Mondiali di calcio 2010: quali saranno le prime 4?
tecNICO ha scritto:Cmq non sarà un mondiale da ricordare, almeno secondo me.
perchè nessun giocatore della RUBINTER è salito sul gradino più alto...
No, proprio per il gioco espresso. A prescindere. Di certo non si sono visti i ladri juventini...che pure vanno ancora in giro.
Io non potrò mai allenare la Juventus. Non vorrei che quando muoio Dio mi mandi all'inferno!(JM)
Le pecore temono i lupi, ma sono sempre i pastori che le portano al macello.
Il capitalismo? Una volpe libera in un pollaio. (E.Che Guevara)
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Che partitaccia!, gli olandesi hanno cercato di fermare gli spagnoli calciando i giocatori e non la palla
, l'arbitro che ha alzato gialli(quando doveva alzare rossi), rigore netto negato alla spagna, svista paurosa su calcio di punizione(non assegnato calcio d'angolo da cui e scaturito poi il goal), ho visto buoni palleggiatori e driblatori da entrambi le parti, ma sottoporta non valgono una beneamata m......., nessuno sa calciare punizioni etc.etc.
Che mondiali di m......, pure i festeggiamenti erano loffi![sorrisone :D](./images/smilies/primissima/icon_cheesygrin.gif)
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Ultima modifica di l'artista il domenica 11 luglio 2010, 23:49, modificato 1 volta in totale.
C'è un solo bene: il sapere. E un solo male: l'ignoranza.
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Re: Mondiali di calcio 2010: quali saranno le prime 4?
- Secondo me la vera finale e' stata Spagna/Germania
- L'Olamda e' una squadra veramente mediocre che doveva finire la partita in 8
- Il piu' infame degli infami da stasera non e' piu' Manzotin e' Van Bommel
- L'Olamda e' una squadra veramente mediocre che doveva finire la partita in 8
- Il piu' infame degli infami da stasera non e' piu' Manzotin e' Van Bommel
"Ci sono uomini che portano in sé la dignità e il decoro di molti altri" J. Martí
Andros ha scritto:Vince la Spagna una partita "orrorosa". Alla fine non so mica se la Spagna abbia meritato.
Cmq non sarà un mondiale da ricordare, almeno secondo me.
per una volta ti quoto pure sul pallone, ma non ci fare l'abitudine
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°-° °-° °-° °-° °-° °-° °-° °-° °-°
evita accuratamente pallino e birilli
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La immorale della favola
di Vittorio Zucconi (laRepubblica)
Ora che la favola si è chiusa con la solita orrenda Finale tra due tignose squadre tipicamente europee e con una partita che, come il proverbiale scarafaggio, può essere piaciuta soltanto alla sua mamma e ai vincitori spagnoli, la tentazione di scoprire una "morale" anche per questo racconto sportivo sudafricano si fa irresistibile. Ha vinto il migliore o ha vinto soltanto chi ha vinto? Gli spagnoli hanno avuto giustizia e meritato o hanno soltanto approfittato della grandinata di cartoline gialle e rosse piovute sulla testa degli stremati olandesi, dopo essere stati graziati da Robben due volte? L'umiliazione della Coppa restituita da Cannavaro e da un'Italia che non l'ha mai davvero onorato o difesa è un'umiliazione nazionale o soltanto le umiliazione di un gruppo di calciatori inetti e mal guidati?
Possiamo provare simpatia per gli arancioni, ancora una volta traditi sul traguardo come Dorando Petri a Londra, tutto qui. Ma non ci sono motivi per soddisfare il nostro bisogno di trovare una ragione, una spiegazione, un senso per la delusione o per l'euforia, qualcosa che vada oltre la banalità straziante del palo colpito, del gol mangiato, dell'errore arbitrale. E' difficile accettare la verità, che è molto più semplice e deprimente. Che dietro sconfitte e vittorie non c'è niente altro che la vittoria o la sconfitta e che lo sport, di squadra o inviduale, non racconta nessuna "metafora", non esprime morali, non è un sintomo nè una causa di niente, o meno che mai la testimonianza della "superiorità" di un popolo, di una società, di un sistema su un altro.
