da laurindo per luigi
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claus poi sono sceso fino 680. ma siete propio sicuri che usino l'avorio ??? mi sembra strano. :boh: :boh: :boh:
G B
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Ghost, anche io sapevo dell'avorio e una decina di anni fa mi è capitato di provare le bilie di avorio.... solo qualche tiro perchè erano di un biliardiere torinese e ci teneva come fossero oro. Che bel suono che fanno!
claus poi sono sceso fino 680. ma siete propio sicuri che usino l'avorio ??? mi sembra strano. :boh: :boh: :boh:
G B
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Ghost, anche io sapevo dell'avorio e una decina di anni fa mi è capitato di provare le bilie di avorio.... solo qualche tiro perchè erano di un biliardiere torinese e ci teneva come fossero oro. Che bel suono che fanno!
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sinonparet
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Sbagliato plysken, l'avorio è raro ma non illegale, ci sono da decenni programmi di caccia controllata agli elefanti, giustamente per mantenere un equilibrio tra la natura e il commercio, tanto delle tribú indigene come delle societá di consumo avide di avorio. Ovviamente esiste sempre il bracconaggio, ma le partite di avorio ottenute legalmente hanno sempre un certificato di provenienza. Se ho tempo vi traduco una discussione molto interessante che ho letto su un forum americano giustamente su questo argomento, intanto mi metto a spulciare per vedere se trovo il link per quelli angloparlanti...se poi qualcuno si vuol prendere la briga di tradurre...oppure fate uso di uno dei traduttori on-line...ma generalmente fanno schifo
L'avorio viene comunmente utilizzato nella fabbricazione di stecche, pool e carambola, tanto per gli abbellimenti (intarsi e fregi vari) come per parti strutturali della stecca, ghiera, unione e culetto.
Non so darvi dettagli per la produzione di biglie in avorio, non so chi le faccia, ma so per certo che sono quelle usate nei campionati di carambola artistica.
________________________
No es la adversidad la que separa los seres, sino el crecimiento... Pablo Neruda
L'avorio viene comunmente utilizzato nella fabbricazione di stecche, pool e carambola, tanto per gli abbellimenti (intarsi e fregi vari) come per parti strutturali della stecca, ghiera, unione e culetto.
Non so darvi dettagli per la produzione di biglie in avorio, non so chi le faccia, ma so per certo che sono quelle usate nei campionati di carambola artistica.
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Claus72
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Sul discorso bilie, oltre alle spiegazioni di Claus, ecco un piccolo riassunto di quanto ha scritto Maurizio Cavalli nella sua pubblicazione “L’Arte del Biliardo”:
Agli inizi dell’800 le bilie d’avorio hanno sostituito quelle in legno e sono rimaste in uso sino agli inizi del 900. Da una zanna di elefante asiatico – meglio se si tratta di una elefantessa – si possono ricavare 4 o 5 bilie. Di queste solo 3 sono di prima scelta. Da una zanna di elefante africano se ne ricavano, mediamente, 5 o 6. Per il candore e la grana incrociata finissima, la qualità più ricercata è la “Zanzibar”. Agli inizi del 900, sia per il costo molto elevato che per la difficile reperibilità di quelle d'avorio, fanno la loro comparsa le bilie di produzione sintetica. La nuova bilia è accettata con un certo scetticismo dai giocatori, i quali sostengono che, venendo a mancare la caratteristica grana incrociata dell’avorio, il girello di cuoio non può morderla con la dovuta incisività per imprimere l’effetto. C’è poi il problema che, rispetto all’avorio, si sporca facilmente per la sua caratteristica di attirare impurità e polvere di gesso dal panno. Inoltre, per la differente elasticità dei materiali, gli angoli di deviazione della battente sono diversi da quelli cui sono abituati i giocatori. Nonostante questi problemi il nuovo prodotto si impone sui mercati mondiali, oltretutto, la formula di produzione viene migliorata con conseguente superamento dei precedenti limiti di gioco. Negli Stati Uniti e in Inghilterra si continua a lavorare sulla palla a base di nitrato di cellulosa, mentre la chimica tedesca, verso il 1930, crea un nuovo e più sofisticato prodotto destinato ad imporsi, nel tempo, su tutti i mercati mondiali. Nella produzione della bilia di sintesi chimica si è sempre cercato di riprodurre le migliori caratteristiche dell’avorio. Non a caso si è preso come punto di riferimento l’avorio “semi duro” per quanto riguarda il peso – grammi 215, circa, per una palla di mm 61,5 – e quello “dolce” per l’elasticità, che risulta massima nella qualità “Zanzibar”. Una bilia di avorio “Zanzibar” consente di ottenere i seguenti rimbalzi per una caduta libera, in verticale, su un piano di ardesia di 5 centimetri di spessore, senza copertura di panno: cm 31,5 per una caduta da cm 50; cm 44 per una da cm 75; cm 57 per una caduta da un metro. Una bilia di sintesi chimica, sempre di mm 61,5, con identiche caratteristiche rispetto all’avorio semi duro – sia come peso, sia come densità (1,71) – si dimostra decisamente più elastica persino dell’avorio “Zanzibar”. I rimbalzi della palla, calcolati come in precedenza, salgono rispettivamente, a centimetri 36, 53 e 69. Ne risulta che le bilie moderne a base di fenolo e formolo, con aggiunta di solfato di bario, sono mediamente più elastiche del 20% rispetto a quelle di avorio.
