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Perché si perde?

Tecnica, tattica, sistemi e materiali di gioco

Perché si perde?

Messaggioda luigi » martedì 2 aprile 2013, 19:22

Tutti sappiamo che il Biliardo non fa “feriti”. O si vince o si perde.
Sappiamo anche che tutti vogliono vincere.
Proprio per questo ogni giocatore è alla costante ricerca di: metodi, sistemi, conteggi, segreti (o “pseudo - tali”), luci, ombre, furbizie, malizie e quant’altro, al fine di attrezzarsi al meglio per… vincere.
Ma non sarà forse il caso di analizzare il problema anche dal lato opposto?
E allora: Perché si perde?
Qualcuno ha fatto un elenco delle cause che portano alla sconfitta:
- Se l'avversario ha abilità superiori alle nostre.
- Se siamo nella fase negativa del nostro ciclo di energia.
- Se siamo stanchi, non abbastanza riposati o affamati.
- Se siamo incerti a causa di fattori esterni al gioco (adirati, sconvolti, rattristati, ecc.).
- Se siamo spensierati in rapporto alle conseguenze del perdere la partita.
- Se non diamo alcuna importanza al gioco.
- Se non analizziamo accuratamente l'avversario per determinare le sue abilità e le sue limitazioni.
- Se ci si lascia distrarre dall'avversario.
- Se siamo in qualche stato mentale per il quale tutta la nostra concentrazione e attenzione non è focalizzata sul gioco.
- Se omettiamo di fare una analisi accurata della configurazione delle bilie sul tavolo.
- Se non prendiamo in considerazione tattiche diverse.
- Se non visualizziamo lo sviluppo preventivato di ogni tiro.
- Se trascuriamo il corretto posizionamento del corpo.
- Se non rispettiamo la nostra routine abituale di preparazione del tiro.

Ovviamente motivi per perdere se ne possono trovare anche tanti altri, per cui aggiungete i Vostri.

Comunque, se osservate questo elenco, a parte la prima: “superiore abilità dell’avversario”; non Vi pare che per tutte le altre cause delle nostre sconfitte, si dovrebbe recitare un bel… “mea culpa”.

Per cui, non sarà che il modo migliore per attrezzarci a “vincere” sia, prima di tutto, quello di attrezzarci a… “non perdere”?
luigi
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Re: Perché si perde?

Messaggioda mauricir » martedì 2 aprile 2013, 19:49

Aggiungerei:

- se non ci si e' preparati mentalmente PRIMA di entrare nel luogo di gara;

e prima ancora:

- se non ci si e' chiariti all'interno di noi stessi perche' si vuol fare quella partita o torneo = avere le giuste motivazioni
Ultima modifica di mauricir il martedì 2 aprile 2013, 19:49, modificato 1 volta in totale.
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Re: Perché si perde?

Messaggioda Riccardo » martedì 2 aprile 2013, 20:36

Bravo Luigi, hai colto nel segno! Nel senso che quasi mai si perde per manifesta superiorità dell'avversario. Sono rarissime le volte in cui si può dire: "be' è nettamente più forte, non avrei potuto fare niente". Raggiunto un certo livello, ce la si può giocare con chiunque (campioni esclusi).
C'è sempre una spiegazione alla sconfitta. E' sempre colpa nostra quando perdiamo.
...ovviamente quando vinciamo... l'avversario potrà dire la stessa cosa!
Almeno, questo è il mio approccio al biliardo.