Cercare il significato profondo di un gol, di una medaglia d'oro o di una parata "miracolosa" sè un riflesso condizionato che scatta perché ci hanno insegnato fin da piccolissimi a trovare una "morale" in ogni evento. A vedere una parabola evangelica anche nel cartellino rosso di un arbitro andato fuori di testa o nel tiro che urta per caso contro il piede del portiere e non entra, come quello di Robben tutto solo davanti a Casillas. Ci devono essere, per forza, un senso, un valore, una lezione in una medaglia, in una coppa, in un contropiede. E invece non ci sono.
Certamente la politica di sviluppo e di valorizzazione dei giovani, seguita in Spagna, in Germania o, da molti decenni, in Olanda aiuta a capire perché oggi siano migliori dell 'Italia miope e stolta così ben espressa dalla nostra orrenda Lega Calcio e dai bancarottieri ed evasori che la formano. Ma l'Olanda continua a non vincere un titolo che meriterebbe da mezzo secolo, per avere reinventato e migliorato il gioco del pallone. L'Italia pallonesca che vinse il Mondiale del 2006 come quella che vinse nel 1980 meritava poco, e nessuno la confuse mai con la squadra più bella o tolentuoso del mondo. Non era un esempio di buona amministrazione e di oculata pianificazione, nè sportiva nè politica, in pieno scandalo scommesse o di calciopoli e neppure di gioco.
Il calcio, e lo sport, sono favole profondamente amorali, quando non sono immorali, per la loro natura. Sono verità dell'attimo, politicamente scorrette, se non ingiuste e relative, senza valore assoluto, nelle quali il "merito" dipende da troppi elementi inafferrabili e casuali per essere invocato come assoluto e decisivo. La Grecia che vinse l'Europeo prima di tornare nell'oscurità dalla quale era venuta era già quella nazione finanziariamente fradicia che oggi il resto del continente deve ripescare per salvare lei e sè stesso. I Kenyoti e gli Etiopi che dominano la corse lunghe non sono purtroppo espressione di buon governo. L'Argentina "benedetta dal Dio della manina" viveva uno dei suoi peggiori momenti, fresca della insensata guerra di distrazione di massa per le Malvinas.
Nello sport non vincono i buoni, ammesso che ci siano. I "buoni" sono di volta in volta coloro per i quali facciamo il tifo, i "cattivi" sono sempre gli avversari e la Spagna non è più buona o cattiva della Olanda. Non esistono neppure dimostrabili relazioni di causa o di effetto tra lo sviluppo economico o il successo agonistico e chi prova a stabilirli deve poi arrampicarsi sugli specchi o pescare i casi utili alla tesi, il "cherry picking", ciliega per ciliegia, scartando quelli che la contraddicono. Ottimi governi hanno prodotto mediocri rappresentative, mentre pessimi regimi regressivi ne hanno espresse di eccellenti. Se bastassero i cattivi governi a generare grandi attaccanti o difensori, in Sudafrica sarebbero state Italia e Corea del Nord a contendersi la Coppa.
La sola morale della favola è nella favola stessa, nel raccontarla, nell'ascoltarla, nell'ipnosi che esercita e che ci coinvolge per un mese, lasciandosi dietro alla fine il vuoto e le cartacce di un'altra festa finita e le piazze da ripulire. Tutto qui e arrivederci a Ipanema fra quattro anni. Se vi piacciono le parabole dei buoni e dei cattivi, guardate il "wrestling". Che è, infatti, uno sport finto.
di Vittorio Zucconi (laRepubblica)
Ora che la favola si è chiusa con la solita orrenda Finale tra due tignose squadre tipicamente europee e con una partita che, come il proverbiale scarafaggio, può essere piaciuta soltanto alla sua mamma e ai vincitori spagnoli, la tentazione di scoprire una "morale" anche per questo racconto sportivo sudafricano si fa irresistibile. Ha vinto il migliore o ha vinto soltanto chi ha vinto? Gli spagnoli hanno avuto giustizia e meritato o hanno soltanto approfittato della grandinata di cartoline gialle e rosse piovute sulla testa degli stremati olandesi, dopo essere stati graziati da Robben due volte? L'umiliazione della Coppa restituita da Cannavaro e da un'Italia che non l'ha mai davvero onorato o difesa è un'umiliazione nazionale o soltanto le umiliazione di un gruppo di calciatori inetti e mal guidati?