Fin qui quanto scritto da Cavalli, di mio aggiungo solo che, a quanto mi risulta, le bilie d’avorio sono ancora in uso tuttora unicamente per la specialità della carambola artistica, in quanto pare che alcune figure del programma ufficiale siano realizzabili solo con queste bilie. Sarà, ma dopo aver visto cosa riesce a fare Sayginer con le sintetiche, viene qualche dubbio circa la necessità di dover usare l’avorio... , battute a parte se lo fanno un motivo reale ci sarà sicuramente. Confermo pienamente il giudizio di Rino circa il loro “suono”, più pieno, corposo e gradevole delle sintetiche, dove quest'ultime fanno “ciac!” l’avorio produce un "rotondo" e sonoro “toc!”. Per chi non le ha mai viste, esteticamente non sono bellissime, mancano della lucentezza delle sintetiche e il loro colore è un bianco “sbiadito”, inoltre su tutta la superficie presentano delle screziature nere, pur essendo ovviamente lisce, al tatto si percepisce una leggerissima rugosità, che è poi quella che permette una migliore presa del girello sulla palla, con conseguente maggiore trasmissione dell’effetto. Grosso handicap delle bilie d'avorio, costi e rispetto degli animali a parte, sta nel fatto che hanno vita breve, in quanto con l'uso tendono facilmente ad ovalizzarsi e a quel punto sono da buttare.
Agli inizi dell’800 le bilie d’avorio hanno sostituito quelle in legno e sono rimaste in uso sino agli inizi del 900. Da una zanna di elefante asiatico – meglio se si tratta di una elefantessa – si possono ricavare 4 o 5 bilie. Di queste solo 3 sono di prima scelta. Da una zanna di elefante africano se ne ricavano, mediamente, 5 o 6. Per il candore e la grana incrociata finissima, la qualità più ricercata è la “Zanzibar”. Agli inizi del 900, sia per il costo molto elevato che per la difficile reperibilità di quelle d'avorio, fanno la loro comparsa le bilie di produzione sintetica. La nuova bilia è accettata con un certo scetticismo dai giocatori, i quali sostengono che, venendo a mancare la caratteristica grana incrociata dell’avorio, il girello di cuoio non può morderla con la dovuta incisività per imprimere l’effetto. C’è poi il problema che, rispetto all’avorio, si sporca facilmente per la sua caratteristica di attirare impurità e polvere di gesso dal panno. Inoltre, per la differente elasticità dei materiali, gli angoli di deviazione della battente sono diversi da quelli cui sono abituati i giocatori. Nonostante questi problemi il nuovo prodotto si impone sui mercati mondiali, oltretutto, la formula di produzione viene migliorata con conseguente superamento dei precedenti limiti di gioco. Negli Stati Uniti e in Inghilterra si continua a lavorare sulla palla a base di nitrato di cellulosa, mentre la chimica tedesca, verso il 1930, crea un nuovo e più sofisticato prodotto destinato ad imporsi, nel tempo, su tutti i mercati mondiali. Nella produzione della bilia di sintesi chimica si è sempre cercato di riprodurre le migliori caratteristiche dell’avorio. Non a caso si è preso come punto di riferimento l’avorio “semi duro” per quanto riguarda il peso – grammi 215, circa, per una palla di mm 61,5 – e quello “dolce” per l’elasticità, che risulta massima nella qualità “Zanzibar”. Una bilia di avorio “Zanzibar” consente di ottenere i seguenti rimbalzi per una caduta libera, in verticale, su un piano di ardesia di 5 centimetri di spessore, senza copertura di panno: cm 31,5 per una caduta da cm 50; cm 44 per una da cm 75; cm 57 per una caduta da un metro. Una bilia di sintesi chimica, sempre di mm 61,5, con identiche caratteristiche rispetto all’avorio semi duro – sia come peso, sia come densità (1,71) – si dimostra decisamente più elastica persino dell’avorio “Zanzibar”. I rimbalzi della palla, calcolati come in precedenza, salgono rispettivamente, a centimetri 36, 53 e 69. Ne risulta che le bilie moderne a base di fenolo e formolo, con aggiunta di solfato di bario, sono mediamente più elastiche del 20% rispetto a quelle di avorio.
Fin qui quanto scritto da Cavalli, di mio aggiungo solo che, a quanto mi risulta, le bilie d’avorio sono ancora in uso tuttora unicamente per la specialità della carambola artistica, in quanto pare che alcune figure del programma ufficiale siano realizzabili solo con queste bilie. Sarà, ma dopo aver visto cosa riesce a fare Sayginer con le sintetiche, viene qualche dubbio circa la necessità di dover usare l’avorio... , battute a parte se lo fanno un motivo reale ci sarà sicuramente. Confermo pienamente il giudizio di Rino circa il loro “suono”, più pieno, corposo e gradevole delle sintetiche, dove quest'ultime fanno “ciac!” l’avorio produce un "rotondo" e sonoro “toc!”. Per chi non le ha mai viste, esteticamente non sono bellissime, mancano della lucentezza delle sintetiche e il loro colore è un bianco “sbiadito”, inoltre su tutta la superficie presentano delle screziature nere, pur essendo ovviamente lisce, al tatto si percepisce una leggerissima rugosità, che è poi quella che permette una migliore presa del girello sulla palla, con conseguente maggiore trasmissione dell’effetto. Grosso handicap delle bilie d'avorio, costi e rispetto degli animali a parte, sta nel fatto che hanno vita breve, in quanto con l'uso tendono facilmente ad ovalizzarsi e a quel punto sono da buttare.
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