Fuori allenamento

[Trueba]

Dopo quasi tre settimane di digiuno ho ripreso finalmente la stecca.

Già pregustavo le imbucate ed i posizionamenti...Ma poi..

Ma poi inizio a giocare...

Una catastrofe.

Biglie sbagliate in continuazione, piazzamenti errati,porzioni di palla dubbiosi  nervosismo crescente.

E' incredibile quanto un allontamento dal tavolo per così tanti giorni, ti riporti indietro cosi tanto.
Sembravo avessi preso la stecca in mano per la prima volta.


Sembrava quasi aver dimenticato tutto

[Bata_Reyes]

"Sembrava quasi aver dimenticato tutto"

Nel tuo caso non è necessariamente un male...  

[Gumbo]

E capitato anche a me ma in 2-3 giorni riprendi...
L'impressione iniziale è più disastrosa di quanto la situazione non sia in realtà.

[Gianni]

Se si hanno delle basi solide, il che vuol dire, buona impostazione, buona Routine di tiro e buona conoscenza si può smettere anche per mesi e dopo due ore si ritorna in forma.
Il tuo problema è che essendo agli inizi e avendo imbucato fino adesso solamente un certo numero di bilie, nel tuo hard disk non hai salvato tutti i movimenti, aspetta qualche anno e vedrai che allora nel tuo repertorio troverai anche dopo una pausa tutti i colpi che ti occorrono.    

[Willy_Pinguino]

Credo dipenda da persona a persona... O forse è a causa delle ore "a magazzino" come dice Gianni... Però a me di solito capita il contrario...
Quando sto lontano a lungo dal tavolo, i primi tiri sono quasi tutti magicamente giusti (stavo per dire perfetti ma è un esagerazione...) poi però se supero un certo numero di ore al tavolo inizio a perdere la bussola ed il controllo della situazione...

La mia impressione e che mentre all'inizio gioco e "resto a guardare" suggerendo al corpo tiri ed uscite, poi nonostante la stanchezza e la poca abitudine alla posizione sul tavolo, mi voglio forzare a certi risultati e in quell'occasione perdo la "risposta automatica" e iniziano le ciofecate...
Così stacco, smonto e vado a casa... E conservo un po' di stupore per la prossima volta  

[Gumbo]

Questo è un altro discorso e capita credo a tutti. Io per quanto mi riguarda facendo un attenta analisi interiore credo che dipenda da un fattore mentale, una sorta di calo dell'interesse e di assuefazione al gioco, come se uno "non ne avesse più", allora è ora di staccare.
Essendo istruttore in altro sport so bene come il sistema propiocettivo tenda a memorizzare anche i gesti sbagliati, se ripetuti, quindi quando uno vede un calo del rendimento dovrebbe smettere immediatamemte per consentire che i movimenti "buoni" si brucino nel cervello e vi rimangano impressi senza interferenze di movimenti parassiti che necessitano poi di essere rimossi dalla "memoria motoria" prima di essere sostituiti con movimenti corretti.
Se riesci a mantenere acuti i sensi e la concentrazione motoria il rendimento non scende, solo che è difficile mantenerla a lungo.
Credo che oltre alla capacità di mantenere concentrazione a lungo il professionista del biliardo riesca a ridurre lo sforzo di concentrazione su ciascun tiro mettendo in atto degli automatismi, proprio grazie al fatto che fanno parte della sua memoria motoria in modo ormai indelebile, per cui lo sforzo di concentrazione è più saltuario e può quindi essere mantenuto più a lungo.

Io sono stato anche diversi mesi senza toccare stecca. Quando l'ho ripresa in mano pensavo come Trueba. Nel giro di 2-3 giorni (8-9 ore) ero tornato alla mia media.
Penso sia un po come la bicicletta o la prima sciata che ti fai a inizio stagione.
Questo è un discorso diverso e in caso di lunghe soste capita un po a tutti. Anche se stai tre mesi con una gamba ingessata quando riprendi a camminare presti maggiore attenzione al movimento.