Possiamo provare simpatia per gli arancioni, ancora una volta traditi sul traguardo come Dorando Petri a Londra, tutto qui. Ma non ci sono motivi per soddisfare il nostro bisogno di trovare una ragione, una spiegazione, un senso per la delusione o per l'euforia, qualcosa che vada oltre la banalità straziante del palo colpito, del gol mangiato, dell'errore arbitrale. E' difficile accettare la verità, che è molto più semplice e deprimente. Che dietro sconfitte e vittorie non c'è niente altro che la vittoria o la sconfitta e che lo sport, di squadra o inviduale, non racconta nessuna "metafora", non esprime morali, non è un sintomo nè una causa di niente, o meno che mai la testimonianza della "superiorità" di un popolo, di una società, di un sistema su un altro.
Cercare il significato profondo di un gol, di una medaglia d'oro o di una parata "miracolosa" sè un riflesso condizionato che scatta perché ci hanno insegnato fin da piccolissimi a trovare una "morale" in ogni evento. A vedere una parabola evangelica anche nel cartellino rosso di un arbitro andato fuori di testa o nel tiro che urta per caso contro il piede del portiere e non entra, come quello di Robben tutto solo davanti a Casillas. Ci devono essere, per forza, un senso, un valore, una lezione in una medaglia, in una coppa, in un contropiede. E invece non ci sono.
Certamente la politica di sviluppo e di valorizzazione dei giovani, seguita in Spagna, in Germania o, da molti decenni, in Olanda aiuta a capire perché oggi siano migliori dell 'Italia miope e stolta così ben espressa dalla nostra orrenda Lega Calcio e dai bancarottieri ed evasori che la formano. Ma l'Olanda continua a non vincere un titolo che meriterebbe da mezzo secolo, per avere reinventato e migliorato il gioco del pallone. L'Italia pallonesca che vinse il Mondiale del 2006 come quella che vinse nel 1980 meritava poco, e nessuno la confuse mai con la squadra più bella o tolentuoso del mondo. Non era un esempio di buona amministrazione e di oculata pianificazione, nè sportiva nè politica, in pieno scandalo scommesse o di calciopoli e neppure di gioco.
Il calcio, e lo sport, sono favole profondamente amorali, quando non sono immorali, per la loro natura. Sono verità dell'attimo, politicamente scorrette, se non ingiuste e relative, senza valore assoluto, nelle quali il "merito" dipende da troppi elementi inafferrabili e casuali per essere invocato come assoluto e decisivo. La Grecia che vinse l'Europeo prima di tornare nell'oscurità dalla quale era venuta era già quella nazione finanziariamente fradicia che oggi il resto del continente deve ripescare per salvare lei e sè stesso. I Kenyoti e gli Etiopi che dominano la corse lunghe non sono purtroppo espressione di buon governo. L'Argentina "benedetta dal Dio della manina" viveva uno dei suoi peggiori momenti, fresca della insensata guerra di distrazione di massa per le Malvinas.
Nello sport non vincono i buoni, ammesso che ci siano. I "buoni" sono di volta in volta coloro per i quali facciamo il tifo, i "cattivi" sono sempre gli avversari e la Spagna non è più buona o cattiva della Olanda. Non esistono neppure dimostrabili relazioni di causa o di effetto tra lo sviluppo economico o il successo agonistico e chi prova a stabilirli deve poi arrampicarsi sugli specchi o pescare i casi utili alla tesi, il "cherry picking", ciliega per ciliegia, scartando quelli che la contraddicono. Ottimi governi hanno prodotto mediocri rappresentative, mentre pessimi regimi regressivi ne hanno espresse di eccellenti. Se bastassero i cattivi governi a generare grandi attaccanti o difensori, in Sudafrica sarebbero state Italia e Corea del Nord a contendersi la Coppa.
La sola morale della favola è nella favola stessa, nel raccontarla, nell'ascoltarla, nell'ipnosi che esercita e che ci coinvolge per un mese, lasciandosi dietro alla fine il vuoto e le cartacce di un'altra festa finita e le piazze da ripulire. Tutto qui e arrivederci a Ipanema fra quattro anni. Se vi piacciono le parabole dei buoni e dei cattivi, guardate il "wrestling". Che è, infatti, uno sport finto.
