Impugnatura stecca
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Impugnatura stecca
Stò cercando di analizzare che cosa cambia nella meccanica del tiro spostando l'impugnatura della stecca, anche perché ho letto il seguente un post:"LUI (fa riferimento al "grande Vecchio") mi ha diviso il manico in più parti;qui segue ,qui e' neutra,qui scarta,qui la deve impugnare per i colpi di raddrizzo a tutto bigliardo di tre passate ad aprire, qui per avere un colpo liftato, qui ecc.ecc."
Io purtroppo ho notato soltanto queste poche differenze:
l'impugnatura Bassa (all'inizio del calcio) e adeguata per i tiri di sbracciata che necessitano una notevole forza, per tiri dove necessita far scorrere la propria od anche per il gioco di sponda dove è fondamentale non far "battere" la palla.
Stò cercando di analizzare che cosa cambia nella meccanica del tiro spostando l'impugnatura della stecca, anche perché ho letto il seguente un post:"LUI (fa riferimento al "grande Vecchio") mi ha diviso il manico in più parti;qui segue ,qui e' neutra,qui scarta,qui la deve impugnare per i colpi di raddrizzo a tutto bigliardo di tre passate ad aprire, qui per avere un colpo liftato, qui ecc.ecc."
Io purtroppo ho notato soltanto queste poche differenze:
l'impugnatura Bassa (all'inizio del calcio) e adeguata per i tiri di sbracciata che necessitano una notevole forza, per tiri dove necessita far scorrere la propria od anche per il gioco di sponda dove è fondamentale non far "battere" la palla.
Più si ha necessità di "forzare" e più bisogna allontanare la mano dal calcio.
Anche nei tiri con forza minima è meglio utilizzare questa impugnatura.
Non ho notato cambiamenti nello sbandamento della propria bilia se non quello che una parabola "tiro forzato" risulta più stretta con l'impugnatura più distante dal calcio.
Visto che il "Grande Vecchio" non parla confrontandoci fra noi forse possiamo comunque riuscire a capire qualcosa in più.
Io purtroppo ho notato soltanto queste poche differenze:
l'impugnatura Bassa (all'inizio del calcio) e adeguata per i tiri di sbracciata che necessitano una notevole forza, per tiri dove necessita far scorrere la propria od anche per il gioco di sponda dove è fondamentale non far "battere" la palla.
Stò cercando di analizzare che cosa cambia nella meccanica del tiro spostando l'impugnatura della stecca, anche perché ho letto il seguente un post:"LUI (fa riferimento al "grande Vecchio") mi ha diviso il manico in più parti;qui segue ,qui e' neutra,qui scarta,qui la deve impugnare per i colpi di raddrizzo a tutto bigliardo di tre passate ad aprire, qui per avere un colpo liftato, qui ecc.ecc."
Io purtroppo ho notato soltanto queste poche differenze:
l'impugnatura Bassa (all'inizio del calcio) e adeguata per i tiri di sbracciata che necessitano una notevole forza, per tiri dove necessita far scorrere la propria od anche per il gioco di sponda dove è fondamentale non far "battere" la palla.
Più si ha necessità di "forzare" e più bisogna allontanare la mano dal calcio.
Anche nei tiri con forza minima è meglio utilizzare questa impugnatura.
Non ho notato cambiamenti nello sbandamento della propria bilia se non quello che una parabola "tiro forzato" risulta più stretta con l'impugnatura più distante dal calcio.
Visto che il "Grande Vecchio" non parla confrontandoci fra noi forse possiamo comunque riuscire a capire qualcosa in più.
L'impugnatura della stecca é fondamentale tanto quanto una buona impostazione del corpo.
La distanza da tenere sul manico dipende dalla forza che dobbiamo imprimere alla biglia, di conseguenza cambia la distanza del ponte.
Esempio forza 2:
6 cm di ponte = 6 cm di impugnatura del manico a partire dalla bilanciatura della stecca.
Brandeggio morbido e regolare.
Buon allenamento a tutti !!!!