9 volte su 10 io perdo per "presunzione mentale": me la racconto subito da solo, penso subito di essere più forte e perdo tutta la concentrazione e l'attenzione necessari al gioco (giocando come un cane). Oppure gioco perché vorrei che il pubblico dicesse: "cavolo, come gioca bene quello lì!"... idem come sopra: gioco preoccupato di cosa pensa chi guarda... e non mi concentro sulla partita.
...e qui arrivo a un altro concetto...
Non considerare che a questo gioco non sempre vince il più bravo... ma il più forte!
Precisazione terminologica:
- bravo giocatore: ottima conoscenza, ottima tecnica, bel gioco, ecc.
- forte giocatore: tanti birilli!
Non sempre il forte giocatore è "bravo" e non è detto che il bravo giocatore sia "forte"...
Anni e anni di gioco mi hanno portato a capire questa cosa: penso di essere bravo (e tanti me lo dicono)... ma ho capito di non essere forte!
In conclusione, ammesso di essermi spiegato, dico: tutte le mie sconfitte sono derivate dal fatto di non rendermi conto di non essere forte... al massimo sono solo "bravo"!
Il mio percorso personale mi porta ad ammettere questo (cosa durissima da ammettere!!)... ad ammettere che giocatori molto meno bravi di me, con limiti evidentissimi possono essere più forti!
...non pretendo che mi capiate... sono un pazzo.  :testata:  :D
Quando un uomo con una stecca qualsiasi incontra un uomo con una Joker, l'uomo con una stecca qualsiasi è un uomo morto! (M.B.)
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Re: Perché si perde?

Messaggioda MicheleNBL » martedì 2 aprile 2013, 20:49

ne abbiamo già parlato tante volte Ric... quoto al 100%
complimenti luigi, bellissima discussione. dirò anche la mia...
L'unico posto dove "successo" viene prima di "sudore" è il dizionario.
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Re: Perché si perde?

Messaggioda omeris » martedì 2 aprile 2013, 21:12

Riagganciandomi al primo post trovo molto coinvolgente il secondo punto :
- se siamo nella fase negativa del nostro ciclo di energia.
Penso che questo concetto, per come lo percepisco io,  andrebbe approfondito con persone veramente competenti e purtroppo assai rare.
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Re: Perché si perde?

Messaggioda mario traversa » martedì 2 aprile 2013, 22:52

Riccardo ha scritto:Bravo Luigi, hai colto nel segno! Nel senso che quasi mai si perde per manifesta superiorità dell'avversario. Sono rarissime le volte in cui si può dire: "be' è nettamente più forte, non avrei potuto fare niente". Raggiunto un certo livello, ce la si può giocare con chiunque (campioni esclusi).
C'è sempre una spiegazione alla sconfitta. E' sempre colpa nostra quando perdiamo.
...ovviamente quando vinciamo... l'avversario potrà dire la stessa cosa!
Almeno, questo è il mio approccio al biliardo.

9 volte su 10 io perdo per "presunzione mentale": me la racconto subito da solo, penso subito di essere più forte e perdo tutta la concentrazione e l'attenzione necessari al gioco (giocando come un cane). Oppure gioco perché vorrei che il pubblico dicesse: "cavolo, come gioca bene quello lì!"... idem come sopra: gioco preoccupato di cosa pensa chi guarda... e non mi concentro sulla partita.
...e qui arrivo a un altro concetto...
Non considerare che a questo gioco non sempre vince il più bravo... ma il più forte!
Precisazione terminologica:
- bravo giocatore: ottima conoscenza, ottima tecnica, bel gioco, ecc.
- forte giocatore: tanti birilli!
Non sempre il forte giocatore è "bravo" e non è detto che il bravo giocatore sia "forte"...
Anni e anni di gioco mi hanno portato a capire questa cosa: penso di essere bravo (e tanti me lo dicono)... ma ho capito di non essere forte!
In conclusione, ammesso di essermi spiegato, dico: tutte le mie sconfitte sono derivate dal fatto di non rendermi conto di non essere forte... al massimo sono solo "bravo"!
Il mio percorso personale mi porta ad ammettere questo (cosa durissima da ammettere!!)... ad ammettere che giocatori molto meno bravi di me, con limiti evidentissimi possono essere più forti!
...non pretendo che mi capiate... sono un pazzo.  :testata:  :D



Capisco benissimo specie la seconda parte del tuo ragionamento però non devi tenere del tutto separati i 2 termini bravo e forte perchè il percorso di crescita di un giocatore bravo stà proprio nel diventare anche vincente ossia forte e credere nelle proprie caratteristiche di giocatore altrimenti se si resta fragili e pronti a perdere e mollare la partita vuol dire che le doti tecniche non sono supportate dalla condizione mentale che sul biliardo è fondamentale e quindi non si è nemmeno bravi

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Re: Perché si perde?