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jack961 ha scritto:vincitore morale e materiale del mondiale 2010 è il polpo paolo che ha indovinato tutto
..meglio dei Maya...
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Re: Mondiali di calcio 2010: quali saranno le prime 4?
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Re: Mondiali di calcio 2010: quali saranno le prime 4?
Ottimi governi hanno prodotto mediocri rappresentative, mentre pessimi regimi regressivi ne hanno espresse di eccellenti. Se bastassero i cattivi governi a generare grandi attaccanti o difensori, in Sudafrica sarebbero state Italia e Corea del Nord a contendersi la Coppa.
Come al solito, fai in modo di far entrare la PARTITICA ovunque!!!
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Sarà per quello che nel 2006 abbiamo vinto noi italiani...c'era Il MORTADELLA....
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Re: Mondiali di calcio 2010: quali saranno le prime 4?
ahhhh ecco perchè Cina, Cuba e Russia nel calcio fanno cagare .........
Ricordate...che il servo che nun se ribella...è peggio der padrone che lo comanda!!!!
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Grande Casillas! hahahhahahaha... un gesto istintivo bellissimo che regala un po' di umanità a questo buisiness che ormai da il voltastomaco.
Ho visto la finale ieri sera... non commento nulla perchè di calcio non capisco una cippa lippa ma.... al primo che mi spacca i cocones perchè un'arbitro che prende 25 euro a sera non vede un pelo di bilia gli spacco le braccine!
Quanto a preso quel marcantonio per fare quella finale ieri sera? 20-25 mila eruo???? e non ha visto una deviazione del genere????
. A sto punto ci sta anche che io, arbitrucolo di biliardo, vedo due pallini invece di uno! ![occhiolino ;)](./images/smilies/primissima/wink.gif)
Sbagliare è umano???? ... o no?![dubbioso :dubbioso:](./images/smilies/yellow/Dubbio.gif)
Ho visto la finale ieri sera... non commento nulla perchè di calcio non capisco una cippa lippa ma.... al primo che mi spacca i cocones perchè un'arbitro che prende 25 euro a sera non vede un pelo di bilia gli spacco le braccine!
Quanto a preso quel marcantonio per fare quella finale ieri sera? 20-25 mila eruo???? e non ha visto una deviazione del genere????
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![occhiolino ;)](./images/smilies/primissima/wink.gif)
Sbagliare è umano???? ... o no?
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Ultima modifica di amelie il lunedì 12 luglio 2010, 14:15, modificato 1 volta in totale.
Re: Mondiali di calcio 2010: quali saranno le prime 4?
per la cronaca, il gran pezzo di giornalista è la fidanzata, conosciuti un anno fa sempre in Sud Africa per la Confederation Cup
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Re: Mondiali di calcio 2010: quali saranno le prime 4?
su quello che dice paola riguardo all'arbitraggio non posso che
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Andros ha scritto:La immorale della favola
di Vittorio Zucconi (laRepubblica)
Ora che la favola si è chiusa con la solita orrenda Finale tra due tignose squadre tipicamente europee e con una partita che, come il proverbiale scarafaggio, può essere piaciuta soltanto alla sua mamma e ai vincitori spagnoli, la tentazione di scoprire una "morale" anche per questo racconto sportivo sudafricano si fa irresistibile. Ha vinto il migliore o ha vinto soltanto chi ha vinto? Gli spagnoli hanno avuto giustizia e meritato o hanno soltanto approfittato della grandinata di cartoline gialle e rosse piovute sulla testa degli stremati olandesi, dopo essere stati graziati da Robben due volte? L'umiliazione della Coppa restituita da Cannavaro e da un'Italia che non l'ha mai davvero onorato o difesa è un'umiliazione nazionale o soltanto le umiliazione di un gruppo di calciatori inetti e mal guidati?
Possiamo provare simpatia per gli arancioni, ancora una volta traditi sul traguardo come Dorando Petri a Londra, tutto qui. Ma non ci sono motivi per soddisfare il nostro bisogno di trovare una ragione, una spiegazione, un senso per la delusione o per l'euforia, qualcosa che vada oltre la banalità straziante del palo colpito, del gol mangiato, dell'errore arbitrale. E' difficile accettare la verità, che è molto più semplice e deprimente. Che dietro sconfitte e vittorie non c'è niente altro che la vittoria o la sconfitta e che lo sport, di squadra o inviduale, non racconta nessuna "metafora", non esprime morali, non è un sintomo nè una causa di niente, o meno che mai la testimonianza della "superiorità" di un popolo, di una società, di un sistema su un altro.
