calo mentale
Re: calo mentale
Quando si fa qualcosa, che sia in gara o no, non bisogna sempre aspettarsi l'errore, per poi dire "hai visto? Lo sapevo che andava a finire così".
Il nostro "iO 1" la mente vuole prendersi sempre i meriti, ma quando ci sono gli errori da la colpa a qualcun altro "iO 2" il corpo.
Noi dobbiamo solo concentrarsi sulle cose che dobbiamo fare, aspettarsi sempre che riescano perfettamente e "lasciar fare" al corpo e alla mente ognuna il suo compito. Nel "lasciare che succeda" sta la grande risposta......e se non succede, si constata l'errore, senza giudicare in bene o male, e la mente "io 1" con la visualizzazione aiuta a far capire a "io 2" come vorrebbe che lui facesse quella cosa, lo prega di farla, gli da fiducia e soprattutto non si intromette per poi avere i meriti, ma "lo lascia fare", anche se a volte può sbagliare.
Questo in parte il meccanismo di come funziona la natura
Il nostro "iO 1" la mente vuole prendersi sempre i meriti, ma quando ci sono gli errori da la colpa a qualcun altro "iO 2" il corpo.
Noi dobbiamo solo concentrarsi sulle cose che dobbiamo fare, aspettarsi sempre che riescano perfettamente e "lasciar fare" al corpo e alla mente ognuna il suo compito. Nel "lasciare che succeda" sta la grande risposta......e se non succede, si constata l'errore, senza giudicare in bene o male, e la mente "io 1" con la visualizzazione aiuta a far capire a "io 2" come vorrebbe che lui facesse quella cosa, lo prega di farla, gli da fiducia e soprattutto non si intromette per poi avere i meriti, ma "lo lascia fare", anche se a volte può sbagliare.
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"POOL, Il biliardo americano" 1° e 2° Parte, libri in italiano per apprendere le basi e le tecniche avanzate nel Pool.
pool.libro@bluewin.ch
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ancora l' emotivita' in gara
C' e' tra noi qualcuno che, vittima di patologìa seria, e' riuscito a fare esperienze importanti, risolutive e riferibili per il controllo della emotivita' in gara ?
Esperienze che non siano le solite teorie orientali, training autogeno, concentrazione, controllo del respiro, fiori di bach e cazzabubboli o palliativi vari, io parlo di roba vera, ovviamente non ascrivibile al doping !
Parlo di rimedi come quelli per il mal d'aria o il mal d'auto, che non si risolvono semplicemente stando tranquilli e/o pensando ad altro !
Pur non essendo un fanatico dei farmaci devo purtroppo ammettere che....quando ce vo', ce vò ...
Esperienze che non siano le solite teorie orientali, training autogeno, concentrazione, controllo del respiro, fiori di bach e cazzabubboli o palliativi vari, io parlo di roba vera, ovviamente non ascrivibile al doping !
Parlo di rimedi come quelli per il mal d'aria o il mal d'auto, che non si risolvono semplicemente stando tranquilli e/o pensando ad altro !
Pur non essendo un fanatico dei farmaci devo purtroppo ammettere che....quando ce vo', ce vò ...
Ultima modifica di omeris il venerdì 23 ottobre 2015, 14:41, modificato 5 volte in totale.
Re: calo mentale
E io ti ripeterò sino alla noia che quello che accade sul biliardo, essendo una situazione che comporta stress, è qualcosa che accade anche nella vita dove però siamo in grado di dissimulare, chiedere aiuto a qualcun altro, sottrarci in presenza di criticità o da tutto quanto ci può portare fuori dal recinto di comodità personali che siamo stati in grado di costruirci.
Miglioriamo come persone prima, senza auto-assoluzioni, senza auto-indulgenze ma anche senza auto-criminalizzarci se qualcosa non la facciamo come vorremmo e poi ne riparliamo.
Per me tu ti sei convinto di soffrire di una patologia... ok, ci può stare ma forse devi cogliere l'occasione al volo per indagare PER BENE su chi sei veramente.
Scusa la franchezza ma non posso credere che tu sia davvero convinto del fatto di avere un problema "psicologico" SOLO sul biliardo.
Miglioriamo come persone prima, senza auto-assoluzioni, senza auto-indulgenze ma anche senza auto-criminalizzarci se qualcosa non la facciamo come vorremmo e poi ne riparliamo.
Per me tu ti sei convinto di soffrire di una patologia... ok, ci può stare ma forse devi cogliere l'occasione al volo per indagare PER BENE su chi sei veramente.