Messaggioda Biagio999 » martedì 2 aprile 2013, 23:02

- si perde perchè non si è studiato abbastanza il biliardo e le sue geometrie;
- si perde perche ci si tiene troppo a vincere e si soffre molto il prepartita;
- si perde perchè si pensa troppo a fare e meno a non lasciar fare all'avversario e alla buona sorte;
- si perde perchè si pensa negativo (capitano tutte a me e si va in rassegnazione)
- si perde perchè ragioniamo solo cn la nostra testa e non anche con quella del nostro avversario.
Regione Salento :

lu mare, lu sule, lu ientu.
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Re: Perché si perde?

Messaggioda luigi » martedì 2 aprile 2013, 23:33

Ciao Riccardo, come dicevamo a Olona, sono rarissime le partite che si vincono "non sbagliando mai". Di solito le partite si vincono sapendo approfittare degli errori che l'altro commette. E' ovvio però che noi si deve fare di tutto per "aiutarlo" a... commetterli. Ma, per potergli dare questo "aiuto", in primis è necessario non mettersi in situazioni come quelle elencate nel mio precedente, o dette da mauricir o quelle che Tu stesso hai aggiunto o dette da altri. Per cui io non vedo perché, se focalizzi la Tua attenzione e concentrazione a non infilarti in dette problematiche, non dovresti riuscire a far commettere degli errori al tuo avversario anche se è forte. A quel punto, se sei assolutamente "presente" e totalmente "focalizzato" sul gioco, non credo proprio che non sapresti approfittarne.
Solo che "devi" "essere sul gioco". Evita quelle cause e... "ci sarai".

Ciao omeris, per come la vedo io il concetto di "ciclo energetico" lo si può intendere in due modi. Uno generale, tipo i bio-ritmi (di solito rappresentati da una linea sinuosa che va sù e giù), ci sono giornate "si" e giorni "no". Si spera sempre che ci capiti di andare in gara nei primi, mai nei secondi. Ma questo vale per qualsiasi nostra attività.
Anche sul lavoro a volte "funzioniamo" a volte no.
L'altro aspetto di "ciclo energetico" è più circoscritto, riguarda proprio il nostro serbatoio di energia del momento. Più vi attingiamo e più si rischia di andare in "riserva". Una partita di gara comporta uno stress psico-fisico notevole (più psico, ma anche fisico) se poi la distanza è 120 punti, hai voglia, non c'è pieno che tenga, o sappiamo gestire e centellinare le nostre forze, oppure prima o poi saremo "cotti". Se si osserva una partita si vede chiaramente che entrambi hanno degli alti e dei bassi.
Chi vincerà?
Quello che saprà capire esattamente i suoi di momenti. Approfittando degli alti e tirando i remi in barca nei bassi. Se poi intuisce anche quelli dell'altro (*), per cui approfitta dei suoi bassi e si difende dai suoi alti. Difficile che possa perdere.

PS. "Centellinare" significa anche saper "non sprecare". Ha senso spendere molta energia psico-fisica arrovellandosi per risolvere una posizipne di bilie difficilissima? Se dobbiamo spenderne un po' di energia, assai meglio farlo su un tiro semplice per realizzarlo al meglio. E poi "gestire", mai arrivare a fine partita in riserva. E' lì che quanto ci è rimasto nel serbatoio...
fa la differenza.

(*) Non è per caso che: "non analizzare l'avversario", è elencato fra le cause delle nostre sconfitte.
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Re: Perché si perde?

Messaggioda rik » mercoledì 3 aprile 2013, 1:16

-perchè si fà la scelta sbagliata nel momento sbagliato
-perchè ci si allena nel modo sbagliato
-perchè nn si pensa positivo
in breve,  mancanza di conoscenza
Ultima modifica di rik il mercoledì 3 aprile 2013, 10:33, modificato 1 volta in totale.
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Re: Perché si perde?

