco più. Quell'uomo era Winkler Ruggero Crotti. I due ragazzi Auro Bulbarelli e Stefano Freddi. Il carisma è carisma, se c’è ed è così forte non puoi rimanerne che affascinato.
Giocai anche la gara e persi subito da un certo Stefano Della Torre…
Qualche settimana dopo, nello stesso posto, affascinato dal potermi allenare nella sala frequentata da grandi campioni (Corbellini, Mannone, Casadei, Erba, Ursino, Bombardi, Titonel, Sessa la domenica, così come Cavallari, poiché in quel giorno il Mazzarella era chiuso, e sicuramente ne dimentico qualcuno) io aspettavo che si liberasse un biliardo.
Il Kaffa ne aveva 5 in sala e due in una saletta prima del grande salone, quella per gli "stassi", i giocatori meno bravi. Per arrivare a giocare in sala “grande” ci misi un paio di anni, così dovetti aspettare che si liberasse un biliardo per poter fare qualche tiro. Si liberò il biliardo due e chiesi a questo signore che mi metteva una grande soggezione se volesse fare due tiri con me. Winkler accettò. Dopo una quindicina di minuti si fermò e mi disse "posso dirle una cosa?"...io arrossii e annuii, pensavo a un suggerimento, un complimento...lui mi disse "guardi che a biliardo non si gioca solo tirando forte". Penso che una ginocchiata nelle palle mi avrebbe fatto sorridere, al confronto. Però aveva ragione…E da lì il mio orgoglio mi suggeriva che io, povero 19enne con stecca Biltop multicolore aerografata da tal Antonio Timelli di Milano, avrei dovuto essere in grado di farlo ricredere. Tutti i giocatori bravi e meno bravi di Milano che lo hanno “sfiorato” hanno appreso qualcosa da lui. Un giorno lo vidi all’ingresso del Kaffa intento a spiegare a Bombardi la bricolla di mezzo taglio e di tutto taglio e mi disse che potevo stare li’ ad osservare, in silenzio, cosa che feci religiosamente. Negli anni successivi a darmi un po’ di dritte furono giocatori bravi quali Roma e Roberto Monti a indicarmi la strada, e poi Roberto Erba, ma anche tanti altri. Non giocai più con Winkler per anni e lo rifeci al Club Cagliero negli anni 90, dove lavorai per un paio di anni in sala. Lui arrivava tardi, mai prima delle 22 o 23 per giocare fino alle 3 o alle 4. Mi fece onore di vendermi una delle sue stecche prodotte ai tempi con Carmine Sofia che lui messe a punto per me (stecca che purtroppo non ho più e non so dove sia finita, ma alla quale sono legati anche ricordi di una amicizia finita male) e, una notte, mi disse che ero arrivato ad essere un giocatore di biliardo completo, che avrei potuto approfondire il gioco nelle sue complicazioni ma che avrei dovuto SEMPRE divertirmi a giocare, anche magari da solo. Passai anche altre serate con lui, giocate memorabili e fantastiche a parlare di tiri, soluzioni e filosofie di gioco, anche in compagnia di Roberto Erba e in altri luoghi e sale biliardo. Una volta Angelo Bellocchio fece una gara sociale al Players e mi mise contro a Winkler per scherzo, sapendo che per me sarebbe stato improbo giocare in maniera spensierata, ed io sudai dall'emozione come un bambino...che tempi. E che sensazioni.
Quello che mi rimane profondamente impresso non sono solo le ineguagliabili doti biliardistiche e gli studi sul gioco e sulle traiettorie e sui movimenti delle bilie, ma la sua impeccabile classe nel porsi, la sua enorme educazione, la semplicità nello spiegare, nel parlare, nel rispettare le persone, un uomo di altri tempi, e si, di altri biliardi, di un biliardo che vorrei tornasse tale, rispettoso, competitivo ed educato, anche nei rapporti tra i giocatori stessi, una competitività forte ma leale. Questo glie lo dobbiamo tutti noi che lo abbiamo conosciuto ed apprezzato.