Scusa la franchezza ma non posso credere che tu sia davvero convinto del fatto di avere un problema "psicologico" SOLO sul biliardo.
Ciaooo, Renato
Re: calo mentale
Se partecipare ad una gara mi procurasse tali problemi, non ci parteciperei. Di sicuro non prenderei minimamente in considerazione l'ipotesi "farmaci", perchè in fondo una partita di biliardo per un amatore è puro svago. Non ci devo guadagnare la "pagnotta" insomma...
Se non ci si diverte, o addirittura si soffre, perde tutto il suo senso.
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Pentiteve diauli!
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Bata_Reyes
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Re: calo mentale
Quoto quanto detto nei precedenti interventi e aggiungo una piccola considerazione.
Qual è il tuo problema in fin dei conti? Sei intimorito dall'avversario? Dal pubblico? Fai scelte che non faresti in condizioni normali? Hai paura del giudizio degli altri?
Per ognuno di questi "mali" c'è la terapia (non farmacologica ovviamente!!!), si tratta solo di capire bene cosa succede e perché.
Qual è il tuo problema in fin dei conti? Sei intimorito dall'avversario? Dal pubblico? Fai scelte che non faresti in condizioni normali? Hai paura del giudizio degli altri?
Per ognuno di questi "mali" c'è la terapia (non farmacologica ovviamente!!!), si tratta solo di capire bene cosa succede e perché.
Re: calo mentale
Inoltre aggiungerei che c'è una contraddizione nel ragionamento farmacologico. Se una persona ha una patologia seria che gli provoca ansia, panico, agitazione ecc. ovviamente esistono dei farmaci che possono attenuare i sintomi, ma come si può sperare che questi farmaci non vadano ad influenzare negativamente quella parte di psiche che ci è necessaria per esprimere un gioco molto mentale come il biliardo?
Se il farmaco contro il mal d'aereo ti rincoglionisce, non è un problema, anzi magari è positivo perchè ti fai una dormita sul volo. Ma essere rincoglioniti attorno a un tavolo da biliardo sarebbe disastroso, e quindi la pezza finirebbe per essere peggio del buco.
Se il farmaco contro il mal d'aereo ti rincoglionisce, non è un problema, anzi magari è positivo perchè ti fai una dormita sul volo. Ma essere rincoglioniti attorno a un tavolo da biliardo sarebbe disastroso, e quindi la pezza finirebbe per essere peggio del buco.
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Re: calo mentale
E si torna al post n°11 di pag.1 di questa stessa discussione..............
dove di parla di atleti, tutte persone sane e senza il minimo handicap tant'e' che, quando l'adrelina prodotta non va in eccesso i risultati in gara sono assai migliori di quelli ottenuti in allenamento; il problema sorge quando l'adrenalina va in eccesso .Ringrazio per tutte le opinioni e specialmente per quelle di chi ne soffre e magari ha trovato il rimedio.
dove di parla di atleti, tutte persone sane e senza il minimo handicap tant'e' che, quando l'adrelina prodotta non va in eccesso i risultati in gara sono assai migliori di quelli ottenuti in allenamento; il problema sorge quando l'adrenalina va in eccesso .Ringrazio per tutte le opinioni e specialmente per quelle di chi ne soffre e magari ha trovato il rimedio.
Re: calo mentale
Scusa Omeris ma ti sei dato una risposta sul perché ci sia questo "picco di adrenalina" come lo intendi tu? Che cos'è che ti impedisce di praticare con soddisfazione questa disciplina?
Re: calo mentale
A miglior chiarimento di quanto al post n°11 di pag.1 spiego che, finche' si mantiene ad un certo livello, il "furore agonistico" della competizione ( ben noto a tutti gli atleti) e' positivo, perche' esalta i riflessi e la sensibilita', procurando risultati eccellenti
Quando pero' diventa eccessivo, in alcune serate, senza sapere quale possa essere la causa, il suddetto furore agonistico (espressione da non prendere alla lettera, ma da intepretare nel giusto modo) produce risultati negativi che si manifestano con difficolta' di ragionamento (calo mentale), tremito alle mani, pallore, sudorazione eccessiva, ecc.
A parte il fatto di non riuscire a rialzare i birilli dal tremito alle mani, si puo' giocare lo stesso, ma subentra una specie di panico rendendoci conto che non siamo in grado di controllare la situazione, con lo stato di sofferenza e i risultati immaginabili, nonostante si possa comunque portare in fondo anche con successo una partita, controllando che la stecca non salti fuori dal ponticello.