Messaggioda Riccardo » mercoledì 3 aprile 2013, 2:22

mario traversa ha scritto:Capisco benissimo specie la seconda parte del tuo ragionamento però non devi tenere del tutto separati i 2 termini bravo e forte perchè il percorso di crescita di un giocatore bravo stà proprio nel diventare anche vincente ossia forte e credere nelle proprie caratteristiche di giocatore altrimenti se si resta fragili e pronti a perdere e mollare la partita vuol dire che le doti tecniche non sono supportate dalla condizione mentale che sul biliardo è fondamentale e quindi non si è nemmeno bravi

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Certo, sono d'accordissimo!
Comunque penso che ognuno debba capire cosa vuole... e io ho capito che di vincere o perdere non me ne frega niente! A me piace giocare al biliardo... possibilmente bene.
Da quando non faccio più gare sono migliorato del 20%!! E sono decisamente contento.  :okpollicione:
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Re: Perché si perde?

Messaggioda mario traversa » mercoledì 3 aprile 2013, 5:40

Si concordo,il migliorare e giocare bene dà + soddisfazione che " vincere in qualche modo" anche se qualcosa in palio deve esserci.
Ad es. se giochi a dividere o giochi l'orario l'impegno è lo stesso ma l'attenzione cambia di solito nella maggior parte dei giocatori
Io credo che le competizioni non vadano abbandonate del tutto anche perchè consentono di confrontarsi con giocatori diversi su tavoli diversi ecc.ecc.
Magari non farne tante tipo 10 in una stagione ed alternare gare di categoria ad open, almeno così ci conosciamo in qualche premiazione :)
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Re: Perché si perde?

Messaggioda @le » mercoledì 3 aprile 2013, 9:16

Il mio pensiero: giocando con un maestro come Arturo ti rendi conto di come almeno la metà dei tiri che fai (abituato a vedere le partite in tv) siano in realtà controproducenti e causa di una condotta di gara perdente.
"...l'importante non è fare 99%, ma 110%. Meglio in testa a rally poi fai incidente o cappottare: se tu fare 99% solo decimo o undicesimo e nessuno te conosce...
Tu tira o resta a casa..."

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Re: Perché si perde?

Messaggioda mario traversa » mercoledì 3 aprile 2013, 11:05

Ale non ho capito il tuo ragionamento

vuoi dire che guardando le BTP in tv si vedono tiri perdenti e che Albrito ha uno sviluppo di gioco diverso?
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Re: Perché si perde?

Messaggioda @le » mercoledì 3 aprile 2013, 11:29

Non proprio.
Arturo ti fa capire i vantaggi/svantaggi di una scelta di tiro a lungo/breve termine.
"...l'importante non è fare 99%, ma 110%. Meglio in testa a rally poi fai incidente o cappottare: se tu fare 99% solo decimo o undicesimo e nessuno te conosce...
Tu tira o resta a casa..."

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Re: Perché si perde?

Messaggioda omeris » mercoledì 3 aprile 2013, 11:48

[quote="luigi".......Ciao omeris, per come la vedo io il concetto di "ciclo energetico" lo si può intendere in due modi. Uno generale, tipo i bio-ritmi (di solito rappresentati da una linea sinuosa che va sù e giù), ci sono giornate "si" e giorni "no". Si spera sempre che ci capiti di andare in gara nei primi, mai nei secondi. Ma questo vale per qualsiasi nostra attività.
Anche sul lavoro a volte "funzioniamo" a volte no....[/quote]

Non è per fare gli eruditi, ma per cercare ove possibile di approfondire, gradirei commenti a quanto segue, ripreso da un testo di psicologìa :
L’ansia pre-agonistica presente negli atleti può avere riflessi positivi o negativi sulla performance sportiva, a seconda della sua intensità.
Esiste una stretta correlazione tra tensione-ansia e performance, che può essere rappresentata graficamente con una curva ad U rovesciata, definita anche come legge di Yerkes e Dodson.
La performance ottimale si ha ad un livello moderato di emotività (ansia positiva): un aumento o una diminuzione di tale livello genera effetti negativi.
Nello specifico, senza tensione mancherebbero livelli adeguati di motivazione e di interesse alla competizione, nonché la spinta ad attivare positivamente le proprie forze; d’altra parte, troppa ansia inibisce l’attività, in quanto mette in moto solo attività di difesa.
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