Mauro
La distanza da tenere sul manico dipende dalla forza che dobbiamo imprimere alla biglia, di conseguenza cambia la distanza del ponte.
Esempio forza 2:
6 cm di ponte = 6 cm di impugnatura del manico a partire dalla bilanciatura della stecca.
Brandeggio morbido e regolare.
Buon allenamento a tutti !!!!
Mauro
premetto che non mi permetterei mai di contraddire " il grande vecchio " ma mi permetto di darvi anche il mio parere ,non ho mai neanche preso in considerazione il fatto che a seconda di dove ho la mano dx ottengo un risultato anziche un'altro,ma ho sempre cercato di capire che tipo di rotolamento o rotazione devo imprimere alla mia palla per fare in maniera che l'avversaria faccia la strada che voglio che faccia .
G B
G B
Nella prima videocassetta della collana "L'arte del biliardo" della DeAgostini, Maurizio Cavalli suggerisce di poggiare la stecca sul tavolo, poi sollevarla appena con la mano aperta, tenendo la stecca tra il mignolo (che andrà dove c'è il gommino sotto al calcio) e il pollice che si poggerà sull'impugnatura della stecca. la distanza che avremo tra il pollice e la fine della stecca, ci darà appunto l'impugnatura ideale.
Francamente lo trovo un sistema un pò troppo elaborato, perchè come detto prima l'impugnatura può variare a seconda del tiro da eseguire. In linea di massima però io preferisco trovarla di volta in volta, anche perchè la fase di brandeggio, tra le altre cose, serve anche a questo.
se non sai la risposta, qualcuno farà la domanda...
Francamente lo trovo un sistema un pò troppo elaborato, perchè come detto prima l'impugnatura può variare a seconda del tiro da eseguire. In linea di massima però io preferisco trovarla di volta in volta, anche perchè la fase di brandeggio, tra le altre cose, serve anche a questo.
se non sai la risposta, qualcuno farà la domanda...
Impugnatura della stecca
Normale su punto di bilanciatura
Arretrata per spingere un pò di più la propria bilia
Avanzata per trasferire maggior colpo.
Presa con 3 dita per tiri normali.
Leggermente bloccata per aperture di trattamento (Polso bloccato e steccate ad alta forza ma bassa velocità, detto anche affondo)
* LE FORZE SONO FORZE *
Normale su punto di bilanciatura
Arretrata per spingere un pò di più la propria bilia
Avanzata per trasferire maggior colpo.
Presa con 3 dita per tiri normali.
Leggermente bloccata per aperture di trattamento (Polso bloccato e steccate ad alta forza ma bassa velocità, detto anche affondo)
* LE FORZE SONO FORZE *
Esempio forza 2:
6 cm di ponte = 6 cm di impugnatura
Trovo ch l'equazione di cui sopra, proposta da Bruno nel suo intervento, potrebbe prestarsi come inizio per una nuova discussione, anch'essa comunque sempre relativa all'"impugnatura". Infatti per quanto riguarda il controllo della forza (elemento questo sicuramente fondamentale nell'economia del gioco), mi pare che vi siano in circolazione due scuole di pensiero, distinte e, per certi versi, contrapposte: una sostiene che le varie forze (che vengono classificate appunto come forza 1 - 2 - 3 - ecc.) si ottengono variando la lunghezza della punta "fuori dal ponte" (come dice Bruno); mentre l'altra è dell'avviso che le varie gradazioni di forza si controllano attraverso la velocità del gesto. Credo sarebbe interessante se ognuno esprimesse per quale di esse propende o, nel caso, a quali altre teorie o metodiche, si affida.