Cercare il significato profondo di un gol, di una medaglia d'oro o di una parata "miracolosa" sè un riflesso condizionato che scatta perché ci hanno insegnato fin da piccolissimi a trovare una "morale" in ogni evento. A vedere una parabola evangelica anche nel cartellino rosso di un arbitro andato fuori di testa o nel tiro che urta per caso contro il piede del portiere e non entra, come quello di Robben tutto solo davanti a Casillas. Ci devono essere, per forza, un senso, un valore, una lezione in una medaglia, in una coppa, in un contropiede. E invece non ci sono.
Certamente la politica di sviluppo e di valorizzazione dei giovani, seguita in Spagna, in Germania o, da molti decenni, in Olanda aiuta a capire perché oggi siano migliori dell 'Italia miope e stolta così ben espressa dalla nostra orrenda Lega Calcio e dai bancarottieri ed evasori che la formano. Ma l'Olanda continua a non vincere un titolo che meriterebbe da mezzo secolo, per avere reinventato e migliorato il gioco del pallone. L'Italia pallonesca che vinse il Mondiale del 2006 come quella che vinse nel 1980 meritava poco, e nessuno la confuse mai con la squadra più bella o tolentuoso del mondo. Non era un esempio di buona amministrazione e di oculata pianificazione, nè sportiva nè politica, in pieno scandalo scommesse o di calciopoli e neppure di gioco.
Il calcio, e lo sport, sono favole profondamente amorali, quando non sono immorali, per la loro natura. Sono verità dell'attimo, politicamente scorrette, se non ingiuste e relative, senza valore assoluto, nelle quali il "merito" dipende da troppi elementi inafferrabili e casuali per essere invocato come assoluto e decisivo. La Grecia che vinse l'Europeo prima di tornare nell'oscurità dalla quale era venuta era già quella nazione finanziariamente fradicia che oggi il resto del continente deve ripescare per salvare lei e sè stesso. I Kenyoti e gli Etiopi che dominano la corse lunghe non sono purtroppo espressione di buon governo. L'Argentina "benedetta dal Dio della manina" viveva uno dei suoi peggiori momenti, fresca della insensata guerra di distrazione di massa per le Malvinas.
Nello sport non vincono i buoni, ammesso che ci siano. I "buoni" sono di volta in volta coloro per i quali facciamo il tifo, i "cattivi" sono sempre gli avversari e la Spagna non è più buona o cattiva della Olanda. Non esistono neppure dimostrabili relazioni di causa o di effetto tra lo sviluppo economico o il successo agonistico e chi prova a stabilirli deve poi arrampicarsi sugli specchi o pescare i casi utili alla tesi, il "cherry picking", ciliega per ciliegia, scartando quelli che la contraddicono. Ottimi governi hanno prodotto mediocri rappresentative, mentre pessimi regimi regressivi ne hanno espresse di eccellenti. Se bastassero i cattivi governi a generare grandi attaccanti o difensori, in Sudafrica sarebbero state Italia e Corea del Nord a contendersi la Coppa.
La sola morale della favola è nella favola stessa, nel raccontarla, nell'ascoltarla, nell'ipnosi che esercita e che ci coinvolge per un mese, lasciandosi dietro alla fine il vuoto e le cartacce di un'altra festa finita e le piazze da ripulire. Tutto qui e arrivederci a Ipanema fra quattro anni. Se vi piacciono le parabole dei buoni e dei cattivi, guardate il "wrestling". Che è, infatti, uno sport finto.
Io capisco che uno debba riempire le pagine dei giornali perchè è quello il suo mestiere, ma certe morali mi fanno veramente cag....re.
Zucconi ha scoperto che nella vita c'entra la casualità?
Ha scoperto che non vince sempre il migliore?
Ma lo sa Zucconi che quando è partito dai testicoli del padre insieme a decine di milioni di compagni
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C'è un solo bene: il sapere. E un solo male: l'ignoranza.
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