Sarebbe pertanto assai utile conoscere un rimedio di pronto effetto, che chi ha vissuto tali esperienze superandole,potrebbe consigliare.
Quando pero' diventa eccessivo, in alcune serate, senza sapere quale possa essere la causa, il suddetto furore agonistico (espressione da non prendere alla lettera, ma da intepretare nel giusto modo) produce risultati negativi che si manifestano con difficolta' di ragionamento (calo mentale), tremito alle mani, pallore, sudorazione eccessiva, ecc.
A parte il fatto di non riuscire a rialzare i birilli dal tremito alle mani, si puo' giocare lo stesso, ma subentra una specie di panico rendendoci conto che non siamo in grado di controllare la situazione, con lo stato di sofferenza e i risultati immaginabili, nonostante si possa comunque portare in fondo anche con successo una partita, controllando che la stecca non salti fuori dal ponticello.
Sarebbe pertanto assai utile conoscere un rimedio di pronto effetto, che chi ha vissuto tali esperienze superandole,potrebbe consigliare.
Ultima modifica di omeris il domenica 25 ottobre 2015, 11:07, modificato 4 volte in totale.
Re: calo mentale
Io stesso le ho vissute e assieme a me, il 99.99% dei giocatori di qualsiasi Sport con qualcosa di rotondo.
Madonna Omeris, sei terribile. Come si può aiutarti se non vuoi capire, anche la pastiglia per il mal d'auto a volte è solo una reazione placebo.
Cosa intendi per "roba Vera...che non sia Doping?
Voglio provare a farti capire dov'è il problema.
Da oltre 20 anni insegno nella mia scuola Pool e ti devo dire che persone con il tuo problema e anche peggio ne ho viste una valanga. Proprio oggi uno di questi mi ha scritto che ieri ha vinto il regionale di Pool, che inizialmente aveva le mani che gli tremavano, che sudava freddo, che aveva le mani frede, ecc. tutti sintomi che conosci. Non ha fatto altro che mettere in atto i suggerimenti che gli ho dato e al momento che la paura lo attanagliava è riuscito a rimanere distaccato "emotivamente" e sopprattutto a rimanere "disciplinato". Ha mantenuto la concentrazione e si è calmato con esercizi di respirazione e alla fine era contentissimo, non solo per la vittoria, che nella finale da un 5 a 2 è riuscito a cambiare in un 5 a 7, ma bensi perchè per una volta aveva sconfitto il suo demone.
Vi sono due strade da seguire per combattere questo problema: uno, il tuo si cerca una droga o psicofarmaco che controlli l'ansia. Ci sono giocatori Svedesi, finnlandesi, norvegesi che ai Campionati Europei, giravano al mattino giÀ con bicchieri grandi di birra con giacchio e qualcosa che assomigliava a acqua, ma era vodka. Un giocatore svedese, prima della finale, e entrato al ristorante davanti a dove si tenevano i Campionati (li non veniva servito alcool) parlando con me si è bevuto, in piedi vicino al tavolo dove io e mia moglie stavamo mangiando, due birre grandi strong, 6 dl l'una, il che vuol dire un litro e mezzo di birra in 10 minuti con un tasso alcolico vicino a 8%. Ha poi vinto la finale, e quelle due birre non erano le prime della giornata. Dal canto mio, solo dopoil primo bicchiere mi sarei addormentato sotto il tavolo. Alcuni giocatori italiani che conosco usano la "Sambuca". Guarda te??? Ma secondo me questa non è una strada sportiva ne etica.
La seconda possibilità e te la consiglio vivamente anche se dici che non ne vuoi sapere di cose del genere: lavorare sulle proprie fobie. Le fobie si combattono affrontandole e non scappando. Pensi che la prima volta che un domatore entra in una gabbia di leoni non abbia le tue stesse problematiche? Lui però rischia anche la vita. Tutte le persone che fanno dei lavori pericolosi, pensi che non abbiano almeno inizialmente le tue stesse paure? Poi chiaramente ci si fa il callo e ci si abitua. Secondo me, sei in un contesto, dove i giocatori fra di loro si sfottono continuamente, di continuo devi "mostrare" quello che sai fare. Qualcuno ti sta, senza che te ne accorgi, tirando verso il basso e molte delle persone che frequenti non sono proprio amici tuoi.