Tanto perché non si dica che "tiro il sasso e nascondo la mano", dico subito che personalmente mi schiero per la seconda (velocità del gesto) e aggiungo anche la mia motivazione per tale scelta. Si dice: forza 2 = 6 cm di ponte, mentre a me sembra che, pur rispettando quei 6cm, se poi faccio in modo (attraverso il gesto) che la stecca percorra quei 6 cm a 100 Kmh, altro che forza 2 imprimo, mentre, se li percorro al "rallenty", magari faccio anche una forza "1" anziché 2. Per cui mi pare che non siano tanto fondamentali i cm di percorrenza, quanto la velocità con cui l'attrezzo percorre quei centimetri. E' ovvio che la lunghezza del ponte agevola il controllo della spinta propulsiva, su questo non discuto, ma ritengo che ciò sia in funzione soprattutto del fatto che, attraverso questa variante, si può avere una migliore coordinazione dei gesti in rapporto alle varie forze che si vogliono ottenere e non perché, in tal modo, si aumenta il controllo delle stesse. Anche con soli 3 cm di punta si possono fare, volendolo, le tre passate, cioè una forza ben superiore alla 2 o anche alla 1 (cioè quella più assimilabile ai 3 cm iniziali), certo però è ovvio che in questo modo ci si espone al rischio di scoordinarsi nel movimento, però è fattibile.
Mi è sembrato anche di capire, discutendo con chi sostiene l'altra teoria, che essa si basa sul fatto che i diversi cm di punta determinano il variare delle varie forze "a patto che non sia impressa spinta col braccio", ma solo sfrutando il peso della stecca. In altri termini si potrebbe dire che con la teoria dei cm di punta si ricerca un controllo "meccanico" delle forze, mentre con quella della velocità del gesto si ricerca un controllo "fisico" delle varie gradazioni di forza.
Io ho già detto dove mi schiero, Voi da che parte state?
6 cm di ponte = 6 cm di impugnatura
Trovo ch l'equazione di cui sopra, proposta da Bruno nel suo intervento, potrebbe prestarsi come inizio per una nuova discussione, anch'essa comunque sempre relativa all'"impugnatura". Infatti per quanto riguarda il controllo della forza (elemento questo sicuramente fondamentale nell'economia del gioco), mi pare che vi siano in circolazione due scuole di pensiero, distinte e, per certi versi, contrapposte: una sostiene che le varie forze (che vengono classificate appunto come forza 1 - 2 - 3 - ecc.) si ottengono variando la lunghezza della punta "fuori dal ponte" (come dice Bruno); mentre l'altra è dell'avviso che le varie gradazioni di forza si controllano attraverso la velocità del gesto. Credo sarebbe interessante se ognuno esprimesse per quale di esse propende o, nel caso, a quali altre teorie o metodiche, si affida.
Tanto perché non si dica che "tiro il sasso e nascondo la mano", dico subito che personalmente mi schiero per la seconda (velocità del gesto) e aggiungo anche la mia motivazione per tale scelta. Si dice: forza 2 = 6 cm di ponte, mentre a me sembra che, pur rispettando quei 6cm, se poi faccio in modo (attraverso il gesto) che la stecca percorra quei 6 cm a 100 Kmh, altro che forza 2 imprimo, mentre, se li percorro al "rallenty", magari faccio anche una forza "1" anziché 2. Per cui mi pare che non siano tanto fondamentali i cm di percorrenza, quanto la velocità con cui l'attrezzo percorre quei centimetri. E' ovvio che la lunghezza del ponte agevola il controllo della spinta propulsiva, su questo non discuto, ma ritengo che ciò sia in funzione soprattutto del fatto che, attraverso questa variante, si può avere una migliore coordinazione dei gesti in rapporto alle varie forze che si vogliono ottenere e non perché, in tal modo, si aumenta il controllo delle stesse. Anche con soli 3 cm di punta si possono fare, volendolo, le tre passate, cioè una forza ben superiore alla 2 o anche alla 1 (cioè quella più assimilabile ai 3 cm iniziali), certo però è ovvio che in questo modo ci si espone al rischio di scoordinarsi nel movimento, però è fattibile.