Non sono mai riuscito a parlare tanto di biliardo con Winkler, ho sempre avuto un grandissimo rispetto che mi bloccava, e solo ultimamente scoprii grazie a Massimo Guggiola che lui ne avrebbe avuto piacere, cosa che mi aveva ribadito al telefono sia al mio rientro dagli Europei di Brandeburgo, sia pochi giorni fa al telefono per ringraziarmi di averlo cercato per sapere come stava (ma qui c’è lo zampino anche della figlia Paola…).
Mi sarebbe piaciuto anche vedere qualche suo quadro, l’arte mi affascina ma ci capisco poco e, se non mi trasmette subito qualche sensazione, faccio fatica a comprenderla razionalmente.
Per me il biliardo è arte, il gioco è razionale ma è il mio modo di disegnare traiettorie su un panno verde, usando la fantasia e l’ingegno per ricavare colpi che non rientrano nella meccanica tradizionale.
Ho sempre cercato di amare e rispettare questo gioco, e sempre lo farò. Anche e soprattutto per lui.
Lui che dava a tutti noi del LEI…
Buon viaggio maestro Winkler.
Ho iniziato tardi a giocare a biliardo, avevo quasi 18 anni. Iniziai al Bar Gerosa, Piazza Massari, Milano. Ho iniziato perché il sabato e/o la domenica mio papà andava a prendere l'aperitivo con gli amici e faceva una partita a carte, a birimba (l'odierno burraco) o a belote, con gli amici. Io odio le carte...e c'era un biliardo, nella saletta nel retro, così mi misi ad osservare. Un giorno mi fecero provare e vidi che ero già in grado di tirare abbastanza decentemente, così decisi di approfondire la conoscenza. Il Gerosa non bastava, e i "vecchi" del biliardo, il Natalino, l’Aldo Riva, Alessandro Paresce, mi parlavano di questi fantomatici Bar Kaffa e BarMazzarella, così decisi di andare a visitare il primo che era anche il più vicino. E caso vuole che ci fosse una gara di li a breve, il Memorial Ermenegildo Gatti, così andai un pomeriggio a vedere sbracciare i giocatori che arrivavano da tutta Italia. Mi sedetti vicino al biliardo 4, dopo aver superato gli scogli Albina e Walter Bologna ed il premuroso cameriere Salvatore, e mi innamorai della presenza e del carisma che questo già anziano e canuto giocatore emanava, mentre giocava e si allenava con due ragazzi della mia età o poco più. Quell'uomo era Winkler Ruggero Crotti. I due ragazzi Auro Bulbarelli e Stefano Freddi. Il carisma è carisma, se c’è ed è così forte non puoi rimanerne che affascinato.
Giocai anche la gara e persi subito da un certo Stefano Della Torre…
Qualche settimana dopo, nello stesso posto, affascinato dal potermi allenare nella sala frequentata da grandi campioni (Corbellini, Mannone, Casadei, Erba, Ursino, Bombardi, Titonel, Sessa la domenica, così come Cavallari, poiché in quel giorno il Mazzarella era chiuso, e sicuramente ne dimentico qualcuno) io aspettavo che si liberasse un biliardo.