[Gianni]

Hai ragione Gumbo, è veramente una questione di automatismi corretti.

Tanto per fare un esempio, quando vedo che un giocatore che sto allenando sbaglia un tiro per più di 5 Volte di fila, lo faccio smettere, gli faccio fare due o tre fermi palla facili e poi come per incanto il tiro che prima sbagliava adesso riesce.      

Il fatto di rimuovere dei movimenti errati non è necessario, se si salvano (imparano) i movimenti corretti, il nostro subconscio (il nostro pilota automatico) si ricordera solo di quelli, perchè lui lavora per il nostro bene.    

[Gumbo]

Negli sport dove c'è una componente di "paura" o situazioni che richiedono l'adozione di gesti apparentemente contrari a quello che ci suggerisce l'istinto di conservazione, si possono instaurare dei meccanismi per cui un movimento sbagliato ha comunque una sua efficacia, seppure limitatamente a certe situazioni.
Per questo viene acquisito a livello di memoria motoria come movimento corretto (in quanto APPARENTEMENTE efficace), e una volta acquisito si fa una gran fatica a rimuoverlo.
In questo caso ad esempio invece di perdere tempo in parole, esempi e spiegazioni io sono solito portare l'allievo in una situazione di difficoltà dove il gesto errato perde efficacia e dopo qualche "sederata" riportarlo in una situazione di apprendimento del movimento corretto, fino a riportarlo nuovamente in situazione di difficoltà quando è in grado di effettuarlo, e a quel punto lo lascio libero di scegliere il movimento che preferisce. Chissà com'è sceglie sempre quello giusto !
In questo modo, e con molto tempo e perseveranza sugli esercizi mirati a isolare il gesto, si riesce a risolvere il problema.
Ma comunque l'allievo "vergine" riesce sempre a raggiungere un livello avanzato magari in più tempo ma senza difficolta particolari rispetto a quello "storto" dall'"amico dell'amico".

E' possibile come dici tu che nel biliardo non ci sia bisogno di rimuovere gli automatismi sbagliati perche le situazioni sono leggermente differenti.
In ogni caso concentrarsi sulla "sensibilità di ritorno" è molto utile in tutti gli sport. Purtroppo queste sono cose sulle quali raramente si pone la dovuta attenzione, dimenticando che è proprio tutto il sistema propriocettivo che è deputato alla individuazione della posizione del nostro corpo nello spazio, e della preparazione ai movimenti attimi prima che questi vengano messi in atto. Quindi focalizzare una parte dell'attenzione su questi stimoli è di grande beneficio nell'analisi del proprio gesto e nella comparazione del gesto proficuo rispetto a quello meno proficuo. La ricerca dello stesso "feedback neuromotorio" consente di ripetere lo stesso gesto fino alla sua acquisizione definitiva nella memoria motoria, a prescindere dal risultato ottenuto.
Sono concetti un po "zen" e che a molti sembrano inutili ma posso garantire che funzionano ! E mi fa molto piacere che concordi con me su questo aspetto...

[Gianni]

Anch'io uso nell'insegnamento un misto di sistemi, uno di questi è lo Zen. Come nello Zen, spiego pochissimo ai miei allievi, o per meglio dire do le informazioni sufficienti per provare a fare quello che abbiamo deciso di fare. Se non funziona, lascio un pò fare e nel momento del bisogno, aggiungo qualcosa.
E cosi si va avanti, non bisogna dire tutto dalla a alla Z, le informazioni entrano e escono nello stesso tempo, bisogna che l'allievo oltre alle informazioni abbia anche delle esperienze proprie, solo allora  può capire il valore di certi consigli e tecniche. L'importante è dare la base per poter capire, poi bisogna lasciarli camminare con le proprie gambe, fino al prossimo ostacolo. E qui si continua......    

[rik]

Vero Gianni!