Mi è sembrato anche di capire, discutendo con chi sostiene l'altra teoria, che essa si basa sul fatto che i diversi cm di punta determinano il variare delle varie forze "a patto che non sia impressa spinta col braccio", ma solo sfrutando il peso della stecca. In altri termini si potrebbe dire che con la teoria dei cm di punta si ricerca un controllo "meccanico" delle forze, mentre con quella della velocità del gesto si ricerca un controllo "fisico" delle varie gradazioni di forza.
Io ho già detto dove mi schiero, Voi da che parte state?
La distanza tra la mano d'appogio e l'impugnatura della mano di tiro, rimane sempre la stessa, più grande é il giocatore e più grande sarà questa distanza. La lungezza della freccia....(quella parte di stecca che esce dal ponte) diminuisce a seconda della forza che uno addopera.
Non so da voi nei 5 birilli, ma noi nel Pool dobbiamo a volte tirare molto piano, in certe difese sono solo pochi cm.
Esempio: Devo eseguire un tiro con pochissima forza, la freccia viene così accorciata e mi dia la possibilità di muovere per circa 5 cm la punta della stecca senza che essa mi esca dal ponte, adesso la stecca si muove ..... diciamo 3 cm indietro per poi penetrare per 3 cm nella battente. Non devo alla fine del tiro bloccare il braccio come sucederebbe con un brandeggio normale.
Il principio é lo stesso nel Golf, nessun giocatore fa lo stesso brandeggio con rotazione del corpo per un tiro dove la pallina deve andare a 200 metri o per imbucare una pallina a due metri.
Vinci ma non trionfare.
Non so da voi nei 5 birilli, ma noi nel Pool dobbiamo a volte tirare molto piano, in certe difese sono solo pochi cm.
Esempio: Devo eseguire un tiro con pochissima forza, la freccia viene così accorciata e mi dia la possibilità di muovere per circa 5 cm la punta della stecca senza che essa mi esca dal ponte, adesso la stecca si muove ..... diciamo 3 cm indietro per poi penetrare per 3 cm nella battente. Non devo alla fine del tiro bloccare il braccio come sucederebbe con un brandeggio normale.
Il principio é lo stesso nel Golf, nessun giocatore fa lo stesso brandeggio con rotazione del corpo per un tiro dove la pallina deve andare a 200 metri o per imbucare una pallina a due metri.
Vinci ma non trionfare.
Il mio pensiero è quello che la forza dipende solamente dalla velocità della sbracciata con questo però è anche vero che il ponticello più lontano dalla palla favorisce una bracciata veloce (brandeggio allungato), più vicino alla palla favorisce un tiro lento (brandeggio forzatamente corto). Il punto per me ancora da definire bene (uno dei 100.000 ancora rimasti, se risolvo questo però me ne mancheranno solo 99.999) è quello sull'impugnatura della stecca, per esempio ho visto giocatori che sulla garuffa, o sull'incastro, impugnano la stecca in modi diversi chi molto indietro, chi molto avanti, solita cosa sui colpi in testa per incollare la propria a sponda ed anche nei retrò e nei tiri di mezzocolpo. In questi tiri la forza non c'entra niente con il cambio d'impugnatura.
Luigi l'equazione a cui fai riferimento non è mia ma di gallo.
Luigi l'equazione a cui fai riferimento non è mia ma di gallo.
luigi, io mi schiero dalla parte dei cm......
i cm si riferiscono al calcolo della punta su determinati tiri. questo ti permette di individuare la lunghezza del ponte e di conseguenza di avere un idea sul tipo di brandeggio da tenere. l'unica cosa e' che con l'allenamento bisogna memorizzare le velocita' di steccata sui vari tiri.a che so'io questa e' l'unica cosa che non si riesce ad insegnare....spero di sbagliarmi...
i cm si riferiscono al calcolo della punta su determinati tiri. questo ti permette di individuare la lunghezza del ponte e di conseguenza di avere un idea sul tipo di brandeggio da tenere. l'unica cosa e' che con l'allenamento bisogna memorizzare le velocita' di steccata sui vari tiri.a che so'io questa e' l'unica cosa che non si riesce ad insegnare....spero di sbagliarmi...
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