Nelle sale biliardi dove alleno i giocatori di un CSB, la prima cosa che elimino sono gli sfottò, con gli sfottò i giocatori più sensibili, diventano anche i più sofferenti e entrano in un vicolo ceco dove fanno fatica a uscirne.
Sono le situazioni che vivi che ti circondano che provocano la tua problematica, devi diventare più forte lavorando su te stesso e prendendo tutto per quello che avviene come la possibilità per migliorarti. Non bisogna sentire lo stres, bisogna sentire solo il senso di sfida che una situazione crea. Un sfida si può vincere o perdere, dov'è il problema? Ma almeno a biliardo non rischiamo la vita.
Omeris: Se vuoi puoi scrivermi in privato, se possiamo trovare la causa, forse si trova anche il rimedio
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Madonna Omeris, sei terribile. Come si può aiutarti se non vuoi capire, anche la pastiglia per il mal d'auto a volte è solo una reazione placebo.
Cosa intendi per "roba Vera...che non sia Doping?
Voglio provare a farti capire dov'è il problema.
Da oltre 20 anni insegno nella mia scuola Pool e ti devo dire che persone con il tuo problema e anche peggio ne ho viste una valanga. Proprio oggi uno di questi mi ha scritto che ieri ha vinto il regionale di Pool, che inizialmente aveva le mani che gli tremavano, che sudava freddo, che aveva le mani frede, ecc. tutti sintomi che conosci. Non ha fatto altro che mettere in atto i suggerimenti che gli ho dato e al momento che la paura lo attanagliava è riuscito a rimanere distaccato "emotivamente" e sopprattutto a rimanere "disciplinato". Ha mantenuto la concentrazione e si è calmato con esercizi di respirazione e alla fine era contentissimo, non solo per la vittoria, che nella finale da un 5 a 2 è riuscito a cambiare in un 5 a 7, ma bensi perchè per una volta aveva sconfitto il suo demone.
Vi sono due strade da seguire per combattere questo problema: uno, il tuo si cerca una droga o psicofarmaco che controlli l'ansia. Ci sono giocatori Svedesi, finnlandesi, norvegesi che ai Campionati Europei, giravano al mattino giÀ con bicchieri grandi di birra con giacchio e qualcosa che assomigliava a acqua, ma era vodka. Un giocatore svedese, prima della finale, e entrato al ristorante davanti a dove si tenevano i Campionati (li non veniva servito alcool) parlando con me si è bevuto, in piedi vicino al tavolo dove io e mia moglie stavamo mangiando, due birre grandi strong, 6 dl l'una, il che vuol dire un litro e mezzo di birra in 10 minuti con un tasso alcolico vicino a 8%. Ha poi vinto la finale, e quelle due birre non erano le prime della giornata. Dal canto mio, solo dopoil primo bicchiere mi sarei addormentato sotto il tavolo. Alcuni giocatori italiani che conosco usano la "Sambuca". Guarda te??? Ma secondo me questa non è una strada sportiva ne etica.
La seconda possibilità e te la consiglio vivamente anche se dici che non ne vuoi sapere di cose del genere: lavorare sulle proprie fobie. Le fobie si combattono affrontandole e non scappando. Pensi che la prima volta che un domatore entra in una gabbia di leoni non abbia le tue stesse problematiche? Lui però rischia anche la vita. Tutte le persone che fanno dei lavori pericolosi, pensi che non abbiano almeno inizialmente le tue stesse paure? Poi chiaramente ci si fa il callo e ci si abitua. Secondo me, sei in un contesto, dove i giocatori fra di loro si sfottono continuamente, di continuo devi "mostrare" quello che sai fare. Qualcuno ti sta, senza che te ne accorgi, tirando verso il basso e molte delle persone che frequenti non sono proprio amici tuoi.
Nelle sale biliardi dove alleno i giocatori di un CSB, la prima cosa che elimino sono gli sfottò, con gli sfottò i giocatori più sensibili, diventano anche i più sofferenti e entrano in un vicolo ceco dove fanno fatica a uscirne.
Sono le situazioni che vivi che ti circondano che provocano la tua problematica, devi diventare più forte lavorando su te stesso e prendendo tutto per quello che avviene come la possibilità per migliorarti. Non bisogna sentire lo stres, bisogna sentire solo il senso di sfida che una situazione crea. Un sfida si può vincere o perdere, dov'è il problema? Ma almeno a biliardo non rischiamo la vita.
Omeris: Se vuoi puoi scrivermi in privato, se possiamo trovare la causa, forse si trova anche il rimedio
Ultima modifica di Gianni il domenica 25 ottobre 2015, 16:41, modificato 2 volte in totale.