Il Kaffa ne aveva 5 in sala e due in una saletta prima del grande salone, quella per gli "stassi", i giocatori meno bravi. Per arrivare a giocare in sala “grande” ci misi un paio di anni, così dovetti aspettare che si liberasse un biliardo per poter fare qualche tiro. Si liberò il biliardo due e chiesi a questo signore che mi metteva una grande soggezione se volesse fare due tiri con me. Winkler accettò. Dopo una quindicina di minuti si fermò e mi disse "posso dirle una cosa?"...io arrossii e annuii, pensavo a un suggerimento, un complimento...lui mi disse "guardi che a biliardo non si gioca solo tirando forte". Penso che una ginocchiata nelle palle mi avrebbe fatto sorridere, al confronto. Però aveva ragione…E da lì il mio orgoglio mi suggeriva che io, povero 19enne con stecca Biltop multicolore aerografata da tal Antonio Timelli di Milano, avrei dovuto essere in grado di farlo ricredere. Tutti i giocatori bravi e meno bravi di Milano che lo hanno “sfiorato” hanno appreso qualcosa da lui. Un giorno lo vidi all’ingresso del Kaffa intento a spiegare a Bombardi la bricolla di mezzo taglio e di tutto taglio e mi disse che potevo stare li’ ad osservare, in silenzio, cosa che feci religiosamente. Negli anni successivi a darmi un po’ di dritte furono giocatori bravi quali Roma e Roberto Monti a indicarmi la strada, e poi Roberto Erba, ma anche tanti altri. Non giocai più con Winkler per anni e lo rifeci al Club Cagliero negli anni 90, dove lavorai per un paio di anni in sala. Lui arrivava tardi, mai prima delle 22 o 23 per giocare fino alle 3 o alle 4. Mi fece onore di vendermi una delle sue stecche prodotte ai tempi con Carmine Sofia che lui messe a punto per me (stecca che purtroppo non ho più e non so dove sia finita, ma alla quale sono legati anche ricordi di una amicizia finita male) e, una notte, mi disse che ero arrivato ad essere un giocatore di biliardo completo, che avrei potuto approfondire il gioco nelle sue complicazioni ma che avrei dovuto SEMPRE divertirmi a giocare, anche magari da solo. Passai anche altre serate con lui, giocate memorabili e fantastiche a parlare di tiri, soluzioni e filosofie di gioco, anche in compagnia di Roberto Erba e in altri luoghi e sale biliardo. Una volta Angelo Bellocchio fece una gara sociale al Players e mi mise contro a Winkler per scherzo, sapendo che per me sarebbe stato improbo giocare in maniera spensierata, ed io sudai dall'emozione come un bambino...che tempi. E che sensazioni.
Quello che mi rimane profondamente impresso non sono solo le ineguagliabili doti biliardistiche e gli studi sul gioco e sulle traiettorie e sui movimenti delle bilie, ma la sua impeccabile classe nel porsi, la sua enorme educazione, la semplicità nello spiegare, nel parlare, nel rispettare le persone, un uomo di altri tempi, e si, di altri biliardi, di un biliardo che vorrei tornasse tale, rispettoso, competitivo ed educato, anche nei rapporti tra i giocatori stessi, una competitività forte ma leale. Questo glie lo dobbiamo tutti noi che lo abbiamo conosciuto ed apprezzato.
Non sono mai riuscito a parlare tanto di biliardo con Winkler, ho sempre avuto un grandissimo rispetto che mi bloccava, e solo ultimamente scoprii grazie a Massimo Guggiola che lui ne avrebbe avuto piacere, cosa che mi aveva ribadito al telefono sia al mio rientro dagli Europei di Brandeburgo, sia pochi giorni fa al telefono per ringraziarmi di averlo cercato per sapere come stava (ma qui c’è lo zampino anche della figlia Paola…).
Mi sarebbe piaciuto anche vedere qualche suo quadro, l’arte mi affascina ma ci capisco poco e, se non mi trasmette subito qualche sensazione, faccio fatica a comprenderla razionalmente.
Per me il biliardo è arte, il gioco è razionale ma è il mio modo di disegnare traiettorie su un panno verde, usando la fantasia e l’ingegno per ricavare colpi che non rientrano nella meccanica tradizionale.
Ho sempre cercato di amare e rispettare questo gioco, e sempre lo farò. Anche e soprattutto per lui.
Lui che dava a tutti noi del LEI…
Buon viaggio maestro Winkler.
Campione Italiano a Coppie 2012
Campione Regionale Lombardo 1a Categoria 2013
Campione Provinciale Milanese 1a Categoria 2013
1° Coppa Lombardia 2014
Istruttore Federale FIBIS
Interista convinto
Tutto ciò che può essere insegnato non vale la pena di essere appreso (G.B., i'll miss you)
Campione Regionale Lombardo 1a Categoria 2013
Campione Provinciale Milanese 1a Categoria 2013
1° Coppa Lombardia 2014
Istruttore Federale FIBIS
Interista convinto
Tutto ciò che può essere insegnato non vale la pena di essere appreso (G.B., i'll miss you)
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garavaglialuca
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(Cerca: tutti) - Iscritto il: lunedì 7 giugno 2004, 14:52
- Località: Cernusco sul Naviglio (MI)
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