Gioco ad occhi e con sistemi

[medusa]

Personalmente gioco solo ad occhio, tutto ad occhio. Ciò non significa che vado a caso o a zona, uso i miei riferimenti che però non hanno niente a che vedere con i diamanti o con le diagonali. Naturalmente gioco da una vita e conosco le traiettorie che le bilie disegnano sul tavolo.

Io non sono contro i numeri, ma mi trovo bene a giocare così.

Comunque concordo con Perseo sul fatto che la cosa più importante è l'impostazione e la tecnica dell'esecuzione, la sola conoscenza perfetta dei numeri e nient'altro è limitante.

[sernello]

Oggi si impara piu' in fretta .... non per caso a 20 anni ..si puo' diventare campioni del mondo....cio' che una volta difficilmente succedeva ...50/60 anni potevi essere ancora sulla cresta dell'onda....oggi a 25/30 anni sei gia' superato...

Ricordo che per imparare qualcosa dovevi "rubarlo"...per cosi dire....

Il nuovo regolamento ti dice qualcosa? A mio avviso (e scusate se non ci aggiungo un "modesto") il regolamento attuale della biglia libera in acchitto ha cancellato 20 anni di esperienza biliardistica, trasformando il biliardo in un ring.

Non credo . Per me il ring....e' arrivato con l'avvento delle partite ai 60 punti....mondiali addirittura ai 50....meno male che almeno i punti dell'acchito iniziale li hanno tolti ( almeno in campo nazionale).

Sulla biglia libera all'acchito....beh...credo siano punti di vista....io penso..che chi sbaglia debba essere punito .... e quindi palla all'acchito ( se richiesta.

potrei anche sbagliare ....e mettere una palla dietro un pallino....sarei addirittura favorito.....SECONDO ME.

Io ho sempre paragonato i sistemi numerici ad una strada impervia.....le scarpe giuste dobbiamo metterle noi.....per percorrerla bene...

[giabog]

Il mio punto di vista invece è che il ring si sia avuto con le biglie grandi, le quali hanno livellato molto le differenze tra i giocatori, massificandoli e salvo rare eccezioni mettendoli tutti in un grande calderone, dove a fare la differenza nelle partite è diventato un pallino fortunoso o una rimanenza trovata. Gli incontri ai 50 punti c'erano anche ai tempi del mondiale pro, così come la biglia in acchito, ma è parere condiviso che sia stato il momento di massimo spettacolo per il biliardo italiano. Di partite come quella tra Cifalà e Zito linkata di recente oggi se ne vedono molto poche.

Tornando on-topic, sono due approcci differenti, nessuno dei due giusto o sbagliato a priori. Non mi piace molto la motivazione che tira in ballo la poesia del gioco. Il biliardo è uno sport molto razionale, metodico. La fantasia, anch'essa componente fondamentale, ha poco a che vedere con l'utilizzo di sistemi o conteggi.

[afm]

Beh, penso alla fantasia e mi viene in mente Gianni Bombardi.
Non credete che fosse pura poesia?

Ciao Gianni, gioca anche lassù...

[giabog]

Rileggendo mi sono accorto di non essermi spiegato molto bene. Intendo dire che si può essere fantasiosi nel gioco pur avvalendosi di sistemi e viceversa. Il termine poesia invece, nel biliardo, credo abbia poca attinenza.

[ildiamante]

Vorrei entrare in modo piu' approfondito nella problematica delle partite ai 50/60 punti.
Credo che una partita anche unica ai 150 punti possa riservare una partita piu' equilibrata, nel senso che un giocatore ha piu' possibilità di recupero senza l'immediato assillo  del traguardo vicino, dando vita credo ad una partita piu' appassionante con varie strategie  sia di attacco che di dfesa , cose che la partita ai 60 punti non permette, perche già con un tiro sbagliato rischi di trovare l'avversario a metà percorso, con il problema che le successive  giocate soffriranno  psicologicamente della  paura di non avere piu' possibilità di errore.
Proviamo, se la maggior parte di noi è d'accordo , di farci portavoce con il nostro vicepresidente CLAUDIO BONO ,di una modifica dei punteggi delle partite  in modo da rendere nuovamente il biliardo uno sport piacevole da giocare ma sopratutto da vedere(vedi il ciclismo dove una tappa lunga  si presta a vari capovolgimenti di fronte).

[afm]

Poesia in senso lato, ovviamente...
Non siate così perfettini (si vede che giocate con i sistemi eh!)
Scherzo, sia chiaro.

AFM

[ildiamante]

Credo che la poesia( giocate particolari senza la ricerca ossessiva dello sbirillamento necessario in una partita corta) possa far parte delle partite piu' lunghe

[giabog]

Ok, ma anche a volerla chiamare poesia, non credo sia incompatibile con l'utilizzo di sistemi, o meglio con un approccio scientifico al gioco. D'altronde, la poesia stessa, non può prescindere dalla metrica....

[afm]

prova

[afm]

preferisco le partire ai 60...
Avanti sempre di più tornei con 2 su 3 ai 60 p.ti invece che un singolo 100/120
mi concentro di più...

[martille]

prova

Per provare dovresti spiegare cosa ... e principalmente come si accomunano le scelte con il modo di decidere dove impattare la sponda (i sistemi non servono ad altro).

[martille]

Beh, penso alla fantasia e mi viene in mente Gianni Bombardi.
Non credete che fosse pura poesia?

Ciao Gianni, gioca anche lassù...

ecco ... Gianni a quanto mi risulta era un profondo conoscitore ed utilizzatore di sistemi numerici.

[afm]

Scusate, il prova era un errore! Non mi venivano fuori i post!
Non conoscevo Gianni Bombardi e credo che conoscesse tutto del biliardo, sistemi compresi...
Ma il suo gioco era molto bello da vedere e poco ripetitivo...

Comunque non è una guerra tra due fazioni ostili!

Ognuno gioca come crede e fra l' altro, nei precedenti post, ho scritto che mi rendo conto che è necessario, con il biliardo moderno, avere dei riferimenti precisi...Infatti mi sono posto la domanda se io, che gioco ad istinto, posso migliorareusando i sistemi...

Buon appetito!

[martille]

Scusami afm .... ma si continua a far confusione e col tuo ultimo post non rispondi alla mia domanda.

Cosa c'entra la scelta di tiri sul modo che utilizzi per decidere dove battere in sponda ?

Il gioco è bello se fai delle scelte ... belle ... è fantasioso se fai delle scelte ... fantasiose. Cosa c'entra questo col sistema o col tiro ad occhio ???

Di solito si guarda il tavolo, la posizione delle bilie, si pensa a cosa si può tirare, a cosa si ottiene, a come si rimane, a cosa ha più margine di errore ... e solo dopo si pensa a COME tirarlo e a dove mirare ... indipendentemente dalla metodologia adottata.