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Re: calo mentale
secondo me se ne parlate in pubblico potrebbero trovare giovamento parecchi utenti primo fra tutti io.
intanto grazie per quello che ho letto fino ad ora spero di continuare a leggere altre cose interessanti ciao
intanto grazie per quello che ho letto fino ad ora spero di continuare a leggere altre cose interessanti ciao
Re: calo mentale
A volte bisogna scavare a fondo per trovare le cause di certe problematiche e forse il Forum pubblico non è proprio il posto adatto
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Re: calo mentale
Anch'io ringrazio Gianni, sia per quanto dice, che per la pazienza che dimostra.
Ho un dubbio su quanto afferma relativamente all'atteggiamento da assumere in certe corcostanze: come rialzi i birilli se non sei in grado e non lo fa l'arbitro ? Gia' questo ti impedisce di giocare.
Poi vorrei esporre una accreditata teoria, che smentisce il luogo comune per cui le fobìe si superano affrontandole, grato di un parere al riguardo :
dato che la situazione positiva o negativa si vede subito o quasi, partecipare e continuare a giocare finchè la situazione si mantiene positiva, pronti ad abbandonare immediatamente la partita se la situazione diventa negativa, come in presenza di un qualsiasi malore fisico.
Perchè tuttociò ?
Perchè la consapevolezza di avere una via di fuga e di non essere costretto a giocare anche in situazione negativa e poter rinunciare a proseguire in qualsiasi momento potrebbe costituire un grosso conforto psicologico, tale da continuare a giocare rinunciando all' abbandono ( male che vada c' è una via di fuga ! Vedi il saggio L'Elogio della Fuga di Henri Laborit).
Henti Laborit valuta in 3 stadi le situazioni di panico : 1° stadio la fuga - se non si può fuggire si passa al 2° stadio la somatizzazione ( sudore, tremito ), col rischio di malanni anche fisici tipo ulcera, ecc.- e infine al 3° stadio l'angoscia, che è quello di maggiore sofferenza.
Ma con la consapevolezza della possibilità di fuga, si ha la tranquillità di poter evitare gli altri stadi.
Considera che la fuga, in questi casi, è considerata da Laborit non un gesto di vigliaccheria, ma di coraggio ! E' assurdo sacrificarsi per uno stupido orgoglio innaturale tipico soltanto dell' uomo (l' animale in difficoltà se può fugge, secondo natura), ed è coraggioso ribellarsi ad assurde convenzioni, trattando la realtà razionalmente.
Ho un dubbio su quanto afferma relativamente all'atteggiamento da assumere in certe corcostanze: come rialzi i birilli se non sei in grado e non lo fa l'arbitro ? Gia' questo ti impedisce di giocare.
Poi vorrei esporre una accreditata teoria, che smentisce il luogo comune per cui le fobìe si superano affrontandole, grato di un parere al riguardo :
dato che la situazione positiva o negativa si vede subito o quasi, partecipare e continuare a giocare finchè la situazione si mantiene positiva, pronti ad abbandonare immediatamente la partita se la situazione diventa negativa, come in presenza di un qualsiasi malore fisico.
Perchè tuttociò ?
Perchè la consapevolezza di avere una via di fuga e di non essere costretto a giocare anche in situazione negativa e poter rinunciare a proseguire in qualsiasi momento potrebbe costituire un grosso conforto psicologico, tale da continuare a giocare rinunciando all' abbandono ( male che vada c' è una via di fuga ! Vedi il saggio L'Elogio della Fuga di Henri Laborit).
Henti Laborit valuta in 3 stadi le situazioni di panico : 1° stadio la fuga - se non si può fuggire si passa al 2° stadio la somatizzazione ( sudore, tremito ), col rischio di malanni anche fisici tipo ulcera, ecc.- e infine al 3° stadio l'angoscia, che è quello di maggiore sofferenza.
Ma con la consapevolezza della possibilità di fuga, si ha la tranquillità di poter evitare gli altri stadi.
Considera che la fuga, in questi casi, è considerata da Laborit non un gesto di vigliaccheria, ma di coraggio ! E' assurdo sacrificarsi per uno stupido orgoglio innaturale tipico soltanto dell' uomo (l' animale in difficoltà se può fugge, secondo natura), ed è coraggioso ribellarsi ad assurde convenzioni, trattando la realtà razionalmente.
Ultima modifica di omeris il lunedì 26 ottobre 2015, 9:44, modificato 1 volta in totale.
Re: calo mentale
Allora mi permetto io cercando di essere chiaro ripetendo quello che dissi anche in un altra occasione:
Se qualcuno senza essere accreditato (medico) ti consiglia un FARMACO, e quelli per quel tipo di patologie come stati d'ansia e compagnia cantante sono realmente potenti ed influiscono su varie funzioni, e tu lo prendi, siete lui un incosciente e tu un pazzo, ma da legare.
Se invece lo consiglia un medico senza averti visitato e proponendolo attraverso una chiacchierata in un forum, gli andrebbe stracciata l'abilitazione seduta stante.
Se i consigli di Gianni, che per quel che ne so sono lo stato dell'arte della psicologia sportiva lecita, non ti soddisfano o non ti sembra che siano calzanti al tuo caso, mi permetto di consigliarti un consulto "de visu" con un professionista, anche nell'ambito della psicologia sportiva.
@ Gianni: un unico appunto, se fossimo così draconiani con l'alcool perderemmo l'intero Triveneto
Se qualcuno senza essere accreditato (medico) ti consiglia un FARMACO, e quelli per quel tipo di patologie come stati d'ansia e compagnia cantante sono realmente potenti ed influiscono su varie funzioni, e tu lo prendi, siete lui un incosciente e tu un pazzo, ma da legare.
Se invece lo consiglia un medico senza averti visitato e proponendolo attraverso una chiacchierata in un forum, gli andrebbe stracciata l'abilitazione seduta stante.
Se i consigli di Gianni, che per quel che ne so sono lo stato dell'arte della psicologia sportiva lecita, non ti soddisfano o non ti sembra che siano calzanti al tuo caso, mi permetto di consigliarti un consulto "de visu" con un professionista, anche nell'ambito della psicologia sportiva.
@ Gianni: un unico appunto, se fossimo così draconiani con l'alcool perderemmo l'intero Triveneto
"Mi arrampico da secoli ogni parete è mia sfidando leggi fisiche paure e ipocrisia."
(R.F.)
(R.F.)
Re: calo mentale
Omeris scrive:
Ma con la consapevolezza della possibilità di fuga, si ha la tranquillità di poter evitare gli altri stadi. Considera che la fuga, in questi casi, è considerata da Laborit non un gesto di vigliaccheria, ma di coraggio ! E' assurdo sacrificarsi per uno stupido orgoglio innaturale tipico soltanto dell' uomo (l' animale in difficoltà se può fugge, secondo natura), ed è coraggioso ribellarsi ad assurde convenzioni, trattando la realtà razionalmente.
Non si rischia la vita giocando a biliardo, se si perde si perde...domani è un altro giorno.
Mi dispiace ma ho un'altra idea di Cosa sia il coraggio. Penso ai minatori sotto terra, agli operai che una volta, senza nessuna sicurezza costruivano i grattacieli. Ho visto pochi giorni fa un Video su Facebook di un Signore che passegiava con un vitello (un alano) al guinzaglio, sono arrivati vicino a una aiuola e nell'aiuola erano nascosti dei piccoli gattini, camminavano appena. Il cane ne ha preso uno in bocca, non so le sue intenzioni, so solo che come una furia è arrivata la mamma di questi gattini (al massimo 3 kg) che è saltata sul muso del cane graffiandolo a dovere, poi è caduta e senza pensarci un minuto ha fatto un nuovo attacco, e un'altro e un'altro, al cane spaventato da tanta veemenza è rimasta solo la fuga a Gambe levate, tirandosi dietro il padrone.
Concludo con: la tua secondo me è solo un pò di pigrizia, una pastiglia e passa tutto, senza lavorare senza fare nessuna fatica quotidiana. Dici niente Training autogeno, niente roba asiatica. Perchè secondo te non sono effetivi. Ma lo sai come è nato il Trainig Autogeno e altre pratiche di meditazione? A Volte per operare persone quando non si aveva niente per poterle anestetizzare. Ho conosciuto un professore ungherese che è stato a Auschwitz e ha imparato lui stesso in quel posto da un dottore cinese a curare le persone con questi metodi. Non sono solo le medicine che ci fanno guarire, ma anche la nostra volontà.
In tutti i casi lascio a te la tua opinione, che le fobie non si possano curare, meglio scappare.
Buona Fortuna
Ultima modifica di Gianni il lunedì 26 ottobre 2015, 12:48, modificato 4 volte in totale.
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